Restano molti nodi da sciogliere per dare certezze
“È ancora una bozza quella che gira ma se si confermasse il contenuto rappresenta un passo in avanti dovuto anche alle pressioni che come PD abbiamo fatto in questi mesi.” Così commenta la bozza di DPCM energia che circola in queste ore il deputato Dem Silvio Lai che più volte aveva sollecitato chiarezza dal Governo anche con numerose interrogazioni un nuovo provvedimento che chiarisse il quadro energetico dell’isola dopo il ritiro del ricorso della Regione sul precedente DPCM Draghi.
Lai (PD), Nuovo DPCM Energia Sardegna, attendiamo testo finale ma passo avanti
“Il metano rappresenta solo una fase di transizione verso le rinnovabili, della quale abbiamo però necessità per i prossimi 30 anni, non solo per gli usi domestici ma per mantenere una dimensione industriale nell’isola come in tutta Europa. Questo è riconosciuto nella bozza del testo del DPCM e rappresenta la base per ridisegnare la rete interna necessaria e la dimensione del rigassificatore a Porto Torres, e personalmente lo considero anche una nostra vittoria. Così come va letta con soddisfazione la presenza della tariffa unica nazionale per il metano anche in Sardegna.”
“Le incognite da affrontare sono diverse e riguardano i tempi di sviluppo e la tipologia dei nodi della rete che sono affidati al Ministero e ad ARERA, il ruolo dei soggetti privati esistenti che hanno uguale titolo di SNAM a partecipare alla rete, il completamento delle connessioni tra dorsale e bacini già sviluppati.
Così come manca il riconoscimento di compensazioni per i siti che hanno dato la disponibilità di ospitare le infrastrutture di rigassificazione come la città Porto Torres a cui va riconosciuto il servizio che svolgerà per tutta l’isola.
Il tutto per capire se saremo a breve in una condizione di certezza che consenta anche a chi sta anelando risposte per investimenti e impegni di farlo in Sardegna, nel Sulcis come a Portotorres.
Aggiungi che purtroppo ci troviamo dopo 5 anni di Giunta Solinas a discutere di bozze di decreti per la evidente incapacità della stessa giunta regionale nella definizione di tutti gli atti programmatori della transizione energetica.
Per esempio siamo a fine legislatura e manca ancora il piano dei siti idonei per gli insediamenti degli impianti di energia rinnovabili come manca una piano energetico e dei rifiuti regionale che sia adeguato alle nuove regole e condizioni nazionali e internazionali. Anche questo contribuisce a creare confusione e conflittualità evidente tra gli investitori, gli operatori e le comunità locali e la responsabilità di 5 anni di assenza è solo della Giunta Regionale di centrodestra.” Conclude il dem Lai.
“Il passo avanti c’è ma ne servono molti altri e una visione complessiva, così come serve vigilare nei prossimi mesi, mantenendo alta l’attenzione sul tema energia e industria.”