Tik Toker piange dopo aver scoperto gli orari di lavoro
In pochissimo tempo il video è diventato virale scatenando tantissime reazione degli utenti«Non ho tempo per fare nulla, non ho l’energia per fare sport, sono stressata» è lo sfogo della tiktoker Brielle Asero. L’influencer americana di 21 anni, laureata in marketing all’Università della Carolina del Sud, si è sfogata dopo il suo primo giorno di lavoro quando ha scoperto che il suo turno sarebbe durato 8 ore.
«Non ho tempo per fare nulla, mi ci vuole un’eternità per arrivare e ho paura di non avere più tempo per vivere davvero» dice la ragazza. Il video ha ottenuto milioni di visualizzazioni e sono state tantissime le reazioni degli utenti e molti accusano la tiktoker di essere pigra.
Non è la prima volta che il tema del lavoro diventa virale tra i social. Ricordiamo il “quiet quitting”, cioè dare le proprie dimissioni in silenzio, oppure il trend di presentare le dimissioni attraverso TikTok.
La Generazione Z ha una visione totalmente differente rispetto alle generazioni precedenti. Infatti prediligono turni di lavori più corti, settimana di lavoro più corta, non accettano lavori sottopagati e mansioni al di fuori del proprio ruolo.
Possiamo considerare queste storie come un campanello d’allarme?
Dibattito sulla settimana lavorativa corta
Alcuni partiti dell’opposizione del governo Meloni sostengono la riduzione delle ore lavorative settimanali.
Il Partito Democratico, Sinistra Italiana e Movimento 5 stelle hanno presentato quattro proposte di legge per la riduzione dell’orario di lavoro settimanale a parità di stipendio. Questa proposta è sostenuta anche da Pd e Cgil. Il M5S ha proposto di ridurre l’orario di lavoro a 32 ore settimanali ma riconoscendo alle aziende un esonero contributivo in caso di trasformazione dei contratti o di nuove assunzioni.
In Italia, secondo uno studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), gli italiani lavorano 3 ore in più rispetto alla media della zona euro di 33 ore settimanali e circa 6 ore in più rispetto alla Germania.
In Italia gli stipendi sono diminuiti rispetto agli anni Ottanta, ed è uno dei sei paesi europei dove non è previsto un salario minimo. Secondo l’Ocse nel 2022 i salari uninominali sono saliti del 4,1% in Europa, mentre in Italia sono saliti solamente del 3%. Allo stesso tempo, però, anche la crescita marginale non ha tenuto il passo con l’aumento dell’inflazione, portando prezzi sempre più alti e di conseguenza un minore potere d’acquisto per le famiglie. Il tema della riduzione della settimana lavorativa non interessa solamente all’Italia, ma anche la Spagna, che vuole ridurre da 40 a 37 ore.
Regno Unito ha sperimentato la settimana lavorativa di quattro giorni.
Nel Regno Unito, 61 aziende e 2900 dipendenti hanno testato per sei mesi la settimana lavorativa di quattro giorni a parità di stipendio. Il test, che ha avuto inizio a giugno 2022 ed è terminato a dicembre 2022, ha ottenuto ottimi risultati infatti molte aziende hanno dichiarato di voler mantenere questo modello. Delle 61 aziende che hanno sperimentato la settimana corta, 56 hanno proseguito e 18 l’hanno resa permanente.
Sono stati condotti dei sondaggi prima e dopo il test ed è emerso che il 39% dei dipendenti è meno stressato, il 40% sostiene di dormire meglio e il 54% sostiene che riesce a bilanciare lavoro e famiglia. Durante la sperimentazione i giorni di malattia sono diminuiti di circa due terzi.
Il risultato più importante, tuttavia, è che la produttività non è diminuita. Infatti i ricavi sono aumentati +1,4%.
Da queste prime sperimentazioni, la settimana lavorativa corta non metterebbe a rischio le aziende, ma migliorerebbe la salute e la produttività dei lavorati.
Giulia Mascia