Rapporto Crea Sanità, FNOPI: Innovare la professione per garantire sostenibilità al Ssn
19° Rapporto CREA SanitàEmergenza infermieri: troppo pochi e ancora poco valorizzati
anche rispetto al resto d’Europa
FNOPI: sviluppare le competenze della professione
per sostenere il SSN
Contributo FNOPI al Rapporto CREA Sanità: serve il passaggio da una
logica prestazionale alla presa in carico dell’assistito, il
superamento dei tabù associati ai concetti di skill mix e task shifting
e un ampliamento delle competenze con gli infermieri specialisti_
FNOPI: “Solo innovando le professioni si garantisce universalità
e sostenibilità del Ssn”
Mancano infermieri in modo preoccupante e questi professionisti
guadagnano troppo poco. Ne mancano oltre 60mila, carenza destinata ad
aggravarsi pesantemente se si considera la popolazione over 75 (che
incrementa il fabbisogno di questi professionisti soprattutto per la
domiciliarità dell’assistenza), i pensionamenti che porteranno fuori
del sistema nel giro di dieci anni oltre 100mila professionisti e le
“fughe” all’estero per ottenere condizioni economiche e lavorative
migliori.
A sottolineare la situazione, cifre alla mano, è il 19° Rapporto CREA
Sanità (visibile dalle ore 13 A QUESTO LINK [1]), Centro di ricerca
riconosciuto da Eurostat, Istat e Ministero della Salute, presentato
oggi nella sede del Cnel a Roma.
Gli stipendi degli infermieri in Italia, spiega il Rapporto, hanno
differenze retributive, a parità di potere d’acquisto, con gli
stipendi annuali in Germania, Svizzera e Regno Unito rispettivamente del
56%, 46,2% e 20% in meno.
Neppure l’ultimo contratto, chiuso nel 2021, ha migliorato di molto
la situazione: il Conto Annuale del Ministero dell’Economia, spiega il
Rapporto, certifica che nel 2021 la retribuzione media del comparto
sanità è stata pari a 42.400 euro, in aumento del 9,0% rispetto alla
retribuzione media del 2012, che valeva 38.900 euro. Nel dettaglio
però, nello stesso arco temporale, per gli infermieri l’aumento è
stato solo del 4,0% (da 32.636 a 33.940 euro).
Anche per questo – oltre che per la limitata possibilità di sbocchi
di carriera senza la possibilità di una vera crescita professionale –
la difficoltà di reperire il personale e la perdita di attrattività
del SSN stanno diventando un’emergenza, come afferma il CREA Sanità,
soprattutto per quanto riguarda gli infermieri, che va affrontata con
una adeguata programmazione del personale, l’incremento dell’offerta
formativa e l’adozione di misure per restituire attrattività al
lavoro nel SSN in termini di riconoscimento sociale ed economico.
Per far fronte alla situazione la FNOPI (Federazione nazionale degli
infermieri) pubblica nel Rapporto un contributo [2] in cui sottolinea
che si dovranno sviluppare le competenze della professione per una
migliore qualità dell’assistenza, con il superamento della logica
prestazionale. e l’estensione ed espansione di competenze.
Un ulteriore passaggio indispensabile per far fronte all’aumento del
peso della cronicità è secondo la FNOPI, il superamento dei tabù che
in Italia sono ancora associati ai concetti di skill mix e task
shifting. è un percorso indispensabile non solo agli assistiti ma alla
tenuta di tutto l’impianto del nostro SSN. Se continuiamo a mantenere le
logiche professionali in essere non riusciremo a garantire più la
sostenibilità del servizio pubblico. E’ diventato ormai vitale
modificare tutto l’impianto delle professioni in Italia.
“L’infermiere specialista – spiega la FNOPI nel suo contributo al
Rapporto CREA Sanità – è referente specifico degli infermieri
generalisti e degli assistenti infermieristici per l’inquadramento
delle esigenze e per i programmi di assistenza individuali, con
particolare riferimento alle casistiche di maggiore complessità: sono
maturi i tempi per una nuova stratificazione della professione
infermieristica che, oltre alla figura del coordinatore e
dell’infermiere generalista prevede la funzione dell’infermiere
specialista: professionista responsabile dell’assistenza
infermieristica nell’ambito di riferimento”.
L’evoluzione epidemiologica, organizzativa e delle competenze dei
professionisti deve necessariamente riguardare, secondo la FNOPI, anche
il personale di supporto all’assistenza infermieristica.
“Solo innovando le professioni a partire da quella infermieristica
in ambito formativo, in ambito di esercizio professionale, in ambito di
autonomia, si può garantire la sostenibilità del sistema e
l’universalità del Servizio sanitario nazionale”, ha commentato la
presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli