Paolo Truzzu Presidente, ritratto di una sconfitta preannunciata
di Umberto Zedda
Hanno storto il naso la Lega e i sardisti dopo il tavolo di giovedì in cui si è deciso che Paolo Truzzu sarebbe stato il nuovo candidato della destra alle presidenziali in Sardegna. Chi se lo aspettava? Il Carroccio puntava sulla continuità dettata dal Governatore uscente Solinas. Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, si scaglia contro la decisione presa: «Noi siamo per la continuità, vediamo se altri si prendono la responsabilità di rompere».Ciò lascia intendere che la rottura potrebbe riaprire i giochi anche al livello nazionale vista la risposta del Premier Giorgia Meloni che a sole 24 ore dal tavolo delle destre ha dichiarato: «Vorremmo non arrivare troppo a ridosso per selezionare i candidati, soprattutto per le cariche monocratiche, perché più si avvicina il voto, più il clima diventa arroventato, ma abbiamo sempre risolto in passato, figuriamoci se non risolviamo adesso». La speranza di riunirsi ai propri alleati sembra scomparire proprio oggi. Il sindaco e nuovo candidato Truzzu si sente pronto ad essere il “candidato governatore”, e, nonostante le parole conciliatorie di un politico che non vuole spaventare gli elettori di destra, la Lega e il Psd’Az sembrano sempre più mollare la presa con quest’ultimo che considera un’alleanza con il polo guidato da Renato Soru.
Il cavallo migliore?
Ma la domanda che gli elettori dovranno farsi è -Truzzu è l’uomo giusto per la carica?-. Dopo le ultime non proprio positive esperienze da Sindaco del capoluogo sardo il candidato di FdI non sembra aver perso grinta o ciò mostra ai suoi elettori suoi social: «Responsabilità, gratitudine e fierezza», aveva scritto il sindaco di Cagliari, «lavorerò come sempre con umiltà e per tutti. Credo nella politica del fare e delle scelte coraggiose nell’esclusivo interesse della Sardegna. Le sfide sono tante e difficili ma, insieme a tutti coloro che ci accompagneranno in questa avventura, daremo il massimo per la nostra terra e il suo futuro».
Parole di un certo peso dopo la debacle di Capodanno che ha visto, dopo una pessima e lenta organizzazione, una sconfitta a livello di numeri mai registrata prima. Al concerto di Marco Mengoni hanno partecipato meno di 20.000 persone, nonostante ciò che ha affermato il sindaco, facendo fare all’amministrazione una figura barbina. L’investimento costato 800.000 euro ha visto più disagi che pregi. Data la concentrazione delle forze dell’ordine in Viale Diaz, le zone attorno a piazza Yenne hanno fatto da sfondo a dei festeggiamenti alternativi. Disagi nelle strade, la distruzione di un’edicola nella stessa piazza e last but not least l’accoltellamento di un giovane.
Se Paolo Truzzu considera questo un Capodanno degno di nota per la città di Cagliari faticheremo ad immaginarcene uno organizzato male. Diventa faticoso a questo punto anche immaginarsi una gestione regionale nelle mani del sindaco Truzzu. Ma volere è potere, questo la destra e in particolar modo Truzzu lo sa; come sapeva che cantierando alcuni tra i più importanti snodi di Cagliari nello stesso momento avrebbe creato un certo disagio agli abitanti. Se pensiamo, maliziosamente, che ha coniato la geniale idea durante l’ultimo anno di mandato potrebbe venirci in mente che le sue intenzioni fossero quelle di essere ricordato per qualcosa. Come direbbe Oscar Wilde “Che si parli di qualcosa in bene o in male l’importante è che se ne parli”.
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