Proiezione del documentario “Gorgona” ad Alghero, domenica 5 novembre
Arriva Ad Alghero la proiezione di Gorgona di Antonio Tibaldi, il documentario sull’isola carcere al largo della ToscanaVincitore del premio come miglior documentario al Festival dei Popoli di Firenze nel 2022, approda ad Alghero Gorgona, il documentario del regista italo-australiano Antonio Tibaldi. L’appuntamento è per domenica 5 novembre alle 18.00 nella Sala Conferenze de Lo Quarter, con l’organizzazione della Società Umanitaria di Alghero, alla presenza del regista e di Vincenzo Palumbo, uno dei protagonisti del film. La serata sarà condotta dallo scrittore ed ex Dirigente del Ministero della Giustizia Giampaolo Cassitta.
Il documentario
Il documentario racconta la vita dentro un carcere unico al mondo, in mezzo al mare, dove gli uomini attraverso il lavoro cercano il loro riscatto. È il penitenziario dell’isola di Gorgona, a 19 miglia marine dalle coste della Toscana, che è concepito come una colonia agricola dove i detenuti svolgono diverse attività, tra cura dei campi e del bestiame, panetteria, manutenzione dei fabbricati e così via. I carcerati e il personale carcerario sono gli unici abitanti dell’isola, con la sola eccezione di Luisa Citti, discendente di una delle famiglie che popolarono l’isola nell’Ottocento e unica residente autorizzata.
Per venire ammessi in questo carcere a cinque stelle servono precisi requisiti: nessun legame con la criminalità organizzata, niente problemi di tossicodipendenza e una pena definitiva sufficientemente lunga da permettere di costruire un percorso rieducativo.
L’occhio della telecamera conduce lo spettatore in un’immersione senza veli nella vita di cinque detenuti, tra il lavoro quotidiano, il rapporto con gli educatori e il loro difficile percorso, dentro un mondo dove la bellezza avvolge, come un sudario, i delitti e il dolore degli uomini. Quello di Tibaldi è uno sguardo di prossimità che rinuncia al giudizio ponendosi in ascolto e sollevando domande su temi radicali come l’errore, la colpa, le responsabilità individuali e sociali e sulla possibilità di cucire i margini delle ferite.