Il nuovo regime approvato dall’Ue per un importo di 5,7 miliardi di euro consentirà all’Italia di sostenere la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili da parte delle CER.
«I vantaggi riguarderanno le nostre grandi aziende, le nostre piccole e medie imprese e più in generale tutti gli italiani» sottolineano gli analisti di EnergRed, E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane, che già all’inizio del 2023, in collaborazione con primarie associazione di categoria, avevano accertato con le loro previsioni quale sarebbe stato il modello adottato dal Governo, ora approvato dall’Unione Europea.
Ma che cosa è una CER?
«La comunità energetica è il luogo dove creare responsabilità reciproca e impegno comune, grazie al “dono” dell’energia condivisa che ciascuno fa e porta con sé» risponde l’ingegnere Moreno Scarchini, fondatore e CEO di quella che è considerata oggi la “Ferrari del fotovoltaico”, un marchio —quello di EnergRed— destinato a diventare iconico come quello del Cavallino Rampante o come quello della Coca-Cola, di cui l’ingegnere è stato direttore con responsabilità per 6 Paesi per oltre 5 anni.
«La CER —prosegue l’ingegnere della “Ferrari del fotovoltaico”— va vista come un amplificatore di energia. Di fatto è un generatore virtuale di energia condivisa che si misura attraverso la lettura dei contatori di produzione e di consumo dei partecipanti alla CER stessa. L’energia condivisa si somma all’energia effettivamente prodotta dalla CER ed è come inserire un turbo al veicolo energetico» dice Moreno Scarchini.
Il regime di incentivazione
Il regime di incentivazione riguarda tutti quei progetti in autoconsumo con capacità fino a 1 MW ed i beneficiari possono accedere al meccanismo in base al principio “primo arrivato, primo servito”, con due le tipologie di aiuto elargito: una tariffa incentivante ed un contributo a fondo perduto, spiegano gli esperti di EnergRed.
La tariffa incentivante all’energia condivisa è legata al quantitativo di energia elettrica consumato e prodotto all’interno della CER, ossia al soggetto giuridico che permetterà ai cittadini, alle piccole imprese ed alle autorità locali di produrre, gestire e consumare la loro propria energia.
A questa misura corrisponde un budget di 3,5 miliardi di euro, con una tariffa distinta in una parte fissa che diminuisce al crescere della potenza installata ed una parte variabile che diminuisce al crescere del prezzo di mercato dell’energia.
Il contributo a fondo perduto coprirà invece fino al 40 per cento dei costi ammissibili. A questa misura corrisponde un budget di 2,2 miliardi di euro finanziato mediante la Recovery and Resilience Facility dell’Unione Europea. Per beneficiare dell’aiuto, i progetti dovranno diventare operativi prima del 30 giugno 2026 ed essere ubicati in comuni con meno di 5.000 abitanti.