Minori stranieri non accompagnati: 253 in Sardegna
Minori stranieri non accompagnati: 253 in Sardegna per 100 tutori volontari (60 operativi – 40 a Cagliari). Freni burocrazia e formazione. Indispensabile rete e vademecum.La realtà dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNC), anche in Sardegna, dove se ne contano attualmente 253, è complessa e variegata. Richiede un forte impegno da parte del sistema che, nonostante dal 2017 ad aggi, sia migliorato, presenta ancora delle criticità, a partire dall’indispensabile supporto strutturato per tutrici e tutori volontari che finora, circa un centinaio nell’isola, hanno operato senza un vademecum condiviso e senza neppure un rimborso spese. La nascita dell’associazione regionale dei tutori volontari intende contribuire a realizzare un coordinamento per affrontare e risolvere le questioni legate alla gestione delle criticità e rafforzare i rapporti con i Tribunali dei Minori.
I diversi aspetti delle problematiche sono stati affrontate nel corso dell’incontro “Minori stranieri non accompagnati: stato dell’arte e problemi irrisolti”, organizzato dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” nell’ambito del progetto “Il Martedì di SDR”.
Ad illustrare il percorso che ha portato alla normativa sui MSNC è stata Grazia Maria De Matteis, già Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che ha rappresentato la realtà di una “situazione di forte vulnerabilità”. “In Italia nel 2023 erano presenti quasi 24mila MSNA (con una crescita del 26% rispetto al 2022). Il 20,3% egiziani e il 17,8% ucraini). I sono tutori 3.783 ma ancora pochi rispetto alle esigenze di un fenomeno in crescita. Quasi 3 su 4 sono donne (74%). L’età media oscilla tra 46 e 60 anni con un 20% di ultrasessantenni. Si tratta soprattutto di persone con titolo di studio universitario (59,4%) e occupate (77,9%). In Italia sono stati effettuati 17 corsi per tutori. In Sardegna 3”.
“La nostra esperienza – ha evidenziato Carla Cancellieri, tutrice volontaria – ci porta a vivere situazioni spesso imprevedibili con assunzioni di responsabilità non sempre ripagate da risultati valutabili. I ragazzi, si tratta prevalentemente di adolescenti, provengono da ambienti e culture molto diverse e hanno delle aspettative che non sempre corrispondono a ciò che incontrano arrivando da noi. Talvolta tuttavia mi è capitato di avere dei riscontri molto positivi con giovani, ormai adulti, che in Sardegna e non solo hanno trovato un lavoro e si sono stabilizzati, riuscendo a costruirsi una vita fatta di equilibrio e normalità”.
L’esperienza di Sergio Nuvoli, tutore, giornalista e attuale presidente del Corecom Sardegna, è iniziata nel 2007, prima ancora che esistesse una normativa nazionale specifica. “L’aspetto che credo debba essere chiaro in ciascun tutore volontario è l’altissimo rischio di frustrazione. L’impegno richiesto è a 360 gradi e richiede doti di equilibrio, sensibilità e disponibilità all’ascolto. Chi svolge il ruolo di tutore o tutrice non è un papà o una mamma di riserva. Si tratta invece di verificare se i diritti fondamentali del o della minore sono interamente rispettati. Questo comporta un rapporto da un lato con le Comunità che accolgono e dall’altro con il Tribunale dei Minori. Anche la selezione degli aspiranti tutori è importante perché non tutte le persone possono essere in grado di sostenere questo tipo di impegno”.
Tra gli interventi, dopo un saluto di Maria Grazia Caligaris curatrice degli incontri per SDR ODV; quelli di Pasquale Alfano, presidente dell’associazione regionale tutori volontari; Paola Pirastu, medica ambulatori stranieri asl8, Stefano Pili, giudice onorario Tribunale Minori, Genet B. Flay, mediatrice culturale, Adriana Cappai, vice Presidente dell’ARTV.