Borse di studio, Stochino (Cda Ersu): “basta studenti di serie b! L’assessore regionale dov’è?”
“La risposta dell’amministrazione dell’Ersu di Cagliari non ci soddisfa affatto ma non arresta di certo la nostra richiesta di pagamento delle borse di studio a tutti gli idonei entro il 31 dicembre, come dice la legge e come deliberato dal CdA”. Così Francesco Stochino, rappresentante degli studenti nel CdA Ersu, in merito alla comunicazione ricevuta in queste ore dagli uffici dell’amministrazione dell’Ersu di Cagliari rispetto alla richiesta, che vede come primo firmatario proprio il consigliere Francesco Stochino, di erogazione immediata delle borse di studio, secondo quanto stabilito dalla legge.
“Conosciamo bene gli ostacoli e le difficoltà burocratiche che esistono in seno all’amministrazione per fare la scelta che noi abbiamo chiesto, ma se ci fermassimo qui il Cda non svolgerebbe la sua funzione, che è una funzione politica – ha spiegato Stochino –. Siamo eletti proprio per questo motivo, per fare scelte politiche, coraggiose, che vanno anche oltre quello che dice l’amministrazione, a volte anche difficili da accettare. Il direttore generale dell’Ersu ha riferito che se l’assessore regionale dell’istruzione darà le coperture, esiste la possibilità di pagare le borse entro i tempi stabiliti dalla legge. Allora ci chiediamo: dov’è l’assessore? Che cosa sta facendo?”.
“Mi preme ricordare che tutti quanti sono idonei, non esistono studenti di Serie A e di Serie B: la dicitura “idonei non beneficiari” deve scomparire, perché è un’invenzione dell’Ersu che non è neppure presente nel bando. Continuano a richiamarci al rispetto delle leggi, ma noi siamo eletti per rispondere solo all’articolo 34 della Costituzione. Un articolo che anche gli enti per il diritto allo studio dovrebbero ricordarsi sempre”.
“È inaccettabile – ha concluso Francesco Stochino – che in un momento in cui il futuro della Sardegna dipende in larga misura dall’istruzione e dalla formazione dei giovani, l’Ersu e le istituzioni competenti si permettano di ignorare i loro obblighi fondamentali”.