Sanità, sinistra futura: “restituire la gestione agli enti locali e rafforzare i presidi territoriali con ASL in rete. No a numero chiuso in medicina
“La Sanità sarda versa in una condizione drammatica che va peggiorando di giorno in giorno. Operatori sanitari e medici sono in grandissima difficoltà e migrano negli ospedali del resto d’Italia o addirittura all’estero, dove trovano condizioni professionali e di vita migliori.
Lo stesso vale per la popolazione che non ha fiducia nelle cure erogate nell’isola e compie i viaggi della speranza per provare a ricevere assistenza. Questo accade se il paziente e la sua famiglia sono in grado economicamente e logisticamente di sostenere un viaggio per dare risposte a una patologia, diversamente i report ci dicono che si rinuncia alle cure. Una situazione aberrante. I numeri ci dicono ancora che la popolazione sarda è sempre più anziana, i paesi mal collegati tra loro e soprattutto i presidi territoriali assenti.
Una sanità che è stata dunque depauperata dei servizi di primissima assistenza:guardie mediche, medico di famiglia e analisi ordinarie. Non si può pensare di riversare tutti negli ospedali e pretendere poi che gli ospedali funzionino. Non si può pensare di far percorrere km ai cittadini per un servizio basico, o costringere una partoriente a viaggiare in condizioni precarie, strade ghiacciate, o addirittura come è successo, in nave o in elicottero, dalle isole minori.
Dobbiamo ripensare tutto il sistema sanitario partendo dai territori, dando maggiore centralità alle Asl e mettendole in rete. Questo sarà possibile farlo grazie al recupero del ruolo degli enti localinell’organizzazione della sanità, poiché ciascun comune conosce le necessità del territorio ed è in grado di declinarle con politiche assistenziali mirate.
Negli ultimi anni le aspettative di vita dei cittadini sardi si sono abbassate di tre anni, questa è una enormità alla quale la politica deve dare risposte chiare e veloci. Il personale sanitario è costantemente sotto stress, in pericolo e operante in condizioni estreme. Le linee guida parlano di 1 operatore sanitario ogni 6 pazienti, ma ci sono stati picchi di 1 operatore ogni 20 pazienti in reparti sensibilissimi come neonatologia del Santissima Trinità.
Sinistra Futura è inoltre contraria al numero chiuso alla facoltà di Medicina. Uno sbarramento insensato di questi tempi dove abbiamo una ancor maggiore necessità di persone che abbiano la possibilità di studiare e di formarsi, e soprattutto l’opportunità di restare nella propria terra a svolgere una professione così delicata. Come tutti ben sappiamo, ma spesso la politica dimentica in nome di freddi conteggi e tagli di risorse, la salute è un diritto fondamentale e universale, così come l’istruzione”.
– Le dichiarazioni sono di Luca Pizzuto, Presidente di Sinistra Futura-
Per altre notizie clicca qui