La bandiera di Città dell’Olio a Oristano
“Il Premio Montiferru è la sintesi di una cultura del lavoro memorabile. Battezzare in questa circostanza l’ingresso di Oristano nell’Associazione Città dell’Olio consentirà di radicare ulteriormente il lustro e la visibilità delle nostre eccellenze, sorrette e stimolate dall’Assessorato regionale e dalle sue Agenzie, dalla Camera di Commercio e da un Comitato di comprovato prestigio”.Lo ha detto il Sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, ricevendo questa mattina la bandiera di Città dell’Olio dopo che nei mesi scorsi la Giunta ha deliberato l’adesione all’associazione.
La cerimonia
La cerimonia si è svolta nell’aula magna dell’ex Monastero del Carmine, sede dei corsi universitari oristanesi, dove si sono tenute le premiazioni del Premio Montiferru con un confronto su produzioni olivicole, oleoturismo e prospettive di sviluppo per l’Oristanese nell’ambito dell’evento promosso dal Comitato Montiferru con la Camera di Commercio di Cagliari-Oristano, i Comuni di Oristano e Seneghe, l’associazione nazionale Città dell’Olio, L’Unione dei Comuni Montiferru – Sinis, Agris, Laore, Slow Food Sardegna, Università di Cagliari.
“Non spetta a me evidenziare i punti di forza o le criticità della olivicoltura nostrana o le virtù di una biodiversità solida e resiliente – ha detto il Sindaco Sanna -. Tuttavia, il ruolo storico, culturale, paesaggistico ed ambientale, ci hanno suggerito essendo qui per fare rete con tutti i principali attori di questo comparto. Questa ricorrenza suggella l’ingresso di Oristano in una comunità sensibile ai temi dello sviluppo locale e parimenti attenta alle potenzialità di quello sensoriale.
Anche noi desideriamo potenziare un’economia di prossimità – relazionale e radicata – con lo scopo di legare la cultura e la scienza dell’olio all’identità della terra e della gente meravigliosa che lo produce, tessendo le relazioni che rendono sacro l’ulivo, le proprie virtù e la sua affascinante cultura”.
Oristano nella comunità delle Città dell’Olio
“Ringrazio la Camera di Commercio che nella circostanza del Premio Montiferru ha dato lustro all’ingresso di Oristano nella comunità delle Città dell’Olio – ha detto l’Assessore alle attività produttive Rossana Fozzi ricevendo la bandiera -. Da oggi anche il nostro Comune fa parte di questa comunità e potrà cooperare nella rete che unisce Città ed enti che tutelano questa millenaria cultura. Fare nostra e condividere questa missione significherà acquisire stimoli ed incentivi e comunicare un patrimonio che dà valore al territorio.
Desideriamo farlo insieme alle istituzioni, a quanti fanno parte del Comitato del Premio e alle Agenzie qui presenti, compresa l’Università che ci ospita, ascoltando la voce dell’Associazione frantoiani che vive le dinamiche dell’eco sostenibilità e della tracciabilità di questa vivida risorsa. Ad Agris e a Laore va la nostra riconoscenza. Se, infatti, alla prima delle due Agenzie spetta programmare qualità e competitività delle nostre realtà rurali, dando aiuto alla crescita delle attività produttive, con LAORE abbiamo già inteso promuovere l’unione di intenti confrontandoci sulle prerogative funzionali a questa e ad altre filiere.
Quanto accade oggi stimolerà percorsi ulteriori, per valorizzare Oristano in relazione al binomio fra uomo e natura”.
L’adesione all’Associazione
“La nostra adesione all’Associazione – ha concluso l’Assessore Fozzi – ha l’ambizione di completare un’azione di marketing che supporti il fervore delle intraprese locali più alacri e rinomate. Penso alla cultura rurale ed artigiana di olii e terrecotte. Alle imprese vanno le nostre congratulazioni: merce preziosa è quella nata dalle rispettive e perseveranti avanguardie.
L’olio è un pilastro longevo delle città di identità che come Serrenti, Seneghe, Oristano ed altre ancora, custodiscono le espressività che vogliamo tramandare. Anche questo ci sprona a prepararci, in vista del 2024, all’imminente edizione dell’expo «Olio Capitale» di Trieste, alla 5ª «Giornata dell’Ulivo» voluta dall’UNESCO e alla futura edizione del «Premio Montiferru», riconoscendo il valore di un’agricoltura in equilibrio e le doti di resilienza delle civiltà mediterranee”.