(Adnkronos) – L’esercito israeliano ha affermato di aver ucciso oltre 10 “terroristi” durante operazioni in corso nel quartiere Zeitoun di Gaza City, precisando di aver eliminato i miliziani di Hamas con “il fuoco dei cecchini e per mezzo di velivoli teleguidati ed elicotteri da combattimento”. Ha inoltre affermato di aver localizzato tunnel e depositi di armi di Hamas nella zona. L'esercito israeliano ha aggiunto di aver ucciso più di 10 combattenti di Hamas nella parte occidentale di Khan Younis. L'Idf ha inoltre comunicato che un “velivolo sospetto”, entrato nello spazio aereo israeliano dal Libano, è stato intercettato con successo dalle difese aeree. Allarmi di sospetta infiltrazione di droni erano suonati in diverse comunità della Galilea. Le sirene hanno suonato anche a Kiryat Shmona a causa del timore che cadessero schegge a seguito dell'intercettazione. Intanto, dopo tre giorni di colloqui al Cairo, la delegazione di Hamas, guidata da Ismail Haniyeh, ha lasciato l'Egitto. Lo riporta la tv satellitare al-Jazeera sulla base di notizie diffuse da Hamas che riferisce di incontri con il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamel, incentrati su un accordo per il cessate il fuoco con Israele e la consegna di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. In un colloquio con il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha insistito sulla "necessità di un piano credibile che garantisca sicurezza e sostegno a più di un milione di persone che si sono rifugiate a Rafah prima di procedere con qualsiasi operazione militare" in questa città del sud della Striscia di Gaza. Austin ha parlato anche della "necessità" di "garantire che arrivino più aiuti ai civili palestinesi, dal momento che saccheggi e violenze complicano l'accesso dei convogli umanitari a Gaza", ha fatto sapere il Pentagono. Al centro del colloquio, ha reso noto la vice portavoce Sabrina Singh, anche l'impegno per arrivare alla liberazione di "tutti gli ostaggi" e le operazioni militari israeliane contro Hamas nella città di Khan Yunis, sempre nel sud dell'enclave palestinese che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas. Il portavoce della Knesset israeliana Amir Ohana al Jerusalem Post ha detto che "non c’è disaccordo negli Stati Uniti: democratici, repubblicani, Senato, Camera, tutti concordano sul fatto che Israele debba ricevere aiuti. È perché l'accordo è così ampio che probabilmente hanno cercato di aggiungere ulteriori argomenti controversi, in modo che passassero anch'essi". Il portavoce ha aggiunto di essere "molto ottimista" sul fatto che gli aiuti passeranno e arriveranno rapidamente e che "abbiamo fatto un grande sforzo, e ci siamo riusciti, per non entrare nelle discussioni interne su questioni controverse… abbiamo solo chiarito che stiamo attraversando i nostri momenti più difficili come Paese, e che avremmo bisogno di ogni possibile aiuto". In un post su X il presidente americano Joe Biden ha scritto: "Non userò mezzi termini. La stragrande maggioranza dei palestinesi non è di Hamas. E Hamas non rappresenta il popolo palestinese". "In realtà anche loro stanno soffrendo a causa del terrorismo di Hamas – ha aggiunto – Dobbiamo essere chiari su questa realtà". L'Egitto intanto rafforza le misure di sicurezza lungo il confine con Israele. Lo scrive Al-Araby Al-Jadeed in una notizia rilanciata dal Times of Israel secondo cui l'obiettivo sarebbe evitare attacchi, scontri tra reclute militari egiziane e forze israeliane. Stando alle notizie, le reclute dispiegate al confine egiziano avrebbero avuto un addestramento più approfondito dall'inizio del conflitto a Gaza, dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele, con lezioni sulla storia del confine fra Egitto e Israele e sugli accordi di sicurezza tra i due Paesi che condividono una frontiera di 240 chilometri. Secondo l'articolo, alle forze di sicurezza egiziane dispiegate al confine non sarebbe consentito l'utilizzo degli smartphone per evitare che possano seguire gli sviluppi a Gaza. Inoltre, al valico di confine di Nitzana, dove sono dispiegate forze israeliane ed egiziane, gli uomini della sicurezza egiziana non sarebbero armati e sarebbero presenti ufficiali in borghese per evitare disordini. —internazionale/[email protected] (Web Info)
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