Giornata della Memoria – Sabato 27 gennaio alle 10.30, Cerimonia in omaggio alla “Pietra d’inciampo” – posta il 15 gennaio 2016 – in Piazza Peyron n.13, in ricordo di Giovanni Antonio Vacca ,avvocato di Ovodda deportato e ucciso a Buchenwald
L”Associazione dei Sardi in Torino “A.Gramsci” partecipa anchequest’anno alle celebrazioni della Giornata della Memoria.
Sabato 27gennaio alle ore 10.30, rendiamo omaggio alla “Pietra
d’inciampo” – posta il 15 gennaio 2016 – in Piazza Peyron n.13, in
ricordo di Giovanni Antonio Vacca avvocato di Ovodda deportato e ucciso
a Buchenwald, pietra d’inciampo adottata dall’Associazione. Alla
cerimonia sarà presente, tra gli altri, alla presenza tra le autorità
e istituzioni, di Ilenia Vacca sindaca di Ovodda (Nu).
Giornata della Memoria: Cerimonia in omaggio alla “Pietra d’inciampo” in ricordo di Giovanni Antonio Vacca
Nome: Giovanni Antonio Cognome: Vacca
Nascita:22/01/1897, Ovodda (NU), Sardegna
Morte: 06/02/1945, Buchenwald, Germania
Profilo: Proveniente da una famiglia del ceto medio (il padre è
negoziante), interrompe gli studi alla fine del 1916 per rispondere alla
chiamata alle armi. Dopo un periodo iniziale al 1° Reggimento
Artiglieria da Fortezza a Genova, nel febbraio 1917 viene inviato sul
fronte in Cadore presso il 3° Reggimento Artiglieria da Fortezza. Dal
luglio 1917 frequenta a Vittorio Veneto il corso Allievi Ufficiali di
complemento dell’Arma di Artiglieria, al termine del quale viene inviato
presso il 10° Reggimento Artiglieria da Fortezza, impegnato fra
l’estate 1918 e l’ultima fase bellica sul fronte tra il Grappa e
l’Altopiano di Asiago. Qualche anno dopo la fine del conflitto riprende
gli studi universitari, prima presso il Politecnico di Torino, poi nella
facoltà di Giurisprudenza del capoluogo piemontese, dove si laurea nel
1928. Intrapresa la carriera legale, nel 1933 è titolare di uno studio
legale posto in via del Carmine 21 e, nel 1936, in via Santa Teresa 21,
che divide con il collega Eugenio Giordano. Le sue posizioni
antifasciste sono notorie in un ambiente come quello dell’avvocatura
torinese dove, come più tardi scriverà Valdo Fusi, sarebbe stato più
facile contare gli elementi allineati con il regime che i dissidenti.
Non risulta iscritto al Sindacato fascista di categoria, così come il
collega di studio. È sottoposto a sorveglianza e quando, nel marzo
1938, durante un viaggio a Nizza, si intrattiene in luogo pubblico con
alcuni antifascisti fuorusciti, al rientro in Italia subisce una
perquisizione domiciliare, un fermo che si protrae per tre mesi alla
fine del quale gli viene comminata la diffida, ed inoltre una sanzione
disciplinare (la censura) da parte del direttorio del Sindacato Fascista
Avvocati e Procuratori di Torino. Dopo l’armistizio collabora
attivamente con le formazioni cittadine di Giustizia e Libertà. Viene
arrestato il 12 agosto 1944 per aver tentato di corrompere con una forte
somma di denaro un ufficiale tedesco al fine di liberare alcuni detenuti
politici. Viene deportato a Dachau il 5 ottobre 1944, classificato come
Schutz e riceve la matricola 113596. L’11 dicembre viene trasferito a
nel campo alsaziano di Natzweiler e più tardi a Sachsenhausen. Giunge a
Buchenwald il 6 febbraio 1945, classificato come Pol e con il numero di
matricola 31168. Nel Lager della Turingia si perdono le sue tracce. Sul
marciapiede prospiciente la sua casa di piazza Amedeo Peyron 13, nel
quartiere torinese di San Donato, dal 15 gennaio 2016 lo ricorda una
Stolperstein, una Pietra d’inciampo realizzata dall’artista tedesco
Gunter Demnig, la prima posta a ricordo di un deportato politico sardo.
Associazione dei Sardi in Torino “A.Gramsci” aps – fondata il 1°
ottobre 1968