Nursing Up annuncia sciopero di 24 ore, per il prossimo 1 febbraio, a Cagliari. Ma si tratta solo della punta dell’Iceberg
Sanità, Nursing Up De Palma: «La grave piaga del demansionamento in Italia. Sono sempre più numerosi i casi in cui la carenza di personale costringe infermieri ed ostetriche al ruolo vessatorio di factotum, con grave rischio per l’assistenza verso i cittadini».Nursing Up annuncia sciopero di 24 ore, per il prossimo 1 febbraio, a Cagliari. Ma si tratta solo della punta dell’Iceberg
ROMA 27 GENN 2024 – «Non posso che esprimere il mio pieno appoggio alle legittime motivazioni che hanno portato il Coordinamento Nursing Up Sardegna a proclamare, per il prossimo giovedì 1 febbraio, una giornata di sciopero che coinvolgerà tutto il personale del comparto dipendente dell’Azienda Sanitaria Arnas Brotzu di Cagliari.
Siamo di fronte a disagi, disorganizzazione e iniquità, per i nostri professionisti, che sono, da tempo, davanti agli occhi della collettività e della politica regionale e che, come Presidente Nazionale del Nursing Up, sento di voler porre nuovamente all’attenzione dei media, perchè si tratta di fatti che superano gli ambiti territoriali della Sardegna, e che denunciamo ormai quotidianamente, su tutto il territorio nazionale.
Come noto, nell’ambito dell’Azienda Sanitaria Brotzu di Cagliari, convivono due presidi ospedalieri di vitale importanza per la tutela della salute dI tutto il territorio regionale, e che abbracciano un bacino di utenza consistente nell’ambito dell’isola. Ci riferiamo all’ospedale oncologico Businco e al presidio sanitario San Michele, quest’ultima la realtà più importante per ciò che concerne le emergenze-urgenze e soprattutto i trapianti».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«La ragione principale, che porterà gli infermieri e le ostetriche del Nursing Up Sardegna ad incrociare le braccia fra pochi giorni, nell’estremo e mai auspicato tentativo di sensibilizzare le amministrazioni di competenza, è la gravissima carenza di Operatori Socio Sanitari nei turni diurni, e la totale assenza in quelli notturni, per entrambi i presidi sanitari.
Questa realtà, se da un lato genera un costante e strutturale demansionamento, in quanto costringe i nostri professionisti ad assumere a proprio carico compiti che nulla hanno a che fare con il proprio profilo professionale, dall’altro li obbliga gioco forza a superare, con carichi di lavoro esasperanti, i limiti dell’umana tolleranza, con grave rischio per il loro prioritario mandato, e quindi per l’assistenza ai cittadini.
Vi è da dire, secondo quanto ci comunicano i colleghi, che la situazione, negli ultimi mesi, ha superato ogni limite, e che è sempre più evidente la presenza di tutti i presupposti atti a prefigurare quella grave piaga del demansionamento costante, che oltre ad essere vietato, come sancito, dall’articolo 52 del decreto legislativo numero 165/2001, lede profondamente la dignità .
I nostri infermieri sono costretti, perché l’azienda sanitaria non garantisce la presenza di un adeguato numero di Operatori Socio Sanitari, a svolgere mansioni, nei confronti dei pazienti, come la cura della loro igiene personale o il sostegno nella deambulazione per espletare le loro funzioni fisiologiche, che rientrano specificamente negli incarichi di tali operatori, perché questi ultimi, nei fatti, sono totalmente inesistenti, come detto, negli orari notturni.
Parliamo, per precisione, di una tipologia di incarichi di supporto che sono fondamentali per l’assistenza di pazienti in condizioni spesso anche delicate e difficili, magari immobilizzati a letto, ma che non rientrano nelle funzioni di un personale infermieristico ed ostetrico, ormai vessato e stanco, giunto al limite della sopportazione.
Non sono state poche, nel recente passato, le azioni legali intraprese contro l’Azienda Sanitaria, che hanno di fatto aperto la strada a legittimi risarcimenti da parte del Tribunale di Cagliari.
Gli infermieri e le ostetriche dell’azienda Sanitaria Brotzu, ai quali oggi guardano con attenzione anche i colleghi di numerose altre aziende sanitarie in Italia, laddove denunciamo situazioni analoghe, sono stanchi di “fare da tappabuchi” a costo della propria personale responsabilità.
Attraverso questo sciopero, intendono sollevare l’attenzione della politica regionale rispetto a una situazione che si protrae da troppo tempo, e che merita, per la sua gravità, l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale», conclude De Palma.