Attraverso una nota gli organizzatori esprimono stupore e indignazione per le misure restrittive e le denunce nei confronti degli attivisti che lo scorso 10 febbraio avevano partecipato al corteo di protesta
“Dopo i manganelli a Pisa e a Firenze, l’ondata di repressione del dissenso arriva anche a Trento, con misure restrittive e denunce nei confronti degli attivisti che il 10 febbraio scorso avevano sfilato pacificamente contro la legge ammazza-orsi voluta da Fugatti e chiesto una gestione non violenta della fauna selvatica in Trentino.All’indomani della manifestazione più numerosa che si sia mai tenuta in Trentino dall’inizio della campagna StopCasteller, e al crescere del dissenso nei confronti dell’operato della PAT, le istituzioni mostrano il loro lato antidemocratico recapitando a diversi attivisti (o anche a semplici utenti dei social) misure restrittive e denunce pretestuose per fatti assolutamente di nessuna rilevanza.
La manifestazione del 10 febbraio si è svolta, come sempre, senza creare problemi di ordine pubblico, nonostante la grande rabbia dei partecipanti. Le accuse di aver deviato il percorso del corteo sono semplicemente false: lo spostamento della protesta dal lato opposto della rotatoria, dovuto alla falsa notizia della presenza di Maurizio Fugatti, è durato pochi minuti.
Nessuno ha cercato di forzare il cordone delle forze pubbliche e la manifestazione è ripresa senza problemi.
A fronte di qualche minuto di concitazione solo verbale, stanno arrivando misure spropositate e pretestuose, sintomatiche del clima di tensione e della volontà di silenziare la Campagna Stopcasteller. Come spesso accade, chi è dalla parte del torto fa leva su strumenti intimidatori e penali per cercare di zittire un movimento intero.
Un altro argomento molto discusso sono le minacce alla vita di Fugatti: ribadiamo di non aver mai minacciato nessuno.
Vittimizzare Fugatti è solo l’ennesima strategia per cercare di screditare le giuste istanze della campagna StopCasteller che auspica, esclusivamente, le dimissioni del Presidente della Regione e del suo partito, oltre che un cambio di rotta radicale nelle politiche ambientali, le quali impattano oggi molto negativamente sulla vita degli animali e dei cittadini trentini.
Rigettiamo quindi ogni genere di accusa o intimidazione. Risponderemo nelle sedi opportune, forti della nostra ragione e della verità.
Il 4 marzo vi sarà un nuovo presidio degli attivisti sotto la sede della Provincia, in concomitanza con l’approvazione della legge ammazza-orsi”.
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