Sanità, infermiere aggredito a Palermo. UGL: “Frenare spirale di violenza prima di piangere altre vittime”
“Ancora una volta ci troviamo a commentare un’aggressione ai danni di un operatore sanitario, in una spirale di violenza che non sembra possibile frenare. È accaduto vicino a Palermo, dove un uomo in attesa di ricevere cure presso il Punto territoriale d’emergenza di Carini ha colpito con violenza al volto un infermiere.L’energumeno è stato arrestato per lesioni personali. Evidentemente alcune drammatiche vicende, ricordiamo i casi del medico ucciso nel parcheggio del Policlinico di San Donato Milanese e quello della psichiatra morta dopo due giorni di agonia per l’aggressione portata da un suo paziente nell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, non sono servite da monito. I casi di violenza sui professionisti della sanità si susseguono giornalmente e non ci si può più solo affidare alle parole di solidarietà e condanna.
Non vogliamo piangere altre vittime, bisogna trovare soluzioni” dichiarano Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute e Vincenzo Ginnastica, Segretario Provinciale della UGL Salute Palermo.
Infermiere aggredito a Palermo
“L’inasprimento delle pene per chi commette violenza verso gli operatori sanitari – proseguono i sindacalisti – evidentemente non basta. Bisogna trovare soluzioni per mettere in sicurezza chi ha scelto di mettere la propria professione al servizio dei cittadini. A Brindisi medici, infermieri, oss e operatori del 118 possono frequentare uno specifico corso della disciplina Krav Maga, specifico per difendersi da calci, pugni e attacchi portati con armi atte a offendere.
Ci rendiamo conto di quale sia il punto raggiunto? Non parliamo di militari pronti a partire per un’azione ma di professionisti che, dopo aver svolto il proprio lavoro, vogliono tornare a casa dai loro affetti incolumi. La reintroduzione dei posti fissi di pubblica sicurezza, voluta dal Governo in carica, è importante ma va completata, e in fretta, in tutti i presìdi sanitari.
Le sale di attesa devono essere isolate dai luoghi di cura e assistenza con specifici percorsi. E deve partire, a carattere nazionale, una massiccia campagna di informazione e sensibilizzazione sul ruolo sociale e al servizio della gente che gli operatori svolgono. Non si può perdere altro tempo perché non dovranno mai più esserci lacrime da versare” concludono Giuliano e Ginnastica.