Centro Studi Agricoli Sardegna – organizza una protesta regionale per il giorno 12 febbraio alle ore 11 a Cagliari e nelle sedi di Argea Pp di Nuoro, Iglesias, Oristano e Sassari. Tore Piana, l’agricoltura e l’allevamento sardo attraversano il momento piu’ difficile degli ultimi 20 anni nell’indifferenza della politica e delle istituzioni – a causa di una nuova Pac con regole impossibili da applicare- di una sempre maggiore e crescente burocrazia- di produzioni agricole vendute a prezzi non remunerativi, di una presenza di superfici di terre civiche di difficile gestione, di calamita’ sempre piu frequenti dalla lingua blu alla peste suina, da ritardi nell’erogazione dei fondi Csr/Pac e indennizzi. Servono misure straordinarie urgenti entro pochi mesi altrimenti le imprese agricole sarde saranno al collasso irreversibile.
Agricoltura in Sardegna – Manifestazione protesta 12 febbaio Centro Studi Agricoli
Il momento per l’agricoltura della Sardegna è dei peggiori degli ultimi anni, non basta il prezzo del latte di pecora pagato a 1,80 per risolvere i problemi dell’agricoltura e dell’allevamento Sardo, afferma Tore Piana del Centro studi agricoli. Oggi con l’ingresso del nuovo ciclo della PAC dal 1 Gennaio 2023, si sono imposte regole che in Sardegna sono quasi impossibili da applicare, mi riferisco alla condizionalità rafforzata, al rispetto di norme sull’ambiente, sull’utilizzo di trattori a movimento elettrico, a vincoli sempre più restrittivi, che hanno aumentato a dismisura la burocrazia e conseguentemente creato anomalie sulle domande di aiuto dei fondi PAC ( vedasi anomalie con codici MAN, le anomalie riferite alle PLT, le anomalie riferite alle discordanze di superfici dichiarate e di quelle rilevate dai controlli satellitari a seguito del recente Refresh. Anomalie che coinvolgono 16.000 domande ( 10.000 dal Refresh+4000 da MAN sui Uba a Ettaro e circa 2000 sulle PLT) con il conseguente ritardo o blocco del pagamento dei premi sia in anticipo che a saldo. In Sardegna dobbiamo aggiungere i ritardi anche di anni sui pagamenti delle misure a investimento del PSR e oggi CSR, oggi si stanno ancora istruendo e pagando misure della 4.1 del bando 2017. Se a questo aggiungiamo la difficoltà dell’allevatore Sardo nella gestione delle terre civiche a lui affidate dai comuni si capisce il grado di malessere che si registra nel mondo delle campagne, dove il più delle volte le produzioni agricole vengono vendute a prezzi poco o per niente remunerativi e aggiungiamo le oramai persistenti presenze di Virus come la Lingua Blu su ovini e bovini, danni da cavallette e da persistenti siccità, possiamo dichiarare che l’agricoltura Sarda si avvia al collasso.
Tutto questo avviene nell’indifferenza di tutti, dalla politica alla opinione pubblica, che nel recente immaginario è convinta che a questo comparto arrivino numerosi e troppi finanziamenti. Senza agricoltura e allevamento non si mangia, affermano dal Centro Studi Agricoli, Associazione che si occupa di agricoltura, molto presente nell’isola. Qui serve una moratoria di almeno 5 anni, afferma Tore Piana, per sanare i debiti degli imprenditori agricoli con INPS e BANCHE e contemporaneamente APPROVARE UN PIANO DI RILANCIO di lungo respiro, che guardi ai prossimi 10 anni e che dia certezze a chi investe nel comparto agricolo. Oggi tutto questo viene aggravato, si pensi all’esclusione del comparto ovini dagli incentivi dell’eco schema 1 titolo 2 della PAC, si pensi al valore dei titoli PAC dei terreni troppo bassi, esistenti in Sardegna, si pensi alla cessazione dopo 7 anni degli sgravi INPS per i giovani che per la prima volta si insediano in agricoltura, si pensi alla cessazione dell’esenzione IRPEF sui terreni agricoli si pensi alla troppa burocrazia esistente nella gestione dei bandi PSR/CSR, tutte problematiche che fanno allontanare completamente i giovani dalle campagne e non solo i giovani. Noi come Centro Studi Agricoli al contrario siamo convinti che in Sardegna per il comparto agricolo ci possa essere ancora un futuro ed è per questo che abbiamo organizzato una manifestazione di protesta regionale che deve anche essere un grido di dolore, necessario a sensibilizzare le Istituzioni sia Regionali che Nazionali, ma anche l’opinione pubblica che deve conoscere la reale situazione dell’agricoltura, continua il Presidente del Centro studi Agricoli Tore Piana.
Quando un cittadino va a acquistare nei supermercati un Kg di arance pagando 2 euro, deve sapere che al produttore vengono pagate 45 centesimi al Kg. La nostra protesta si inserisce in un momento particolare dove ci sono le elezioni del rinnovo del Consiglio Regionale e fra pochi mesi il rinnovo del Parlamento Europeo e speriamo coincida anche con l’apertura di una finestra che permetta di cambiare alcune regole sulla PAC. Cambiare si può se c’è la volontà politica, per questi motivi il 12 Febbraio alle ore 11 faremo una manifestazione con presenza in contemporanea in 5 sedi Istituzionali sparse nelle provincie Sarde, che sono : sede dell’assessorato Regionale all’agricoltura a Cagliari e sedi dell’Organismo pagatore Sardo in agricoltura ARGEA OP di : Nuoro- Oristano-Iglesias e Sassari. Vogliamo precisare che la nostra protesta non ha nulla da condividere con altre proteste organizzate per l’agricoltura . Consegneremo a tutti i candidati a Presidente della Regione Sardegna una nostra proposta sulla soluzione delle problematiche dell’agricoltura e dell’allevamento in Sardegna, conclude Tore Piana.