Carceri Piemonte, SAPPE: “Nessuna oscura manovra nell’avvicendamento di un appartenente al ruolo degli Ispettori della Polizia Penitenziaria al vertice del Nucleo Investigativo regionale. Si è trattato soltanto della sostituzione di un poliziotto prossimo alla pensione che, peraltro, rivestiva l’incarico al di sopra del proprio livello”.
“Per amore della verità e per evitare che l’opinione pubblica pensi ci siano stati retroscena poco limpidi, occorre fare chiarezza su un recente avvicendamento. Si tratta del cambio di un appartenente al ruolo degli ispettori della Polizia Penitenziaria al vertice del Nucleo Investigativo Regionale piemontese. Incarico, questo, che di norma è destinato a un Dirigente o Funzionario del Corpo. È importante chiarire alcuni aspetti, in particolare alla luce di quanto riportato da alcuni organi di informazione che hanno sostenuto che nessuno avesse mai sollevato dubbi sull’assegnazione del ruolo di capo ufficio a un poliziotto-sindacalista.”
Lo afferma Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, alla luce di alcuni articoli apparsi sugli organi di stampa in cui si metterebbe in evidenza “la rimozione improvvisa dal suo ruolo dell’appartenente al ruolo degli Ispettori che negli ultimi vent’anni aveva guidato l’ufficio investigativo della Polizia Penitenziaria in Piemonte” (cfr. La Repubblica Torino, 20/12/2023, “Quattro carceri sotto accusa, rimosso l’uomo delle indagini”, di Elisa Sola).
Carceri Piemonte: le dichiarazioni di Donato Capece (SAPPE)
“Innanzitutto, va detto che non c’è nulla di inquietante e fumoso in questo normale avvicendamento”, spiega Capece: “laddove l’Amministrazione ha provveduto ad avvicendare una unità che tra poco andrà in pensione per limiti di età e che ha occupato per anni un posto riservato a ruoli e qualifiche superiori alla sua.” Eh già, perché, a differenza di quel che si legge, non è affatto vero che “nessuno aveva mai sollevato la questione nell’arco dei vent’anni passati”.
“Proprio il SAPPe, primo Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria che mi onoro di rappresentare, aveva, infatti, sollevato la questione in più momenti, senza aver tuttavia ricevuto alcun riscontro di sorta”, precisa il leader del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria: “E scrivemmo non solo all’allora Provveditore regionale del Piemonte ma anche al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia, al Capo del DAP Santi Consolo ed al direttore generale del personale, il torinese Pietro Buffa, denunciando proprio le gravi incongruenze riguardanti l’assetto dei nuclei investigativi regionali della Polizia Penitenziaria e di quello del Piemonte in particolare.”
“Era noto a tutti, infatti, che in una realtà territoriale come quella di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – tra l’altro di notevole complessità funzionale – l’incarico di comandante regionale p.t. del NIR era stato affidato a personale appartenente al ruolo degli ispettori piuttosto che a un Funzionario o un Dirigente come prescritto dalla legge”, prosegue. “Ciò nonostante, nessuno ha fatto nulla per rimuovere questa anomalia mantenendo una opzione assolutamente incoerente e, ad avviso del SAPPe, oltremodo illegittima, in quanto lesiva delle prerogative dei Funzionari e Dirigenti del Corpo.”
“Basti pensare che in questo assetto organizzativo (…) un appartenente al ruolo degli ispettori si è trovato ad emettere ordini, diramare direttive e impartire disposizioni a Comandanti di Reparto superiori in grado. (Un po’ come se un Maresciallo dei Carabinieri impartisse ordini a Maggiori e Tenenti Colonnelli.) O, per rimanere al contesto penitenziario, come se un collaboratore amministrativo impartisse disposizioni ai Dirigenti Penitenziari, direttori di istituto.”
“L’appartenente al ruolo degli ispettori, quindi, ricopriva un posto ed un incarico nel quale non poteva stare creando un vulnus oggetto di potenziale responsabilità erariale per l’Amministrazione. Si pensi, ad esempio, a possibili ricorsi per demansionamento da parte dei Funzionari e Dirigenti della Polizia Penitenziaria o, viceversa, ricorsi per riconoscimento di mansioni superiori da parte degli appartenenti al ruolo degli ispettori.”
“Non solo”, conclude Capece “c’era un ulteriore aspetto di inopportunità, oltre a quello dell’assenza del possesso dei titoli previsti per quell’incarico: l’appartenente al ruolo degli Ispettori in parola, responsabile del NIC del Piemonte, era ed è un dirigente sindacale, segretario regionale di un sindacato del Corpo.Appartenenza sindacale che potrebbe ingenerare dubbi sulla necessaria imparzialità, imprescindibile per un incarico del genere”.
Per questo, il leader del SAPPe giudica “fantasiose e non rispondenti alla realtà” alcune ricostruzioni giornalistiche sull’avvicendamento dell’appartenente al ruolo degli Ispettori dai vertici regionali del Nucleo Investigativo Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Torino, “incarico per il quale era ed è previsto un Dirigente o Funzionario del Corpo”.
“E comunque,” conclude Capece “siamo assolutamente certi che l’attività investigativa della Polizia Penitenziaria proseguirà, nel distretto piemontese-ligure-valdostano, con impegno, professionalità e abnegazione (che sono prerogative comuni ad ogni poliziotto penitenziario di ogni ruolo e qualifica) anche dopo l’avvicendamento del collega in questione”.