Numeri in crescita in Sardegna con oltre 4 mln/lt prodotti in 60 birrifici artigianali
Le classiche bionde, ambrate e scure, ma anche con i sapori dei territori come la castagna, la mela, le noci le arance e il limone. Senza, ovviamente, dimenticare delle particolarità presenti in Sardegna come il fico d’india, passando per la sapa e per approdare all’unicum tutto sardo la Pompia.
Il movimento delle birre artigianali in Italia come in Sardegna è cresciuto esponenzialmente negli anni ritagliandosi uno spazio sempre meno di nicchia con produzioni in crescita in tutta l’isola tanto che nel 2022 il movimento della birra sarda ha generato circa 4 milioni di litri grazie ai circa 60 produttori (sui 1.182 birrifici artigianali in Italia) fra birrifici artigianali e “beer firm” (aziende che non disponendo di un impianto di produzione proprio realizzano le loro birre presso altre aziende)
EXMÈ BEER FESTIVAL. Numeri che hanno ancora tanti spazi di miglioramento soprattutto se si creasse una filiera tutta Made in Sardina. Un tentativo che è già in atto grazie alle azioni di Coldiretti Sardegna, del Consorzio Birra Italiana, dei cerealicoltori sardi e soprattutto dei tanti birrifici artigianali sardi, come quelli che si sono riuniti in occasione della quinta edizione di ExMè Beer Festival, l’appuntamento in corso a Nuoro, ormai consolidato e dedicato alla filiera brassicola sarda. Per l’occasione di grande respiro per il panorama del settore isolano e non solo, promossa dall’ExMè in collaborazione con Coldiretti e Campagna Amica Nuoro-Ogliastra, si sono riuniti sette birrifici del territorio di ottimo livello nel panorama isolano: Birrificio Ilienses (Lanusei); Marduk Brewery (Irgoli), Birrificio Nora (Oliena); Santu Jorgi (Bitti); Zemyna Brewery (Nuoro); Masko Birrificio (Fondi); Birrificio Trulla (Nuoro). I birrifici stanno proponendo le loro specialità in un contorno di divertimento e momenti di riflessione con i tanti appuntamenti programmati per le due giornate tra musica, cibo e convegno.
FILIERA. E proprio in occasione del convegno che si è tenuto oggi e che ha messo a confronto i massimi esperti del settore, sono state poste delle riflessioni sullo stato dell’arte della filiera regionale tra prospettive future e occasioni di crescita. “Il movimento della birra artigianale, nato a metà degli anni Novanta, si è rapidamente conquistato un ruolo importante a livello nazionale e internazionale tanto che molti paesi di altri continenti ci hanno preso come fonte di ispirazione ed emulazione – ha sottolineato Lorenzo “Kuaska” Dabove, massimo esperto di birra in Italia e nel mondo, divulgatore e storyteller birrario – questo successo, oltre che nelle indubbie qualità dei prodotti italiani come la fantasia, l’originalità e la creatività, risiede anche nella sconfinata biodiversità di cui ci possiamo vantare e che intelligentemente possiamo utilizzare”.
A portare il suo messaggio anche Carlo Schizzerotto, direttore del Consorzio Birra Italiana: “Continuando sulla strada tracciata dalle esperienze che come Consorzio portiamo avanti da tempo in direzione di sostenere una economia di scala virtuosa con l’unione delle migliori realtà birrarie artigianali del settore italiano, crediamo si possa avere anche in Sardegna una birra “bandiera” sarda che posizioni al meglio il prodotto di grande qualità”, sostiene. Per Flavio Rossi, proprietario di Partenocraft, leader italiano nella distribuzione di birre artigianali italiane ed estere, inoltre “negli ultimi anni il livello delle birre italiane artigianali è cresciuto esponenzialmente tanto che ormai siamo uno dei paesi leader sulla qualità – dice – C’è stata una grande crescita in Italia dei birrifici della filiera agricola italiana. Siamo fiduciosi che nel prossimo futuro si possa migliorare ancora su brand e sui prezzi”.
COLDIRETTI. Durante l’appuntamento dopo le testimonianze dei presenti e un interessante dibattito il presidente Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu ha sottolineato: “Stiamo lavorando per costituire una filiera sarda della birra che, partendo da zero, possa abbracciare tutte le conponenti dai cerealicoli ai birrifici – sottolinea – capaci, ognuno per la propria sfera di competenza, di mettersi insieme e dare vita a un progetto che possa trovare uno sbocco importante sui mercati per le nostre birre”.