di Umberto Zedda
Altri cortei contro la Rai, Sit-in a Cagliari
Proseguono nelle città italiane le proteste contro il supporto che media e televisioni nazionali stanno dando allo stato di Israele. Dopo le dichiarazioni di Ghali e Dargen d’Amico a Sanremo e la risposta dell’Ad Roberto Sergio folle di manifestanti si sono riunite di fronte agli studi Rai arrivando anche a scontri con la polizia a Napoli, Torino, Bologna e Genova lamentando la politica filo-israeliana tenuta dall’emittente nazionale.Sergio, in una nota letta nel programma Domenica In su Rai Uno condotto da Mara Venier, aveva espresso «solidarietà al popolo di Israele e alla comunità ebraica» seguito da un piccolo accento della conduttrice che ha definito queste parole «condivise da tutti». Questo comunicato ha provocato indignazione sia sui giornali che sui social e la risposta non si è fatta attendere. L’Ad è da qualche giorno è stato messo sotto scorta dal Ministro dell’Interno a causa di presunte minacce ricevute verso dalla sua famiglia. Da martedì le proteste hanno infiammato le città italiane giungendo persino a scontri con la polizia. Martedì a Napoli, giovedì a Bologna e ieri, venerdì 16, a Cagliari dove circa 200 manifestanti si sono riuniti di fronte alla sede Rai in Viale Bonaria per rivendicare la libertà di denuncia verso un «genocidio in atto da sempre».
Le dichiarazioni della comunità palestinese
Con un microfono, circondato dalle forze di polizia che presidiavano la sede dell’emittente, il Presidente della comunità palestinese di Cagliari ha parlato alla folla denunciando le atrocità che avvengono sulla Striscia di Gaza:
«Un milione e 700 mila persona si trovano “rinchiuse” in un fazzoletto di terra vivendo all’aperto, senza mangiare e senza cure mentre il mondo guarda incurante della situazione. Sostenere Israele con le armi significa sostenere l’olocausto che si sta perpetrando in Palestina oggi, questo sta facendo l’Italia e gli altri paesi occidentali. L’ambasciatore non è riuscito a sopportare la dichiarazione “Stop al Genocidio”, a noi chiedono di sopportare 75 anni di vessazioni.» – ha continuato «Non ci arrenderemo. Stop alla sionizzazione dell’Italia». Ha concluso.
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