Andrea Mura passa l’equatore, 3.400 miglia in quindici giorni
Dopo quindici giorni dalla partenza da La Coruña, in Galizia, ierimattina Andrea Mura ha passato l’equatore raggiungendo la latitudine
0°0′0″ che segna il passaggio dall’emisfero nord all’emisfero
sud, un rito che tutti i navigatori celebrano da secoli. Si tratta di un
traguardo importante, le prime 3.400 miglia di navigazione che sono
servite anche per entrare in modalità regata.
Sono state due settimane intense con qualche problema di collegamento
satellitare che hanno costretto Andrea a comunicare solo con l’inreach
di bordo, ma ora che è ritornato raggiungibile ci racconta lui stesso
l’inizio di questa lunga avventura.
“La partenza da La Coruña è stata molto più difficile di quello che
immaginavo. Sono arrivato stanco e al limite con i tempi. Le tre
settimane di navigazione per arrivare in Spagna da Cagliari sono state
un lungo test per la barca e la navigazione è stata condizionata da un
meteo molto faticoso. Abbiamo dovuto fare una sosta tecnica ad Algeri
per la rottura dell’antenna, poi a Cascais per le condizioni del mare
e del vento. Arrivati in Spagna erano ancora molte le cose da fare sulla
barca e abbiamo lavorato ininterrottamente tutto il tempo. Sono partito
anche in ritardo dopo avere lavorato fino al tramonto del giorno prima.
Da quando ad agosto ho deciso di partecipare alla Global Solo Challenge
non mi sono mai fermato, sono stati mesi intensi di lavoro incessante.
Un giro del mondo andrebbe preparato con tempi molto diversi ma io non
volevo mancare a questo appuntamento e ho spinto al massimo. Alla
partenza, per via della stanchezza, il morale era basso e non sono
riuscito a godermi appieno tutto quello per cui ho lavorato tanti mesi.
Il sabato della partenza il mare era grosso con onda incrociata, sono
stato sveglio tutta la notte fino a quando il vento è calato e sono
riuscito a dormire. La discesa è stata lunga e lentamente mi sono
ripreso ritrovando concentrazione ed energia. All’altezza di Cascais
ho agganciato gli Alisei che mi stanno portando giù fino
all’equatore.
È una sensazione molto strana navigare lungo un percorso senza fine e
senza tornare indietro, andare per andare, sempre dritti, sempre avanti.
È una cosa che non avevo mai provato prima e a cui mi sto abituando.”
“In queste prime due settimane il meteo è stato a tratti impegnativo
ma con il vento sempre in poppa, mai di bolina, abbiamo camminato forte
e macinato tante miglia. Lasciarsi lo stretto di Gibilterra alle spalle
e raggiungere Madeira è stato un primo step importante. Le giornate si
sono allungate, il mare si è scaldato lentamente e anche l’aria si è
fatta sempre meno fredda rendendo la navigazione piacevole e
riportandomi ad un clima estivo.
Dopo un giorno e mezzo di navigazione, costeggiando le coste della
Mauritania, siamo arrivati alle Canarie. Superate anche quelle siamo
scesi verso le isole di Capo Verde, il vento ha continuato in buona
direzione, sempre al gran lasco in fase ortodromica, sole caldo e mare
blu.
L’umore migliorava e mi faceva pensare alle cose belle di casa, alla
mia famiglia e al futuro. In barca sono sempre vigile, in costante
attenzione per andare più veloce, sono sempre attento, mai rilassato,
è la vita del velista e del marinaio. Dopo un paio di strambate, sono
entrato nel canale dell’arcipelago di Capo Verde. Ora fa caldo,
l’acqua è arrivata a 27°, il mare si è calmato, viaggio a 15 nodi
con il vento in poppa, tutto molto piacevole. Sto guardando le carte
nautiche e le previsioni meteo a lungo termine per vedere dove andare a
bucare l’equatore. La strada più breve sarebbe il corno d’Africa ma
è anche la zona più bonacciosa e la più pericolosa per rimanere
incastrati nelle calme equatoriali, se ci capiti nella fase sbagliata
può voler dire fare 200 miglia di bonaccia mentre allungando la strada
verso il Brasile lo spessore delle calme equatoriali si riduce e si
possono agganciare gli alisei nell’emisfero australe e l’anticiclone
di Sant’Elena. E così ho fatto.
Di tanto in tanto sento delle botte pazzesche, sono i pesci volanti che
sbattono contro la cappotta. Di notte e con la luna piena è uno
spettacolo pazzesco. La barca sta funzionando bene. Ho una cambusa
fornitissima e sono contento perché ogni giorno posso scegliere cosa
mangiare, recupero energia. Nel percorso tra le isole di Capo Verde e
l’equatore, all’undicesimo parallelo nord, l’acqua è a 29°,
tempo bello, vento leggero, 10 nodi. Proseguo la navigazione verso
l’equatore, mancano solo 3° di latitudine, l’acqua è passata a
30° e abbiamo agganciato il vento, come le carte meteo avevano
promesso, e stiamo già navigando nei venti del mare del sud, le calme
equatoriali sono ormai alle spalle. Il vento è leggero, 8 nodi a
traverso, prua a sud, più andiamo avanti e più aumenterà, già da
domani saremo in compagnia dei venti dell’oceano del sud.”
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