Poste Italiane, dal 2017 al 2023, ha effettuato (a malapena) 12.500 assunzioni mediante stabilizzazione: riguardano solo una minima parte delle quasi 90 mila lavoratrici e lavoratori precari che hanno prestato servizio alle sue dipendenze negli ultimi sette anni. Dati alla mano, in media solo 1 lavoratore precario di Poste Italiane su 7 ottiene l’ambito “posto fisso”.
Precariato da record alle Poste, Lottiamo Insieme: «Governo intervenga»
La forma ordinaria del rapporto di lavoro subordinato è il contratto a tempo indeterminato. Il contratto a tempo determinato dovrebbe costituire un’eccezione limitatamente ad “esigenze temporanee”.
Sul punto, la normativa è cambiata più volte negli ultimi anni: nel 2015 il Jobs act ha tolto l’obbligo di causale nelle assunzioni a termine, con l’obiettivo (sciagurato) di flessibilizzare il mercato del lavoro. Successivamente, nel 2018, con il Decreto dignità è stato introdotto l’utilizzo di specifiche causali, che giustifichino la “temporaneità dell’esigenza”.
Il Decreto lavoro del 2023 ha modificato nuovamente la normativa, ma resta ferma ad oggi la possibilità per le aziende di ricorrere ad assunzioni a termine senza dover fornire alcuna motivazione, in ordine alla natura temporanea del rapporto, per i primi 12 mesi di durata del contratto.
Ciò ha consentito e consente di normalizzare e legalizzare il fenomeno del precariato in una repubblica democratica, fondata sul lavoro! Non a caso, i contratti c.d. CTD stipulati continuamente e ripetutamente da Poste Italiane non superano mai l’anno.
Come movimento Lottiamo Insieme esprimiamo la più ferma condanna verso le politiche di precarizzazione del lavoro adottate dai governi di turno e chiediamo all’esecutivo, che di occupazione e salari ne ha fatto un mantra, di intervenire concretamente per frenare il precariato: dagli slogan ai fatti.
Anno di riferimento | Contratti CTD stipulati da Poste Italiane
|
[2023] | [11-13 mila] *stimato |
2022 | 13.186 |
2021 | 12.300 |
2020 | 11.685 |
2019 | 13.584 |
2018 | 11.324 |
2017 | 14.358 |
Totale | 76.437 |
Dati: Corte dei conti
Roma, 28 febbraio 2024