UNGUESS, azienda attiva nel settore del crowdsourcing per test di servizi digitali, ha stilato una lista delle 10 tendenze che faranno la differenza nel futuro della ricerca utente e dello UX Design.
Tra queste vi sono l’inclusività, la sostenibilità, la coerenza tra le interfacce, il coinvolgimento attraverso pratiche di gamification e l’affidabilità.
UX Research: i 10 trend per il 2024 secondo UNGUESS
Gennaio 2024 – Se fino a pochi decenni fa era l’uomo a trarre insegnamento dalla tecnologia, oggi è invece a quest’ultima che viene richiesto di avvicinarsi alle esigenze dell’utente. Ma in che modo? Attraverso lo studio della User Experience Research è possibile creare dei progetti di successo a cui, oggi più che mai, viene chiesto di rispondere a una domanda fondamentale: l’esperienza che l’utente avrà su un determinato sito web sarà positiva? Come può essere migliorata? UNGUESS (https://unguess.io/it/) azienda attiva nel settore del crowdsourcing per test di servizi digitali, ha stilato una lista di 10 trend fondamentali per il futuro della UX Research spiegati anche attraverso una playlist su Spotify creata ad hoc dall’azienda che associa a ogni tendenza una canzone.
Inclusività: ogni pagina web presenta in media 50 ostacoli all’accessibilità[1]; per questo motivo, un design inclusivo non è più un’opzione ma una necessità. Creare prodotti accessibili e destinati a un pubblico variegato significa considerare diverse esigenze per fornire soluzioni più equilibrate ed efficaci per l’intero pubblico.
Emotività: Utilizzare l’analisi emozionale, anche guidata da AI, nel campo della UX Research fornisce insight cruciali sulle reazioni emotive, dando vita a un design più empatico e coinvolgente.
Sostenibilità: il design sostenibile va oltre l’estetica poiché promuovere un’attenzione per gli aspetti sociali e ambientali significa anche compiere decisioni etiche per ridurre consumi e abitudini negative che mettono in pericolo il pianeta. Seppur sia un impegno che riguarda soprattutto il design di prodotti, oggi anche chi disegna interfacce digitali deve considerare che la sostenibilità passa da pratiche che vanno dalla durabilità al disassemblaggio dei materiali.
Coerenza: il 61% degli utenti naviga sia da mobile sia da desktop nello stesso giorno[2]. Garantire quindi coerenza visiva e di interazione su diverse piattaforme è di vitale importanza per offrire esperienze di usabilità efficaci e soddisfacenti a utenti che sanno sempre più destreggiarsi su più device tecnologici.
Dark mode: oltre a ridurre l’affaticamente visivo e preservare energia, la dark mode sta diventando sempre più una scelta di design essenziale per accessibilità e preferenza degli utenti. Al giorno d’oggi, oltre l’80% degli utenti sceglie di utilizzare la modalità notte sui propri dispositivi elettronici[3], per questo motivo è bene per i brand tenere in considerazione la dark mode come versione di default o alternativa a quella più standard.
Comunicatività: interfacce conversazionali intuitive si schierano dalla parte dell’utente per semplificare notevolmente alcune azioni. Chatbot o assistenti vocali sempre più avanzati riducono la dipendenza da interfacce tradizionali e aumentano le opportunità di design accessibile, basti pensare ai numerosi Assistenti Google e Amazon che hanno preso piede di recente.
Progresso: l’intelligenza artificiale nella ricerca utente è un tema di interesse e cautela e molto attuale. Secondo una ricerca di user interviews, un quinto dei ricercatori utilizza attualmente l’IA nelle proprie ricerche mentre un ulteriore 38% prevede di incorporarla in futuro. Cosa frena il campione restante dei ricercatori dall’adottare l’IA? Sicuramente dubbi legati alla gestione aziendale di valori come diversità, equità e inclusione (DEI) che riguardano l’esperienza sia dei dipendenti sia dei clienti, oltre a preoccupazioni in merito alla privacy dei dati in essa contenuti.
Coinvolgimento: la gamification contribuisce a innalzare il coinvolgimento dell’utente del +48%[4]. Inserire quindi elementi ludici nelle interfacce permette di motivare e coinvolgere l’utente, rendendo l’interazione più divertente e gratificante, oltre che a migliorare la retention.
Cura: l’utilizzo di microinterazioni permette di incrementare l’engagement e migliorare l’esperienza utente complessiva. Investire in piccoli dettagli interattivi, come animazioni fluide o feedback istantanei, può fare la differenza nell’esperienza complessiva dell’utente che sperimenta in questo modo un’interazione gratificante.
Attenzione alla privacy: secondo il 64% degli utenti, le aziende che forniscono informazioni chiare sulle politiche di privacy accrescono la fiducia[5]. Nell’epoca attuale in cui la crescente preoccupazione per la privacy richiede un approccio proattivo alla protezione dei dati nell’UX Design, integrarla fin dalla fase di progettazione aiuta l’utente a costruire fiducia attraverso esperienze di navigazione sicure e trasparenti.
“Ci sono un sacco di fattori in gioco che stanno iniziando a emergere o che probabilmente faranno la differenza nel prossimo anno – afferma Alessandro Caliandro, Head of UX di UNGUESS – Da anni in UNGUESS analizziamo prodotti e servizi digitali in Italia e nel mondo, basandoci sui comportamenti e sulle attitudini degli utenti. Questo ci ha dato una prospettiva unica. Vogliamo condividere queste conoscenze con i professionisti del settore per aiutarli a creare tecnologie nel 2024 che siano veramente human-centered.”
A questo link è possibile ascoltare la playlist su Spotify creata ad hoc da UNGUESS che associa una canzone a ciascuno dei 10 trend evidenziati dall’azienda.
[1] https://webaim.org/projects/million/#intro
[2] https://www.komodolabs.com/
[3] https://marketsplash.com/dark-mode-usage-statistics/
[4] https://webtribunal.net/blog/gamification-statistics/