Murgia (Federazione regionale): «Abbiamo aspettato tanto, ora l’Esecutivo non ceda alla fretta e ci ascolti.
Professionisti, cittadini e pubbliche amministrazioni hanno bisogno di un quadro normativo chiaro, snello ed efficiente»
Da una parte il nuovo T.U. in materia di edilizia che il Governo vorrebbe approvare con legge delega entro dicembre; dall’altra 95 Ordini degli Architetti e PPC d’Italia che hanno sottoposto alla lente di ingrandimento il nuovo testo e ne hanno valutato comma per comma potenzialità e criticità.
Testo Unico Edilizia: gli architetti chiedono al governo modifiche al testo
«Che l’Italia abbia estremo bisogno di una normativa sull’edilizia che sia finalmente organica, snella ed efficiente è un fatto assodato. Questo però non può significare (e giustificare) un’accelerata da parte dell’Esecutivo senza tenere conto delle legittime e puntuali osservazioni che arrivano dal mondo dei professionisti». Sono queste le parole di Aron Murgia, neo eletto presidente della Federazione regionale degli Ordini degli Architetti PPC della Sardegna al posto di Teresa De Montis.
Ci sono infatti anche gli Ordini delle province di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari, tra i firmatari, insieme ad altri 91 in tutta Italia, della lettera indirizzata agli uffici legislativi, in cui si chiedono alcune modifiche al testo.
Separazione netta tra le tipologie di intervento
Tra i primi punti trattati c’è la separazione netta tra le tipologie di intervento con il superamento della doppia conformità amministrativa e strutturale, ormai anacronistica e d’ostacolo alla rigenerazione urbana. È stata prevista la possibilità per i Comuni di ridurre il contributo di costruzione anche per gli interventi di trasformazione del patrimonio edilizio esistente, in modo da agevolare le azioni di rigenerazione urbana. Riscrittura delle norme sulle distanze, aggiornando la norma del Dm 1444 del 1968.
Sono stati previsti incentivi per le soluzioni innovative volte alla sostenibilità ambientale e aggiornamento del concetto di eliminazione delle barriere architettoniche.
«Dovrebbe essere ormai pacifico che riduzione del consumo di suolo e promozione del riuso e della rigenerazione urbana devono essere la bussola che muove qualsiasi intervento, anche alla luce degli obiettivi posti dall’Agenda 2030 – spiega Murgia –. Ma non tutte le strade per raggiungere tali obiettivi sono uguali. Ecco perché chiediamo al Governo che ci ascolti e tenga conto del documento che abbiamo redatto in cui analizziamo punto per punto quanto elaborato finora dagli uffici, con proposte e spunti che speriamo vengano accolti a vantaggio di cittadini, pubbliche amministrazioni e professionisti».
La questione ha naturalmente ricadute sui singoli territori regionali: «Sarà compito della nuova amministrazione regionale guidare questo processo – sottolinea Michele Casciu, presidente dell’Ordine cagliaritano -. Contribuire a uno sviluppo urbano sostenibile e mirato alla Sardegna sarà un compito fondamentale che la nuova giunta regionale non potrà eludere, poiché il coinvolgimento attivo dei professionisti del settore si rivelerà cruciale per plasmare un futuro urbanistico in armonia con le esigenze e le peculiarità della nostra Isola».