La controversia sul televoto durante il Festival di Sanremo continua con un nuovo episodio che non contribuisce a dissipare tutti i dubbi. La Rai, infatti, ha rifiutato categoricamente di fornire i dati richiesti dalle associazioni dei consumatori Codacons e Noi Consumatori e dall’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi (APS). La richiesta riguardava informazioni dettagliate sulle votazioni e sul sistema di televoto, dopo che sono emerse preoccupazioni riguardo a una presunta mole di due milioni di voti non registrati, sollevate da un’inchiesta della trasmissione “Striscia La Notizia”.
La Rai nega l’accesso agli atti
La risposta della Rai ha suscitato sconcerto, poiché ha citato il Festival di Sanremo come un programma di intrattenimento televisivo e ha sostenuto che le attività relative alle votazioni siano esclusivamente disciplinate dalle regole competitive interne, senza rilevanza di interesse pubblico.
Tuttavia, il televoto era a pagamento, il che lo rende di indiscutibile interesse pubblico. La mancanza di trasparenza sulla gestione del televoto ha sollevato domande sul destino dei soldi spesi dai telespettatori e sulle irregolarità nel conteggio dei voti. Numerosi utenti hanno segnalato di aver subito addebiti senza ricevere conferma di voto, mentre altri hanno ricevuto feedback settimane dopo la fine del Festival. La Rai ha sostenuto che la presenza di un rappresentante Agcom durante il Festival sarebbe garanzia sufficiente della correttezza delle votazioni.
Reazione del Codacons
Il Codacons ha reagito con fermezza, definendo la posizione della Rai “francamente incomprensibile” e annunciando ricorsi alla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio e annunciando un ricorso al TAR. L’obiettivo è ottenere trasparenza e garantire che l’azienda pubblica mostri i dati richiesti senza ulteriori ritardi o omissioni. La battaglia legale si intensifica mentre cresce la pressione per una maggiore trasparenza sulle votazioni del Festival di Sanremo. Resta da vedere come si evolverà la situazione e se le richieste di accesso ai dati verranno soddisfatte, portando finalmente alla luce la verità dietro al misterioso televoto sanremese.
La reazione dell’avvocato Pisani
L’avvocato Angelo Pisani, rappresentante dell’associazione “Noi Consumatori”, ha sottolineato il fatto che nella sua risposta la Rai ha affermato che “Il Festival di Sanremo sia un programma avente finalità di spettacolo televisivo canoro e conseguentemente tutte le attività relative alle giurie e votazioni devono intendersi riferite alla disciplina interna delle regole competitive, improntata alla liceità della gara canore ma avulse da ogni finalità di interesse pubblico” e ha continuato sottolineando che la TV pubblica non ritiene di pubblico interesse la spesa sostenuta dai telespettatori per televotare i cantanti e, di conseguenza, cela dietro un segreto inspiegabile i dati sul televoto”.
Una posizione che l’avvocato napoletano ha definito incomprensibile “anche a seguito dei recenti servizi sul caso trasmessi da “Striscia la notizia“ e ha annunciato il ricorso al TAR e alla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del consiglio, affinché ordini all’azienda di garantire ogni diritto e trasparenza agli utenti mostrando i dati richiesti senza preoccupazioni e omissioni.
Gli scoop di Striscia la Notizia
Recentemente il tg satirico di Antonio Ricci ha messo due scoop inerenti il Festival di Sanremo. Ecco quali:
Durante la serata conclusiva del prestigioso evento condotto da Amadeus, circa 700.000 voti su un totale di 1,5 milioni potrebbero non essere stati registrati, rivelando un’imprevista falla tecnica. Le indagini, portate avanti da Striscia la Notizia, hanno svelato che numerosi spettatori hanno segnalato problemi nell’invio dei propri voti, che sembravano non essere stati catturati dai sistemi.
Secondo il reportage del tg satirico di Antonio Ricci la presenza di John Travolta a Sanremo è stato un evento pianificato in ogni particolare a dispetto della versione ufficiale, la quale afferma che si è trattato di evento estemporaneo frutto della volontà dell’attore americano di partecipare al Festival.