Amsi e Uniti per Unire: No alla limitazione al 30% di alunni stranieri nelle scuole italiane, un palese ostacolo alla cultura e all’integrazione.
Aodi: negli ultimi 5 anni la percentuale dell’abbandono scolastico da parte degli alunni stranieri è cresciuta del 20%, vogliamo combatterla e non vogliamo farla crescere
ROMA 30 APR 2024 – «Il vertiginoso calo delle nascite nel nostro Paese rappresenta, in chiave presente e futura, una piaga sociale di non poco conto. In tal senso, riteniamo, che un importante contributo, possa essere offerto dalle cosiddette “nuove famiglie”.
Favorire la buona immigrazione, secondi noi di Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, e della Co-mai Comunità del mondo arabo in Italia è e sarà sempre una buona cosa. Ci riferiamo alle coppie di stranieri regolari e perfettamente integrati che, ieri, come oggi, mettono al mondo dei figli nel nostro paese e che sono italiani a tutti gli effetti.
In tal senso, sentiamo di dire la nostra sulla proposta, di fermare al 30% la presenza di alunni stranieri nelle nostre scuole, sin dall’infanzia.
I dati sulla percentuale di abbandono scolastico da parte degli alunni italiani di origine straniera è terribilmente cresciuta del 20% e di certo non possiamo esserne fieri.
Non siamo affatto d’accordo, allora, con un provvedimento che rischierebbe di privare di indispensabili risorse umane i nostri istituti scolastici, oltre che darci la possibilità di uno scambio culturale dagli esiti fruttuosi per tutta la collettività.
La scuola riceverebbe un enorme arricchimento da parte della presenza limitata di alunni stranieri, riteniamo che ne gioverebbero anche gli stessi docenti.
Sarebbe assurdo dover costringere le famiglie a cercare istituti geograficamente più lontani, con tutte le conseguenze del caso, per le difficoltà che sorgerebbero e i costi che ne deriverebbero. Già numerose famiglie straniere fanno tanti sacrifici economici a mandare i loro figli a scuola, costringere loro a scegliere una scuola lontana da casa vuole dire aggravare ultimamente sulle loro spese e si rischia di compromettere la serenità della loro istruzione, costringendoli a rinunciare agli studi.
Noi di Amsi combattiamo per l’integrazione culturale e sociale e sin dalla nostra nascita sollecitiamo la politica ad attuare tutti gli strumenti necessari a metterla in atto e in particolare per agevolare il riconoscimento immediato della cittadinanza italiana per quei bambini e per quei giovani di origine straniera nati qui da noi, italiani a tutti gli effetti, nel linguaggio, nelle abitudini, nel modo di pensare.
Se il Governo italiano vuole davvero guardare serenamente al futuro e vuole incentivare le nascite, non può non considerare di sostenere le giovani coppie di origine straniera, di cui uno dei due o entrambi sono nati in Italia, figli magari di tunisini, di nigeriani, che a loro volta faranno nascere bambini italiani già di seconda generazione, con nonni tunisini o algerini, ma con genitori italiani a tutti gli effetti e anch’essi italiani.
Un cognome di origine straniera è simbolo di una origine di un paese lontano che non può e non deve essere scalfita, così come i negli anni 70 o 80 nascevano in Canada bambini canadesi figli o nipoti di italiani emigrati.
Diciamo no a questi limiti culturali. Già ci siamo espressi sul caso della scuola di Pioltello dove la maggior parte degli alunni sono stranieri e abbiamo sostenuto il pieno diritto in questo caso a celebrare la festa per la fine del Ramadan, così come non abbiamo mai chiesto che in una scuola mista, di alunni italiani e musulmani, si debba eliminare la croce per far piacere a qualcuno o dispiacere ad altri, e abbiamo sempre preteso che le nuove generazioni di italiani di origine straniera si integrino rispetto alle nuove culture, senza per questo tradire le proprie origini, allo stesso tempo pensiamo che non si fa del male a nessuno se in un istituto di alunni a maggior parte di religione musulmana si celebri la fine del Ramadan anche se quella scuola è in Italia.
Questo vuol dire favorire integrazione e scambio culturale e interreligioso che noi di Amsi sosteniamo sin dalla nostra nascita».
Con i suoi professionisti sanitari, con i suoi avvocati, con i suoi esperti di politica e di economia, la scuola Unione per l’Italia prosegue nel suo progetto di formazione e di informazione culturale a 360 gradi, promuovendo dialogo, idee, crescita, attraverso corsi, dibattiti, eventi, con i suoi canali social, diventando uno strumento importante al servizio di tutte le associazioni che fanno capo al Movimento Uniti per Unire.
Così il Prof. Foad Aodi, Esperto in Salute Globale Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo, che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza, diritti umani e divulga la verità in tutti i paesi per quanto riguarda il rischio e il pericolo dell’immigrazione irregolare.