Sassari: crolla la natalità nel 2023
L’anno appena trascorso ha registrato 114 nuovi nati in meno rispettoal 2022. In calo anche le bambine e i bambini nati da madre straniera.
I dati, forniti dalla Clinica Ostetrica dell’Aou di Sassari,
riflettono il trend nazionale.
Crolla la natalità nel 2023
Sassari, 3 gennaio 2024 – L’anno appena trascorso ha registrato a
Sassari una diminuzione significativa delle nascite rispetto al 2022.
Nel 2023 sono nati 1214 bambini, di cui 611 maschi e 603 femmine.
Rispetto al 2022 sono nati 114 bambini in meno. In particolare, c’è
stato un calo di 93 unità per quanto riguarda i maschi e di 21 unità
per le femmine.
Un record negativo che segue il dato nazionale in cui la Sardegna si è
aggiudicata l’ultimo posto nella classifica italiana della natalità.
Un fattore molto positivo da sottolineare è stato il calo drastico
delle donne partorienti che sono risultate positive al virus Covid 19.
Infatti nel 2023 sono state 8, mentre nel 2022 sono state 73. Un dato
significativo è relativo ai parti spontanei che sono stati 632 in
quantità nettamente superiore ai parti con taglio cesareo che sono
stati 523. Sono stati effettuati 296 i parti in analgesia, in aumento
rispetto a quelli del 2022 che sono stati 266. I parti gemellari sono
stati 22.
E’ questa la fotografia che ci restituiscono i dati raccolti dalla
Clinica di Ostetricia e Ginecologia dell’Aou di Sassari diretta dal
professor Giampiero Capobianco.
«In questi ultimi anni sono stati chiusi i punti nascita di Tempio,
Ozieri, La Maddalena, il Policlinico sassarese e temporaneamente anche
quello di Alghero per lavori di ristrutturazione. La Clinica ostetrica
si conferma come centro di riferimento per questo territorio. Siamo
inoltre l’unico punto nascita hub del nord Sardegna organizzato in
Dipartimento Tutela e salute della donna e del bambino di cui fanno
parte la Pediatria, la Neonatologia e Terapia intensiva neonatale, la
Neuropsichiatria infantile, la Cardiologia pediatrica e la Chirurgia
pediatrica», ha sottolineato il professor Capobianco, direttore del
Dipartimento.
«Siamo fortemente preoccupati per la denatalità che colpisce tutta
l’Europa, l’Italia, ma anche la Sardegna e questa provincia in
particolare – ha dichiarato Fausta Pileri, coordinatrice della sala
parto, del Pronto soccorso ostetrico e del day hospital della Clinica di
viale San Pietro – Preoccupati perché le donne non se la sentono
più di avere figli per motivi lavorativi, economici, sociali. Se la
donna lavora deve rinunciare a fare figli perché non c’è una rete di
servizi e di sostegno. Sono preoccupata come ostetrica, come donna e
come madre».
Il fattore multietnico aveva contribuito negli anni precedenti a
migliorare il trend con un aumento costante delle nascite, nel 2023
invece si rileva una diminuzione anche dei numeri relativi alle nascite
dei bambini di madre straniera. Infatti, nell’anno appena trascorso ci
sono state solo 100 nascite di bambini stranieri, mentre nel 2022 erano
state 130 e 120 nel 2021.
Sono 40 le nazionalità da cui provengono le donne che hanno partorito a
Sassari e la comunità nigeriana si conferma anche quest’anno quella
con un numero più elevato di nati ma rispetto al 2022 il dato è in
calo. Un fenomeno che sottolinea l’importanza della multiculturalità
nella società moderna.
Se nel 2023 i bambini nigeriani nati a Sassari sono stati 14, nel 2022
sono stati 24. Al secondo posto si trovano i nuovi nati di madre
proveniente dalla Romania (10 bambini), segue il Senegal (9) nuovi nati,
al quarto posto la Tunisia (7), a seguire la Germania (6) e l’Albania
(5). In settima posizione il Marocco con 4 nati e a seguire la
Bielorussia con 3 nascite. Le donne di dieci nazionalità, in
particolare provenienti da Macedonia, Filippine, Canada, Perù, Francia,
Iran, Spagna, Bangladesh, Bosnia e Polonia hanno dato al mondo 2 nati.
Quota 1 parto per le donne originarie di Cile, Argentina, Russia,
Repubblica Ceca, Ucraina, Slovacchia, Brasile, Repubblica Dominicana,
Ecuador, Stati Uniti, Cina, Lettonia, Moldavia, Irlanda, Honduras,
Australia, Burkina Faso, Guatemala, Nicaragua, Uganda, Croazia.
La curva discendente delle nascite nella nostra isola non accenna a
diminuire e questo elemento potrà avere diverse implicazioni a lungo
termine sul sistema sociale ed economico del Paese, spingendo verso una
popolazione più anziana.