“Sola” Stefania Secci Rosa in concerto oggi a Macomer
Stefania Secci Rosa canta l’amore e la solitudine, e le molteplici sfaccettature dell’universo femminile in “Sola” giovedì 25 gennaio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer per la Stagione del CeDAC Sardegna.Riflettori puntati sulla cantautrice Stefania Secci Rosa, protagonista giovedì 25 gennaio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer con “Sola”, un raffinato concerto sulla falsariga dell’omonimo album di cui anche produttrice insieme con S’ardmusic, distribuito da Egea, incastonato nel cartellone della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa | Musica | Danza organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del Comune di Macomer, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
«“Sola” è abbandonare il mondo sempre più esigente e cattivo e rumoroso e ritrovare la mia compagnia e quella di ciò che sento più divino intorno a me: la natura. “Sola” è tutte le donne che sole e unite hanno cambiato la storia» afferma l’artista, che propone un ideale itinerario sul filo delle note e delle passioni, attraverso un’antologia di canzoni originali in cui spazia dall’amore alla solitudine, per ritrovare se stessa in armonia con la natura.
Sul palco – accanto a Stefania Secci Rosa (voce) – un affiatato ensemble che schiera Fabrizio Lai (chitarra e bouzouki), Simone Soro (violino), Andrea Lai (contrabbasso) e Antonio Pinna (percussioni) con la partecipazione straordinaria della cantante Francesca Corrias (voce): delicate e struggenti poesie in musica in sardo, portoghese, italiano e inglese compongono una sorta di diario, un intimo racconto per quadri, tra atmosfere lusitane e echi mediterranei.
«“Sola” è ciò che sono stata negli ultimi anni della mia vita, nel bene e nel male» – rivela Stefania Secci Rosa –. «Quando si pensa allo stare o al sentirsi soli, la prima immagine che ci viene in mente è quella di una condizione misera. In realtà la solitudine è anche e soprattutto una condizione necessaria e salvifica, dalla quale non possiamo prescindere se non a costo di perdere la nostra individualità. Ho cercato di racchiudere nell’album tutte le sfumature di questa condizione così importante che accomuna gli esseri umani, e che mi permetto di pensare che abbia per tutte le donne un sentito ancestrale».
Un’opera elegante e preziosa, sintesi di un percorso artistico e personale, in cui confluiscono melodie e ritmi ispirati alle musiche del mondo, e specialmente alla cultura e alle tradizioni della Sardegna della Spagna e del Portogallo tra le note del fado e i canti celtici, accanto alle sonorità del Mediterraneo: “Sola” è quasi un autoritratto in musica, una forma canora del mostrarsi e del nascondersi, una narrazione avvincente dove si mescolano realtà e invenzione, in chiave di poesia.
La protagonista
Stefania Secci Rosa da anni collabora in veste di cantante e compositrice con autori e music supervisor di fama internazionale nel mondo del cinema, da Trevor Jones (autore delle colonne sonore “L’ultimo dei Mohicani” e “Notting Hill”), Neil Stemp (“Bohemian Rhapsody”, “Mary Poppins returns”), Andrew Dudman ( ingegnere del suono di “Star Wars”, “Il Signore degli anelli”, “La Sirenetta”), spaziando con la sua voce nei vari film e documentari tra canti in lingua cinese, koreana, giapponese e inglese. È specializzata in musica ebraica dell’est Europa (è stata anche ospite della cantante Noa durante il suo tour “Love Medicine” in Sardegna) e musica popolare portoghese. Il suo disco “Sola” nasce proprio in seguito alle sue collaborazioni musicali in Portogallo, dove ha ottenuto grandi riscontri registrando anche come ospite nel disco dedicato a Zeca Afonso (“Por terras do Zeca”) firmato da Davide Zaccaria, violoncellista al fianco di Dulxe Pontes. È laureata in Canto Jazz a Cagliari e in Composizione al Royal Birmingham Conservatoire in Inghilterra.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
La Stagione de La Grande Prosa | Musica | Danza a Macomer continua tra i segreti della vita di coppia – domenica 4 febbraio alle 21 – con “Vicini di Casa”, dalla commedia “Sentimental” di Cesc Gay, con traduzione e adattamento di Pino Tierno: in scena Alessandra Acciai, Gigio Alberti, Alberto Giusta e Amanda Sandrelli con la regia di Antonio Zavatteri, per una pièce ironica e provocatoria su un argomento complesso come l’eros. Il fragile equilibrio del rapporto tra Anna e Giulio, legati da molti anni, con una figlia, interessi diversi e molte frustrazioni, viene stravolto dall’incontro con Laura e Toni, i vicini, invitati per un aperitivo: una conversazione informale porta alla luce nodi irrisolti, primo fra tutti l’affievolirsi della passione. Le due coppie si scambiano confidenze e indiscrezioni, e sicuramente rispetto alla relazione tra Anna e Giulio, in bilico tra amore e abitudine, la vita erotica di Anna e Giulio appare molto più vivace e interessante… “Los vecinos de arriba” di Cesc Gay indaga con humour tra inibizioni e ipocrisie del nostro tempo.
