Continuano i raid americani all’indirizzo degli Houthi in Yemen
di Umberto Zedda
Aumentano le proporzioni del conflitto israelo-palestinese dopo i bombardamenti degli Usa e della Gran Bretagna nello Yemen avvenuti giovedì 11 gennaio. Sin da novembre gli Houthi, una fazione ribelle dello Yemen schierata con l’Iran, hanno portato avanti degli attacchi nei confronti delle navi che transitavano nel Mar Rosso, in tutto 27, in risposta ai bombardamenti perpetrati da Israele verso la Palestina.Dopo settimane di avvertimenti inascoltati sono iniziati i raid. Nella notte 73 contro le postazioni militari Houthi che tenevano sotto scacco il flusso di navi che passando dal Canale di Suez attraversa il Mar Rosso, tratto in cui transita il 12% del commercio globale.
L’ordine è giunto dal Presidente USA Joe Biden che giovedì, dopo l’ennesimo attacco yemenita ha deciso di attaccare per “preservare la libertà di circolazione in uno dei corsi d’acqua più vitali al mondo”. A novembre il portavoce degli Houthi Mohammed Abdulsalam aveva dichiarato che le acque adiacenti allo Yemen fossero sicure, fatta eccezione per le navi israeliane e per quelle dirette verso lo stato ebraico a causa della “ingiusta guerra di aggressione contro la Palestina”.
Un atto di solidarietà e una dichiarazione di guerra. Bloccando i traffici sul Mar Rosso gli Houti hanno chiamato in ballo il mondo occidentale che per nessun motivo accetterebbe un blocco commerciale nell’attraversamento del Canale di Suez.
Le condanne
Diverse le condanne dei raid nello Yemen, in primi dall’Iran che ha accusato gli USA e il Regno Unito di aver condotto “un’azione arbitraria” e di aver compiuto “un errore strategico” aggiungendo: “Tale guerra ingiustificata viola la sovranità dello Yemen, le leggi internazionali, la Carta delle Nazioni Unite e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e mette in pericolo la pace e la sicurezza della regione”. La Russia chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu mentre denuncia “un’escalation distruttiva” da parte dei paesi occidentali.
“Vogliono un bagno di sangue nel Mar Rosso”, ha affermato il presidente turco Tayyip Recep Erdogan accusando Londra e Washington di un “uso sproporzionato della forza”.
I raid non si fermano e questa mattina gli attacchi americani hanno preso di mira un altro sito nella capitale Sanaa secondo il canale Houthi al-Masirah.
Da palazzo Chigi il sostegno verso i Paesi alleati. Fonti del governo italiano fanno sapere che all’Italia non è stato chiesto di partecipare ai raid.