Specializzato in house immediata e potente, Puddu annovera nel proprio curriculum prestigiose collaborazioni musicali e una lunga esperienza come speaker.
Bentrovato Sandro. Quali sono i tuoi obiettivi musicali per il 2024?
“La collaborazione con Acetone procede. Con Radio Studio Più, si fa strada l’idea di mandare i nostri mixati all’interno del programma Stargate. La mia speranza è che sia una annata prolifica. È un momento non semplice per la musica. Servirà fortuna”.
Perché difficile?
“Fermo restando che la funky house resterà la stella polare dei miei brani, sarà comunque necessario scovare sonorità nuove ed alternative. Voglio scongiurare l’effetto ‘ripetizione’, inevitabile quando le produzioni sono tante”.
Acetone è una realtà che dà spazio alla vostra creatività e offre agli appassionati sempre qualcosa di nuovo. In tutto questo lo spirito di gruppo resta cruciale.
“Il 2023 è stato costellato da belle esperienze e bei risultati. L’auspicio è ottenere il doppio di quei risultati e di migliorarli. Siamo in 5 e c’è affiatamento. Ci siamo incontrati tutti di recente al Teatro Verdi a Cesena. Siamo stati bene ed è stata un’ulteriore conferma della nostra sintonia e della totale convergenza sulle idee“.
Tra i tanti impegni, gestisci una scuola per dj in Sardegna.
“Ho 23 allievi. Sono tanti si dividono a scaglioni. Mentalmente sono già proiettato alla Winter Music Conference che si terrà come ogni anno a Miami, a marzo. Saremo presenti tutti e 5. Diamo tutti anima e corpo per Acetone. Tra le tante belle novità c’è il nostro Acetone Radio Show, ogni martedì sera in onda su Radio Studio Più alle 20:30 (all’interno del programma Stargate di Gianpiero XP).
Cosa vuol dire fare il dj e produrre musica, oggi?
“Sono uno della vecchia scuola, so cosa sia un giradischi della Technics. Vado orgoglioso dei 10mila dischi in vinile. Possiedo una cultura musicale ampia, so dove attingere quando voglio arricchire un pezzo in maniera sensata e originale. Credo che ogni dj debba partire da questo, dalla musica, anche quella non dance, anche la classica, anche il jazz… tutto. Anche la natura è una fonte sonora d’ispirazione. Gli strumenti che ho in studio vengono impiegati per nuovi spunti. Tutto questo, in chi comincia, magari con mezzi digitali, spesso non lo sento.
Servirebbe un approccio diverso, delle conoscenze musicali più profonde. Non esiste solo la house. Molti incontrano ostacoli nella produzione perché ignorano tanti pezzi del passato. Credo sia un peccato per chi si avvicina alla produzione musicale”.
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