Il Palazzo di Città ospita una importante antologica dedicata all’artista Liliana Cano con la quale i Musei Civici di Cagliari proseguono il ciclo di mostre dedicate alle grandi artiste sarde.
Il racconto di una vita è il titolo della nuova mostra che da giovedì 21 marzo sarà aperta al pubblico nel Palazzo di città, nel quartiere di Castello, che espone le opere della pittrice Liliana Cano. Allieva di Giacomo Manzù e di Felice Casorati, la pittrice è una delle figure più interessanti del panorama artistico sardo, ma non solo, della seconda metà del Novecento. Nata a Gorizia da genitori sardi, trasferitasi a Sassari allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Liliana Cano è scomparsa nel 2021 all’età di 96 anni.
Una retrospettiva che si inserisce a pieno titolo nel filone delle mostre che l’Assessorato alla Cultura sta dedicando in questi anni, sia nella Galleria Comunale che nel Palazzo di città ad alcune straordinarie donne e artiste come Lia Drei, Mirella Mibelli, Caterina Lai e ora, appunto Liliana Cano.
La sua lunga vita trascorsa tra la Sardegna, la Francia, la Provenza e Barcellona, trova nella sua arte pittorica, spesso di grande formato e destinata agli spazi aperti, la sua espressione più compiuta. É un’artista che appartiene a quella generazione in cui l’arte al femminile era spesso osteggiata e lei, con la sua pittura, è stata capace di andare oltre le barriere dei generi per raccontare la Sardegna, il mito e il paesaggio attraverso i volti di donne, bambini, pastori e cavalli.
L’antologica al Palazzo di Città restituisce un’immagine completa della Cano, con l’esposizione di più di cento opere, tra dipinti e disegni, provenienti da collezioni private, attraverso un percorso temporale e tematico esaustivo del suo lavoro, fortemente influenzato dal contesto storico e culturale in cui visse e operò.
Le opere, datate tra gli anni Quaranta e il 2021, sono suddivise in sei sezioni: le prime cinque ripercorrono cronologicamente il lavoro dell’artista, dal periodo degli esordi (anni ’40), a quello di forte interesse nei confronti delle avanguardie europee (anni ’50 e ’60), passando per il periodo francese (1978 – 1996) e concludendo col rientro in Sardegna (1996 – 2021); l’ultima sezione è invece dedicata ai disegni dedicati a Cagliari, nei quali Liliana Cano ha raffigurato alcuni tra gli scorci più belli della città.
Liliana Cano (1924 –2021) nacque a Gorizia da genitori sardi, il padre era ingegnere e la madre insegnante. Visse i primi anni di vita seguendo la famiglia in vari spostamenti nella penisola. Nipote dello scultore Attilio Nigra, ereditò dalla madre la passione per l’arte e studiò all’Accademia Albertina di Torino, successivamente alla Facoltà di Architettura che lascerà dopo aver sostenuto il primo esame.
Giunta a Sassari nel 1945 alla fine della guerra, iniziò a insegnare disegno ed entrò in contatto con alcuni dei più importanti artisti sardi, partecipando ad una mostra collettiva nel 1950. Quasi un decennio dopo espose i suoi lavori in una mostra personale a Sassari e nei primi anni Sessanta iniziò a esporre anche nella penisola, a Roma e a Milano, e dagli anni Settanta in numerose altre città come Treviso, Venezia, Firenze, Siena, dove ottenne importanti riconoscimenti.
Nel 1978 andò a vivere all’estero, prima in Spagna, a Barcellona, e poi, per diciotto anni, in Francia, stabilendosi in diverse città della Provenza, pur mantenendo sempre i contatti con l’isola dove ritornava periodicamente. Per la sua vasta produzione si è ispirata a soggetti narrativi della letteratura e della religione, ma anche alle tradizioni popolari della Sardegna e della Provenza. Prediligeva dipingere su grandi superfici, che fossero pannelli o tele, o anche pareti intonacate.
Rientrata in Sardegna nel 1996 si stabilì in una residenza nella campagna di Sassari dove, spinta dalla fede religiosa e dall’amicizia col padre osservante Francesco Sechi, riprese a realizzare diversi cicli pittorici di carattere sacro. Per il lavoro profuso nel campo delle arti figurative, nel 2006, le venne conferito dalla città di Sassari il premio “Candeliere d’oro Speciale”. Nel 2011 venne aggregata alla Famiglia Francescana OFM. Nel 2023 fu inaugurato a Ittiri il Museo a lei dedicato e istituito dalla Fondazione Liliana Cano, nata dall’incontro tra padre Francesco Sechi e la pittrice.
L’artista si è spenta nel 2021 all’età di 96 anni.