Domani, sabato 24, e domenica 25 febbraio l’atteso ritorno a Roma dei Motus con una performance sul mito di Cassandra
Acclamati dal pubblico di tutta Europa al Teatro Biblioteca Quarticciolo il 24 e 25 febbraio arrivano i MOTUS, la compagnia di ricerca fondata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò che dal ’91 porta in scena le provocazioni e le contraddizioni del contemporaneo. Of the nightingale I envy the fate è un solo con Stefania Tansini, ispirata a Le troiane di Euripide. Un affondo sulla figura di Cassandra e sull'”essere uccello”; una potente e sciamanica azione liberatoria da un corpo e una voce imbrigliati dalla schiavitù e dall’annichilimento del sistema patriarcale, in una foresta sonora di stridìi, grida, fischi, canti, gorgheggi, trilli, schiamazzi, sibili, gemiti di dolore e gioia febbrile, dove la natura selvaggia invade prorompente ogni visione.
Alla sfera animale, dell’incivile, del selvatico è ricondotto il talento di profetessa di Cassandra. Nell’Orestea il corifeo paragona il suo lamento incomprensibile al canto di un usignolo: dalla risposta della “giovane inascoltata” viene il titolo di questa performance-grido, dove la battaglia di Cassandra è rievocata dal corpo-voce di Stefania Tansini nei momenti che precedono la sua ingiusta uccisione come schiava/adultera e ξένη/straniera. Un rito sciamanico dove si fondono la stereotipica fragilità femminile e il suo spirito di vendetta infuocato, le funeste visioni del futuro, come la prodezza animale, l’eleganza del gesto e dello sbattere di ciglia – usignolo ibridato da piume tropicali che si rifrange in uno spazio alterato – in dialogo con una luce mobile (d’oltremondo?) che la insegue e la sfida. Anche il suo linguaggio oscilla, fluido, fra lucidità e mimetismi animali che lo rendono stridore ostinato e dolcissimo. Dopo il viaggio agli inferi, torna in superficie trasformata e nutrita dalle larve serpentine della terra, via i piumaggi leggeri, emerge a testa bassa pronta per continuare, perché ancora una volta, non era previsto che noi sopravvivessimo, come scrive una combattente/Cassandra come Audre Lorde.
Motus nasce a Rimini da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Il lavoro della compagnia, fatto di teatro, performance e installazioni e accompagnato da un’intensa attività di seminari, viene presentato in Europa e in tutto il mondo. Nel 2020 i registi iniziano a lavorare al progetto Tutto Brucia, che, prendendo spunto da Le Troiane di Euripide, indaga la condizione di “fine” presente nella tragedia legata a doppio filo alla condizione del tempo presente segnato dalla pandemia e dal lutto. Da Tutto Brucia scaturiscono i due soli, You Were Nothing but Wind – con Silvia Calderoni sulla figura di Ecuba – e Of the nighitngale I envy the fate – affondo su Cassandra con Stefania Tansini. Nel 2023 Motus da vità a Frankenstein (a love story), prima parte del dittico progettuale che prende il nome dal celebre romanzo di Mary Shelley. Un’opera gentile, che riveste la “creatura senza nome” di tutte le fragilità e contraddizioni del tempo.
I registi della compagnia sono stati direttori artistici del pandemico cinquantenario di Santarcangelo Festival – progetto biennale in tre atti tra luglio 2020 e luglio 2021. Nel 2023 curano Supernova, prima sperimentazione della rassegna di arte performativa contemporanea a Rimini.
Nel 2021 Motus vince il prestigioso Premio della Critica dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.