“Vicini di Casa” di Cesc Gay – scene di Roberto Crea, costumi di Francesca Marsella, sarta Marisa Mantero, disegno luci Aldo Mantovani, regista assistente Matteo Alfonso, foto Laila Pozzo, service audio/luci M2F srl – co-produzione Nidodiragno / CMC, Cardellino srl e Teatro Stabile di Verona, in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi.
Storia di un’amicizia – domenica 25 febbraio alle 21 – con “L’onesto fantasma”, una surreale commedia scritta e diretta da Edoardo Erba, con Gianmarco Tognazzi insieme con Renato Marchetti e Fausto Sciarappa e con la partecipazione in video di Bruno Armando, musiche originali di Massimiliano Gagliardi, scene di Alessandro Chiti e disegno luci e fonico di David Barittoni – produzione Altra Scena e Viola Produzioni. Un intrigante gioco metateatrale in cui la trama dell’“Amleto” shakespeariano s’intreccia alle vicende di tre attori, Gallo, ormai affermato interprete cinematografico e Costa e Tito che sbarcano faticosamente il lunario e vorrebbero coinvolgerlo in un loro progetto teatrale. Ma Gallo rifiuta, perché dopo la tragica scomparsa di un amico e collega, che aveva condiviso con loro una tournée, ha deciso di rinunciare al palcoscenico. Nel tentativo di convincerlo, nasce l’idea di affidare all’antico compagno di scena il ruolo dello spettro, con tanto di nome in locandina: una trovata di dubbio gusto, ma è proprio l’apparizione notturna dell’amico a scompigliare le carte. Il fantasma pare animato da un desiderio di vendetta, amareggiato, vorrebbe punire quelli che considera traditori … in una pièce che è anche un inno al teatro, dove i conflitti diventano poesia.
Un affresco della società – venerdì 8 marzo alle 21 – con “Le Volpi”, uno spettacolo di Lucia Franchi e Luca Ricci (CapoTrave) nell’interpretazione di Antonella Attili, Giorgio Colangeli e Luisa Merloni, con costumi di Marina Schindler, suono di Michele Boreggi e Lorenzo Danesin, disegno luci di Stefan Schweitzer e con scenografia e regia di Luca Ricci – produzione Infinito. Una commedia dolceamara che mostra la spregiudicatezza o forse solo l’inadeguatezza di una classe politica avvezza ai giochi di potere e all’elargizione di favori, senza rinunciare al tornaconto personale. Nell’incontro tra due notabili di una cittadina di provincia e la figlia di una di loro, in una domenica di agosto, mentre i pensieri volano alle imminenti vacanze, si discute di alcune faccende urgenti: «davanti a un vassoio di biscotti, si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi, si regola la maniera migliore di distribuire favori e concessioni, incarichi di servizio e supposti vantaggi». Un rito mondano, in cui emerge il conflitto tra l’interesse privato e il bene comune e il germe della corruzione, nel concedersi «una impercettibile eccezione».
Variazioni sul mito – sabato 16 marzo alle 21 – con “Che fine ha fatto Ulisse?”, una commedia in un atto scritta, diretta e interpretata da Andrea Tedde – produzione Batanea Teatro: la pièce parte dalla fine dell’“Odissea”, quando l’eroe greco, artefice della caduta di Troia grazie allo stratagemma del cavallo, ritornato finalmente a Itaca, si scopre inadatto alla tranquillità del tempo di pace. Il re, sconfitti i proci e riconquistato il trono, non riesce ad adattarsi alla vita coniugale, che pure durante le sue peripezie gli era parsa come un miraggio di serenità, tanto da indurlo ad abbandonare dee e ninfe per ritornare dalla sua amata Penelope e dal figlio Telemaco. Il suo carattere, temprato dalle fatiche di guerra e dai pericoli del lungo viaggio, è ormai quello di un guerriero temerario, più che di un sovrano saggio e di un marito e padre affettuoso: Ulisse avverte in sé l’inquietudine e il desiderio di nuove avventure e infatti, come racconta Dante nella “Divina Commedia”, si rimette in mare su una piccola imbarcazione insieme a un gruppo di ex compagni di battaglia… e per scoprire a quali nuovi imprevisti vada incontro e quale sorte lo attenda… non resta che andare a teatro…
Tra danza e spiritualità – martedì 26 marzo alle 21 – con “Dervish”, uno spettacolo del coreografo turco Ziya Azazi, che si ispira al Sufismo per la sua ricerca filosofica e artistica: in programma “Azab”, su musiche di Uwe Felchle e “Dervish in Progress”, su musiche di Mercan Dede, due creazioni originali e in qualche modo complementari, su un personale percorso verso la conoscenza. Il Sufismo esplora il significato della creazione dell’uomo e dell’universo e traccia un itinerario attraverso quattro porte, che segnano i diversi gradi di consapevolezza, per giungere all’illuminazione: la Legge, il Cammino, la Consapevolezza e il Discernimento.
