‘Chi lo decide chi siamo?’: esce il video del brano di Cenere, che ha vinto il Premio Amnesty di Voci per la libertà
Si intensificano le attività in vista della 27a edizione del festival“Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal
19 al 21 luglio 2024 a Rovigo, che avrà il clou nell’assegnazione dei
Premi Amnesty International Italia nelle sezioni Big ed Emergenti.
Per la prima sezione entro il 20 febbraio 2024 si possono segnalare
all’indirizzo [email protected] brani che siano stati
pubblicati tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023, che siano
interpretati da un artista italiano noto e che trattino temi legati alla
Dichiarazione universale dei diritti umani. La storia del premio e altre
informazioni a questo link:
www.vociperlaliberta.it/premio-amnesty-italia
Per la sezione emergenti è invece on line il bando di concorso per la
nuova edizione, a cui possono partecipare cantautori e band con un brano
sui diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto e di qualsiasi genere
musicale. La scadenza del bando è fissata per lunedì 8 aprile, ma per
le iscrizioni che arriveranno entro lunedì 4 marzo c’è in più
l’opportunità del “Premio dei giovani di Amnesty”, che
selezionerà già uno degli otto semifinalisti. Il bando e ulteriori
informazioni sono disponibili su:
www.vociperlaliberta.it/premio-amnesty-emergenti/
Molti i premi in palio, fra cui la produzione di un video del brano
vincitore.
E’ appena uscito quello della band che ha prevalso nella scorsa
edizione, Cenere, con il brano “Chi lo decide chi siamo?”, che parla
degli stereotipi di genere imposti dalla società e dai media. È
disponibile sul canale YouTube della band:
https://youtu.be/jqXSqEfxYLM?feature=shared
Il video, realizzato appunto grazie alla vittoria del Premio Amnesty
International Italia sezione Emergenti nel 2023, è stato girato al
Cassero LGBTQIA center Arcigay di Bologna con Giancarlo Morieri alla
regia, Marcella Menozzi al montaggio e l’agenzia di comunicazione
Advista.
Dicono gli autori: “Il videoclip si apre con una sequenza di spot TV
anni 80, montata in stile zapping, che evidenzia i messaggi macisti
presenti nelle pubblicità di giochi per bambini, in cui troviamo maschi
guerrieri e femmine relegate al ruolo di cuoche o madri. Sono passati 44
anni e forse i messaggi non sono più altrettanto espliciti ma c’è
ancora tanto da fare e da cambiare.
Il soggetto, pensato inizialmente come una sfilata di diversi personaggi
travestiti da eroi, militari, astronauti e bambole in un bizzarro
collage di ruoli, si è trasformato strada facendo in un’esperienza
reale. Tramite il passaparola tra amici e conoscenti, il gruppo ha
invitato sul set persone vere, con professioni o hobby non convenzionali
e gli ha chiesto di sfilare sulle tre passerelle, interpretando loro
stesse nella più totale spontaneità. Abbiamo così una sequenza di
personalità che aggiungono verità a quanto si vuole raccontare.
Il suono secco di un martello a chiusura del video richiama quello del
martelletto di un giudice, come una provocazione a giudicare i
personaggi in scena, rivendicando invece la loro totale libertà
personale ed espressiva”.
Il nostro genere determina ancora il nostro futuro e le nostre scelte?
Viviamo ancora in un mondo in cui i maschi in quanto maschi devono
essere forti e coraggiosi e le femmine carine e premurose? Quanto siamo
liberi di sviluppare la nostra vera identità se la società ci impone
di ricoprire ruoli blindati sin da piccoli? “Chi lo decide chi
siamo?” nasce da questi interrogativi.
Sarah Fornito, autrice, frontgirl e chitarrista del gruppo spiega:
“L’idea alla base del set nasce diversi anni fa, ispirata da un
vecchio gioco, ‘Gira la moda’. Aveva tre cerchi concentrici e ognuno
di essi ti permetteva di scegliere una testa, un busto o le gambe, che
si potevano ruotare e mixare per creare tanti personaggi e altrettanti
look. Ho ragionato su questa divisione in tre parti e l’ho ricreata on
stage, reinterpretandola con tre pedane che simboleggiano razionalità,
il cuore e l’istinto, rispettivamente in verde, rosso e viola, al
centro a sinistra e a destra. Questi tre elementi caratterizzano ogni
individuo appartenente alla categoria umana e si contaminano sconfinando
l’uno nell’altro, delineando i contorni delle nostre identità, che
non sono lineari e immobili, ma sfumate e in continuo mutamento”.
Tutti gli aggiornamenti del festival su: www.vociperlaliberta.it