Gestione e prevenzione dei comportamenti problema nell’autismo. L’Aou di Sassari e la Asl n. 1 organizzano tre giornate formative nell’ambito del progetto regionale “Quality of life”, la rete regionale dei servizi per le persone con disturbo autistico
Sassari, 18 gennaio 2024 – “Gestione e trattamento dei comportamenti disfunzionali nelle persone autistiche e con disabilità intellettiva”: è il titolo del corso di formazione organizzato dalla Asl n. 1 insieme all’Aou di Sassari nell’ambito del progetto regionale “Quality of life 7-21″ finanziato dall’Istituto Superiore di Sanità.
Tre giorni di alta formazione rivolti ad educatori, neuropsichiatri infantili, logopedisti, terapisti della riabilitazione psichiatrica, psicologi, neuropsicomotricisti, insegnanti e genitori. Le prime due giornate si sono svolte negli scorsi giorni nella sala meeting della palazzina H del complesso di via Rizzeddu. La terza e ultima giornata è prevista per domani, 19 gennaio.
La formazione segue un percorso tracciato nell’ottobre scorso nell’ambito del convegno “Costruire insieme qualità di vita per bambini e giovani con autismo“ e del seminario clinico rivolto agli operatori e svolto in collaborazione con l’ospedale Bambin Gesù di Roma. In quell’occasione si sono definiti i percorsi differenziati per la formulazione del piano educativo-terapeutico individualizzato e del progetto di vita basati sui costrutti di ‘Quality of Life’ con particolare attenzione alla fascia d’età 7-21 anni.
«L’efficacia dei trattamenti per ridurre i comportamenti problematici è strettamente correlata agli interventi abilitativi per le persone con autismo – ha spiegato Serafino Corti, docente del corso e direttore del dipartimento delle disabilità della Fondazione Sospiro – Questo può avvenire solamente grazie a percorsi specifici indirizzati a formare familiari e operatori per una condivisione comune delle strategie psicoeducative da applicare. Se c’è un lavoro congiunto di comprensione e di intervento, l’efficacia per ridurre i comportamenti problematici aumenterà.
E’ un piano operativo dei servizi che ha come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita della persona autistica e della sua famiglia attraverso la creazione di percorsi individualizzati e assistenziali appropriati.
«La Asl di Sassari si è inserita in questo progetto finanziato dalla Regione per costruire una rete fra i vari operatori del Nord Sardegna e di tutta la Regione. Un progetto che segue le linee guida dell’Istituto superiore di sanità e si basano sulle evidenze scientifiche (evidence based). Lavoriamo molto sulla formazione degli operatori e sulla prevenzione dei comportamenti problema», ha sottolineato la dottoressa Ica Manca, neuropsichiatra infantile e direttrice della Struttura semplice dipartimentale disturbi dello spettro autistico della Asl di Sassari.
Fondamentale quindi la prevenzione e la formazione. L’intento è quello di ottimizzare e potenziare le esperienze pregresse estendendole, in presenza di evidenza di buone pratiche, a tutta la regione.
«Noi siamo stati coinvolti molto volentieri nell’organizzazione di questo corso perché i comportamenti problematici dei ragazzi con disabilità intellettive e con disturbo dello spettro autistico sono molto difficili da gestire. Spesso i piccoli pazienti vengono portati nella nostra clinica in urgenza perché la gestione in famiglia o nei centri di accoglienza diventa molto problematica. Comportamenti che determinano non solo l’aumento dello stigma ma anche situazioni particolarmente critiche e quindi la formazione dei nostri operatori è fondamentale», ha dichiarato il professor Stefano Sotgiu, direttore della Neuropsichiatria infantile dell’Aou di Sassari.
«Di fronte ad una diagnosi precoce, rilevata in pazienti piccolissimi, noi lavoriamo sulla prevenzione dei comportamenti problema anche per evitare un possibile ricovero ospedaliero. Il lavoro nel territorio si inserisce in questo lavoro di prevenzione in una rete globale che vede coinvolta la scuola, la famiglia e gli operatori. L’obiettivo è che il piccolo paziente abbia una buona qualità di vita e che, in particolare, si costruisca un progetto di vita che abbracci tutti gli ambienti in cui il bambino e la persona con autismo vive», ha concluso la dottoressa Manca.
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