Regionali 2024
Regionali 2024. Oggi a Nuoro seconda iniziativa del tour avviato sui territori da confagricoltura per illustrare le sue proposte alla politica. Il 29 tappa a sassari.
È giunto stamattina a Nuoro il tour di iniziative sui territori avviato da Confagricoltura Sardegna per presentare alla politica le sue proposte in vista del rinnovo del Consiglio regionale, il prossimo 25 febbraio. Nella sala conferenze Mannironi della Camera di commercio del capoluogo barbaricino, l’organizzazione agricola ha accolto agricoltori e pastori, candidati alle elezioni e liberi professionisti, cittadini e rappresentanti del mondo datoriale del centro Sardegna. Ad aprire i lavori e a fare gli onori di casa ci ha pensato il presidente di Confagricoltura Nuoro-Ogliastra, Michele Ena, che ha spiegato i motivi da cui è nata l’idea di incontrare la politica e ha definito gli obiettivi strategici e di metodo su cui incanalare le azioni di rilancio del comparto. La rassegna, dal titolo “Coltiviamo il futuro della Sardegna”, ha già fatto tappa lo scorso 22 gennaio a Oristano e raggiungerà il 29 Sassari, alle 10;30 nell’aula magna del Dipartimento di Agraria, e infine Cagliari il 5 febbraio, sempre alle 10;30 negli spazi del Caesar’s Hotel, dove alla presenza del presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, i quattro candidati alla carica di Governatore saranno invitati a seguire il report di proposte dell’organizzazione di categoria e a rispondere ad alcune domande su ciò che si vorrà fare nei prossimi cinque anni per il mondo delle campagne.Oggi a Nuoro.
Il presidente interprovinciale Ena ha subito messo al centro del suo intervento la necessità di rivedere il rapporto tra mondo delle imprese e politica, tra istituzioni regionali, nazionali ed europee e associazioni agricole, dove è sempre più forte la necessità e l’obbligo di collaborare costantemente per poter dare le dovute risposte, e in tempi ragionevoli, alle rivendicazioni in arrivo dal comparto primario. Un modo nuovo di pensare al rilancio di un settore, dove le sfide della globalizzazione, della crisi climatica e dell’innovazione tecnologica devono favorire il gioco di squadra: una condivisione quindi di conoscenze e buone pratiche da prendere a esempio dai confini della nostra Isola o dalle regioni più lontane del pianeta. “Basta con i campanili tra un paese e un altro, tra un Consorzio di Bonifica e l’altro, tra un’Agenzia regionale e l’altra – ha osservato Ena –. Ora, se abbiamo davvero a cuore il futuro dell’agricoltura e delle nostre genti, è giunto il tempo di lavorare tutti insieme”.
È toccato invece al direttore di Confagricoltura Sardegna, Giambattista Monne, entrare nello specifico e illustrare le proposte dell’organizzazione a una sala attenta e curiosa di conoscere idee e possibili soluzioni per vecchi e nuovi problemi. In Sardegna – si legge nel report – abbiamo un sistema produttivo che coinvolge quasi 49mila imprese (con il 5,7% del Pil), di cui circa 47mila nella produzione primaria e circa 1800 nella trasformazione e commercializzazione. Una moltitudine di realtà distribuite uniformemente sul territorio, che costituisce ancora l’asse su cui si reggono gran parte delle comunità sarde, soprattutto quelle delle zone interne. “Per Confagricoltura Sardegna – ha osservato Monne – non è più rinviabile la definizione di una Politica agricola sarda capace di rimettere al centro delle scelte del governo della Regione l’agricoltura, le filiere e le comunità rurali, non solo in chiave produttivistica ma anche in chiave sociale, ambientale e di sicurezza dei territori. L’agricoltura e le produzioni agroalimentari devono tornare in cima all’agenda politica”. Attraverso questo cambio di passo si potrebbero contrastare l’abbandono delle campagne e lo spopolamento delle zone interne, garantendo presidio del territorio, difesa delle identità locali, conservazione di pratiche tradizionali e trasmissione di usi e saperi.
E poi Monne ha affrontato i temi della scelta delle filiere e dei settori strategici attraverso cui si deve pensare il rilancio del settore, che non può prescindere da riforme sul buon funzionamento della macchina regionale, dove si devono riordinare le competenze tra Assessorato dell’Agricoltura e Agenzie.
Si è parlato quindi di miglioramento delle competenze tra gli addetti e facilitazione di accesso al credito, di valorizzazione del patrimonio forestale e di cambiamento climatico. Secondo Confagricoltura Sardegna, il futuro delle comunità rurali, pesantemente colpite da spopolamento e calo demografico, è forse una delle sfide più impegnative che ci attende nel breve e medio periodo.
La parola è poi passata al pubblico che ha partecipato attivamente con interventi e indicazioni puntuali, arricchendo il dossier che Confagricoltura Sardegna intende mettere a disposizione degli eletti nella prossima legislatura.