Sanità, Nursing Up De Palma: «Monito urgente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Solo migliorando le condizioni di lavoro dei professionisti, valorizzando e trattenendo le eccellenze che abbiamo in casa, e creando le basi per attirare nuove generazioni, possiamo costruire sistemi sanitari solidi ed efficienti»
ROMA 30 GENN 2024 – «Non c’è futuro senza una concreta valorizzazione dei professionisti della salute.
Non può assolutamente esistere un domani, per il nostro sistema sanitario, così come per quello di altri paesi, senza una politica sanitaria lungimirante, che miri finalmente a creare un sano equilibrio tra le competenze di medici e professionisti dell’assistenza, le elevate responsabilità che le nuove sfide della sanità pongono loro davanti, e un concreto miglioramento delle condizioni di lavoro proprio di quegli operatori che rappresentano la leva su cui costruire la sanità del futuro.
Per questa ragione chiediamo al al Governo italiano il massimo impegno sui temi che sono stati affrontati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso la voce di Tomas Zapata, Capo dell’Unità del Personale Sanitario e dell’erogazione dei servizi presso l’OMS/Europa.
L’appello urgente lanciato dall’OMS riguarda oggi tutti noi, e non può essere ignorato.
Ci meraviglia, in tal senso, la presa di posizione dell’On. Salvini che avrebbe chiesto al Governo italiano di smettere di offrire il proprio contributo all’Organizzazione Mondiale della Sanità per reinvestirlo sui professionisti della salute. Si tratta di dichiarazioni che non ci sentiamo di poter condividere in alcun modo
Non è certo questo il modo, a nostro avviso, di reperire nuovi fondi per medici e infermieri.
Non si costruisce una nuova casa, smontando i pezzi di quella accanto!».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«La carenza di personale sanitario, al di là delle differenti problematiche che vanno da nazione a nazione, rappresenta una piaga da sanare, costituisce un problema che si trascina da troppo tempo e che rischia di far entrare sistemi sanitari come il nostro in una crisi profonda e senza via d’uscita.
Se lo è per i Paesi dall’economia più solida come il nostro, figuriamoci cosa rischia di accadere per chi da questo punto di vista è molto più debole e rischia di ritrovarsi, alla luce di un numero insufficiente di medici e infermieri, senza quello scudo, senza quelle difese, indispensabili per tutelare la salute della collettività.
Del resto l’OMS è stato chiaro. Meno infermieri, meno professionisti, più mortalità di pazienti.
L’appello di Zapata abbraccia pienamente i capisaldi delle nostre battaglie.
Migliorare le condizioni lavorative dei professionisti della sanità, significa, come chiediamo da tempo al Governo, ridurre carichi pesanti e orari eccessivi, fornire maggiore flessibilità contrattuale ed assicurare una retribuzione equa. Questo mirerà a migliorare la salute mentale e il benessere degli operatori sanitari, rendendo più attrattivi i lavori nel settore.
Tutto questo, unito a maggiori e mirati investimenti nella sanità, soprattutto rafforzando quella territoriale, condurranno a sistemi sanitari imperniati su organizzazione ed efficienza, dove infermieri e medici, soddisfatti, forti delle proprie competenze, non potranno che innalzare il livello qualitativo della sanità dei paesi dove operano, a partire da quelle nazioni, lo ripetiamo, con l’economia più solida che, naturalmente, hanno i mezzi per costruire sistemi organizzati ed efficienti, e che a loro volta, attraverso la cooperazione internazionale, dovranno poi sostenere la sanità dei paesi più deboli, continua De Palma.
Per l’Italia, trattenere da una parte le eccellenze che abbiamo in casa, e reclutare nuovi professionisti dall’altra, arginando la fuga all’estero e offrendo ricambi generazionali, deve più che mai rappresentare una priorità.
La FNOPI, in tal senso, ha ribadito che esiste oggi una notevole sproporzione tra pensionamenti e ingressi di nuovi infermieri, un altro tema su cui dibattiamo da tempo e che sottoponiamo da mesi e mesi all’attenzione della collettività, dice ancora De Palma.
Per ridare appeal alla professione, ovviamente, occorre prima di tutto investire sugli uomini e sulle donne che lottano già sul campo, in modo che, agli occhi delle nuove leve, possa apparire l’immagine di una sanità nuova, diversa, organizzata, solida, finalmente a misura di professionisti, e soprattutto in grado di garantire ai propri cittadini servizi sempre più efficienti», conclude De Palma.