Disegno di legge sulla carne coltivata
Disegno di legge sulla carne coltivata promulgato dal Presidente della Repubblica è divisivo, ideologico e fuori dal tempo.
In Italia la “carne coltivata” ancora non c’è e, qualora arrivasse il via libera dell’Efsa alla sua commercializzazione, non farebbe altro che mettere in condizione i consumatori italiani di acquisire il prodotto altrove.Dove la ricerca cruelty-free va avanti.
Così l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che ricorda che, secondo i dati Nomisma, il mercato mondiale della carne “in vitro” ha già registrato importanti investimenti, pari a 1,3 miliardi.
Appare inoltre demagogico e lontano dalla realtà quanto dichiarato oggi dalla Presidente del Consiglio alla Cop 28 in corso a Dubai.
Secondo Giorgia Meloni, se commercializzata, la carne coltivata determinerebbe uno squilibrio sociale dove “i ricchi possono mangiare alimenti naturali e ai poveri vanno quelli sintetici”.
Come notare fa l’Oipa, il via libera a tale produzione determinerebbe un rapido abbassamento dei costi, per via del meccanismo concorrenziale, e sarebbe anche utile al pianeta.
Infatti, secondo un’analisi condotta da scienziati dell’Università di Oxford e dell’Università di Amsterdam.
La produzione di carne coltivata genererebbe emissioni di gas serra inferiori fino al 96% rispetto alla carne prodotta convenzionalmente.
E stima che richiederebbe dal 7 al 45% di energia in meno rispetto allo stesso volume di carne di maiale, pecora o manzo.
La presidente Meloni, inoltre, usa un termine inesatto, sottolinea l’associazione.
L’aggettivo “sintetico” è erroneo, atto a suscitare un’ingiustificata repulsione. In realtà, la carne coltivata è un prodotto che viene realizzato utilizzando cellule animali.
Ora la parola passa alla Commissione Europea: il Governo ha trasmesso il ddl accompagnandolo con una lettera con cui si è data notizia dell’avvenuta notifica del provvedimento alla Commissione europea
“con l’impegno a conformarsi a eventuali osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione nell’ambito della procedura di notifica”, come si legge nella nota del Quirinale.