(Adnkronos) – “Il primo ministro deve poter dire di no ai nostri amici”. Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver comunicato agli Stati Uniti che si oppone alla realizzazione di uno Stato palestinese come parte di ogni scenario del dopoguerra a Gaza.
Gaza, il dopoguerra e lo Stato palestinese: il no di Netanyahu agli Usa
“In ogni futuro accordo, Israele ha bisogno del controllo di sicurezza di tutto il territorio ad ovest del Giordano, questo collide con l’idea di sovranità, che cosa ci possiamo fare?”, ha chiesto Netanyahu in una conferenza stampa in cui ha affermato che Israele continuerà l’offensiva a Gaza fino ad “una decisiva vittoria su Hamas” e di condividere quindi solo un accordo che consenta allo Stato ebraico di ottenere il controllo della sicurezza sull’intera Striscia.
“Niente cambia nella posizione del presidente Biden che la soluzione dei due Stati è la soluzione migliore nell’interesse non solo degli israeliani ma anche dei palestinesi”. Così John Kirby risponde, durante un briefing con i giornalisti a bordo di Air Force One, a chi gli chiede un commento alle dichiarazioni di Netanyahu. “E’ nel miglior interesse per la regione e non smetteremo di lavorare verso questo obiettivo”, ha aggiunto il portavoce del consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, sottolineando i punti di vista diversi con Netanyahu.
“Noi crediamo che i palestinesi abbiano il diritto di vivere in uno stato indipendente in pace” ha detto ancora sottolineando che il focus rimane che “Israele abbia quello di cui ha bisogno per difendersi da Hamas”. “Ma ci sarà una Gaza del dopo conflitto, non ci sarà una nuova occupazione di Gaza – ha concluso -, siamo stati chiari su questo, vogliamo una governance che rappresenti le aspirazioni del popolo palestinese”.
”Non c’è alcun modo” di risolvere la questione di sicurezza di Israele e della regione ”senza la creazione di uno Stato palestinese”, ha quindi affermato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller nel corso di una conferenza stampa. ”Non c’è modo di risolvere le sfide a lungo termine per garantire una sicurezza duratura e non c’è modo di risolvere le sfide a breve termine di ricostruire Gaza, stabilire una governance a Gaza e garantire sicurezza a Gaza senza la creazione di uno Stato palestinese”, ha detto Miller rispondendo a Netanyahu, che oggi ha detto di respingere l’idea di uno Stato palestinese e di condividere solo un accordo che consenta a Israele di ottenere il controllo della sicurezza sull’intera Striscia di Gaza .
Non solo il piano arabo per il cessate il fuoco a Gaza
Gli Stati Uniti starebbero cercando un accordo con Israele e Paesi arabi affinché l’Autorità nazionale palestinese (Anp) possa governare la Striscia dopo la guerra, con un’amministrazione inizialmente “civile, rinforzata solo dalle forze di polizia”. A riferirlo è Sky News Arabia citando fonti proprie, secondo le quali la proposta comprende “l’addestramento dei servizi di sicurezza palestinesi, escludendo il coinvolgimento di Hamas e qualsiasi organizzazione armata che si opponga alla soluzione dei due Stati”.
Per quanto riguarda le garanzie per la sicurezza di Israele, Washington starebbe lavorando sulla presenza di forze arabe e internazionali di interposizione “tra la Striscia di Gaza e Israele da un lato, e tra la Striscia e i confini egiziani dall’altro”, sostiene la tv panaraba con sede a Dubai, pur segnalando che tale proposta si scontra con la posizione del premier israeliano che rifiuta qualsiasi ruolo dell’Anp nel futuro di Gaza.
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