“Azab” descrive lo sforzo dell’uomo per superare le prime tre porte, attraverso la rotazione che caratterizza la danza sufi, mentre “Dervish in Progress” parte dalla quarta porta: qui il senso di completezza e di gioia sono visibili in ogni movimento, e nell’eleganza e nella grazia del gesto si riflette il luogo in cui la sua mente si trova nel compiersi del viaggio.
“Dervish”, con ideazione, coreografia e danza di Ziya Azazi e con disegno luci originale di Lutz Deppe, ricreato da Francesco Servettini e costumi di Ischiko – produzione Za&Office.
Una danza ai confini della percezione – domenica 7 aprile alle 21 – con “IMA”, una coreografia di Sofia Nappi, con Arthur Bouilliol, Leonardo de Santis, Glenda Gheller, India Guanzini e Paolo Piancastelli, disegno luci di Alessandro Caso, costumi di Luigi Formicola, assistente alla coreografia Adriano Popolo Rubbio – produzione Sosta Palmizi e Komoko / Sofia Nappi, in coproduzione con La Biennale di Venezia, Colours / International Dance Festival e Centro Coreográfico Canal. Una creazione nata durante il tempo della pandemia e del “distanziamento”, con un titolo evocativo che rimanda alla parola giapponese “ima”, ovvero “il momento presente”, mentre in aramaico ed ebraico corrisponde a “madre”, come simbolo di rinascita e rinnovamento. “IMA” si ispira alla condizione di isolamento, quando – ricorda Sofia Nappi – «ci siamo ritrovati soli nella nostra vera casa – il corpo – dove la principale dimensione temporale tangibile è il presente, dove il nostro esistere diventa più sensibile alle piccole cose. In questo spazio, il bisogno di rapportarsi con l’altro da sé, in assenza di contatto fisico, porta a raggiungere un profondo senso di connessione sensibile e nostalgia di co-creazione… Tutto è in continuo divenire in una danza che è interconnessione universale».
Una favola arcana sulle periferie metropolitane – mercoledì 8 maggio alle 21 – con “Rumba / L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, il nuovo spettacolo di e con Ascanio Celestini, con musica e voce di Gianluca Casadei e la voce di Agata Celestini, immagini dipinte di Franco Biagioni, sound design di Andrea Pesce e disegno luci di Filip Marocchi – produzione Fabbrica, Fondazione Musica per Roma, Teatro Carcano e Comitato Greccio 2023. Una narrazione dai toni onirici e fantastici, che s’intrecciano alla cruda realtà per trasfigurarla in chiave poetica: la storia del Santo di Assisi s’intreccia alla quotidianità, in quella parte di mondo che si può intravedere da una finestra, tra facchini africani e barboni che chiedono l’elemosina, un magazziniere analfabeta, un’ex prostituta che ha ricomprato la sua libertà, uno zingaro che fuma… Una folla di poveri e diseredati, gli “invisibili” che abitano ai margini delle grandi città, per comporre un nuovo presepe, in attesa di una lieta novella che possa cambiare il destino dell’umanità o illuminare le loro giornate, e riunire le genti del mondo in un’unica armonia.
Un ritratto al femminile – giovedì 16 maggio alle 21 – con “Perfetta”, un monologo scritto e diretto da Mattia Torre (uno dei più originali e interessanti autori contemporanei, prematuramente scomparso), per Geppi Cucciari, che interpreta una donna in carriera, con musiche originali di Paolo Fresu e abito di scena di Antonio Marras, disegno luci di Luca Barbati (assistente alla regia Giulia Dietrich) – produzione ITC2000. Un’eroina moderna alle prese con mille impegni e responsabilità, si racconta in un “diario” ironico e graffiante, scandito dalle varie fasi del ciclo mestruale, attraverso la cronaca di quattro martedì, apparentemente uguali ma diversi nella percezione per il variare degli stati d’animo e i repentini cambi d’umore. Nella vita della protagonista, Mattia Torre pone in risalto un aspetto quasi tabù, non solo per gli uomini: il ciclo diventa elemento catalizzatore e scatenante, trasforma il paesaggio, suscita reazioni (im)prevedibili e perfino pericolose, mette in connessione la donna con il cosmo e in particolare con le fasi della luna. “Perfetta” – tema e titolo della pièce – riflette l’ansia da prestazione, il bisogno di essere sempre all’altezza, nella feroce competizione sul lavoro e in famiglia, tra strali satirici e spunti comici, per un’intensa prova d’attrice.
La Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa | Musica| Danza al Teatro Costantino di Macomer è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Macomer, con il prezioso contributo della Fondazione di Sardegna e il supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.
INFO & PREZZI
MACOMER
abbonamento a 12 spettacoli:
intero: 120 euro – ridotto: 100 euro
biglietti:
intero: 16 euro – ridotto: 14 euro – ridotto studenti: 5 euro
info: cell. 371.5961368
prevendite online: www.vivaticket.com
link: https://www.vivaticket.com/it/ticket/pourparler/225606