Cinque anni fa l’omicidio stradale di Huub Pistoor. La famiglia attende ancora giustizia
Il conducente del camion con rimorchio è stato condannato a 1 anno e 4 mesi, pena sospesa. In questi anni la famiglia si è per due volte opposta alla richiesta di archiviazione decisa dalla Procura di Ancona nei confronti dei titolari della società e proprietari dei due mezzi pesanti.
Il ricorso contro l’archiviazione è stato accolto dalla CEDU Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Il caso sarà preso in esame, lo Stato italiano dovrà rispondere e dare spiegazioni riguardo al sistema delle revisioni dei mezzi pesanti (mezzi in quelle condizioni non avrebbero dovuto circolare ma avevano invece superato la revisione) e anche riguardo all’archiviazione (la Procura ha ritenuto responsabile solo il conducente moldavo e non sono state accertate le responsabilità dei titolari della società di trasporto proprietari dei mezzi e di chi si era occupato di revisione e manutenzione).
Inoltre la Procura di Ancona, a seguito di denuncia presentata dalla famiglia di Pistoor, ha citato il conducente del camion anche per omissione di soccorso. Non era stato lui a chiamare I soccorsi ma aveva proseguito per altri chilometri. L’udienza è stata fissata e si terrà a settembre 2024.
La famiglia, in Italia e in Olanda, ha potuto contare in questi anni sul sostegno di importanti associazioni impegnate per la prevenzione, la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile cone l’ASAPS, la Fondazione Michele Scarponi, l’Associazione Lorenzo Guarnieri, Fiab Fano, sull’attenzione della stampa italiana e di quotidiani olandesi come De Telegraaf. La compagna Gioia Bucarelli riguardo al ricorso accolto a Strasburgo aveva commentato: “Una prima tappa importante, una vittoria collettiva di cittadini, Associazioni, familiari di vittime, persone che credono nel cambiamento, in una strada senza violenza. Era ciò che auspicavamo per una questione di principio, per onorare le tante vite perse sulle strade, per sollecitare impegno, attenzione alla prevenzione, rispetto e Giustizia per tutte le vittime”. In questo periodo sta partecipando alla mobilitazione nazionale di Associazioni e familiari di vittime sulla strada contro alcune misure e criticità del nuovo Codice della Strada che trascura il problema della velocità ostacolando le iniziative dei Comuni di riduzione dei limiti di velocità.
“La Camera dei Deputati ha votato la proposta del Ministro di nuovo Codice della Strada, senza accogliere nessuna delle richieste avanzate da mesi in sede parlamentare e, con grande vigore, nelle ultime settimane dalle associazioni familiari vittime sulla strada e da oltre 40 piazze in tutta Italia, animate da associazioni e attiviste/i per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile. Ma la mobilitazione delle associazioni dei parenti delle vittime sulla strada, di tante altre organizzazioni e di migliaia di cittadine e cittadini non si fermerà” scrive la Fondazione Michele Scarponi.
Si chiede al Governo Meloni e a tutte le forze di maggioranza e opposizione di riscrivere insieme alle associazioni la riforma del Codice della Strada, che dovrà essere discussa al Senato nelle prossime settimane, eliminando tutte le criticità dell’attuale testo e inserendo le norme necessarie invece mancanti.