Aodi: «Servono professionisti specializzati, in particolare medici, infermieri e anestesisti».
Salute, Amsi. Appello per l’emergenza sanitaria e umanitaria in Sudan
ROMA 16 FEB 2024 – «Le emergenze umanitarie nel mondo, con in primis le carenze legate alla sanità, ci toccano da vicino e richiedono il costante impegno dei Governi, delle Regioni, dell’associazionismo.
Quanto sta accadendo in nazioni come il Sudan, ad esempio, alle prese con un sanguinoso conflitto, ci vede in prima linea per supportare, come abbiamo sempre fatto sin dalla nostra nascita nel lontano 2000, quei paesi dove, in particolare donne e bambini, finiscono loro malgrado nell’atroce vortice delle guerre.
In questo momento in Sudan c’è bisogno più che mai di professionisti specializzati, in particolare medici nei vari rami della chirurgia, nonché infermieri e anestesisti.
Ci sono feriti che vanno curati, ci sono bambini malnutriti e soprattutto il personale in loco scarseggia.
Come Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, e come Umem, Unione Medica Euromediterranea, e Movimento Uniti per Unire con i nostri professionisti che operano in centinaia di paesi nel mondo, offriamo sostegno con mirata progettualità, concretezza e forza delle idee, dove, da una parte, i nostri medici e i nostri infermieri, accuratamente selezionati, possiedono la forza delle proprie competenze, ma anche quell’approccio umano indispensabile per prendersi cura di chi è più fragile e sta soffrendo».
Così il Prof. Foad Aodi, Presidente di Amsi, Uniti per Unire, Umem e Co-mai, nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro della Fnomceo.
«Il nostro manifesto sulla Buona Sanità Internazionale è basato su molteplici iniziative. Da una parte andiamo avanti con i nostri appelli ai professionisti specializzati di tutto il mondo disposti a partire nei luoghi dove c’è più bisogno. Costruiamo con i governi e le politiche ponti umanitari, laddove la fuga di personale sanitario rende ancora più fragili i sistemi di paesi con una economia già fortemente a rischio.
Inoltre costruiamo anche progetti basati sulla formazione, sia dal vivo che a distanza, garantendo ad esempio aggiornamenti per i giovani professionisti locali, sia con la tecnologia e con lo strumento del telelavoro, sia con il nostro “esercito bianco”, che sul posto, collabora ogni giorno con il personale di questi paesi, permettendo loro di formarsi, di crescere, di rimanere a disposizione della tutela della salute della propria gente.
La buona sanità si costruisce di certo con le eccellenze, con i medici, con gli infermieri, ma c’è bisogno anche di una politica lungimirante.
Nessuno, di fronte ad emergenze umanitarie e sanitarie come quella del Sudan può permettersi di girare la faccia e di mostrare indifferenza.
Ma sono decine e decine le nazioni nel mondo, di cui non si sente parlare, e dove si vive la dura realtà dei cosiddetti conflitti dimenticati, come Siria, Yemen, Iraq, Somalia, e numerosi altri paesi africani, senza ovviamente perdere di vista ciò che accade quotidianamente in Palestina.
Per questa ragione ci impegniamo, da anni, per combattere con il più forte esercito che esiste al mondo, quello dei professionisti sanitari bianchi », conclude Aodi.