Rebecca Valent: il sostegno alle donne che lavorano, l’importanza di comunicare bene il territorio e del saper parlare ai più giovani
Belfiore di Pramaggiore (Venezia), 08 marzo 2024
Da Stajnbech giovani generazioni crescono
Il nuovo avanza da Stajnbech, con la sua tenacia, l’entusiasmo e al contempo tutta la responsabilità di avere in sé il futuro, con il plusvalore dell’eleganza innata e della competenza enologica di Rebecca Valent, 28 anni. È lei la rappresentante della seconda generazione della cantina, e della quarta di produttori in azienda, cresciuta tra vigneti e cantina, dove inconfondibili profumi sono parte stessa del suo DNA, base di partenza del suo percorso.
Una strada fin dall’inizio segnata da una forte passione per la terra d’origine ed i suoi frutti, ma anche per la sua storia e la sua cultura, uniti ad anni di studio e formazione, con un’esperienza in California come assistente enologo.
Rebecca è giovane ma ha già sviluppato una precisa idea circa lo stile di un vino. Per lei, che ha alle spalle solo 9 vendemmie, quello ideale deve essere pulito, equilibrato, strutturato ma elegante, ma soprattutto rispettoso dei sentori tipici del vitigno e del territorio. “Non amo le mode in cui i difetti si nascondono dietro filosofie “particolari” – spiega – e per me la parola d’ordine in assoluto è degustare, e cercare di avere un confronto costante con gli altri produttori anche riguardo l’evoluzione dei processi produttivi”.
Dare voce alle giovani donne
Ma nelle giornate di Rebecca c’è un altro importante obiettivo; contribuire a dare voce alle giovani donne, una generazione in evidente crescita in cui lei si identifica, e che sta fortemente contribuendo a portare valore nel mondo del vino italiano, in alcuni casi come naturale prosecuzione dell’attività familiare, in altri progettando di creare una realtà vitivinicola propria. “Io faccio parte di Sbarbatelle – continua Rebecca Valent
– un gruppo che ad oggi conta 160 giovani produttrici provenienti da tutta Italia e in noi vedo una carica e un potenziale immensi. Unite, facciamo capire al di fuori che il mondo del vino ha bisogno di parità di genere, anche per continuare nelle generazioni la tradizione del vino.”
L’importanza del territorio
Ma non è tutto. Rebecca infatti crede molto anche nel territorio e nell’importanza della sua valorizzazione, anche attraverso l’enoturismo. “Siamo collegati a mete turistiche importanti, il litorale e Venezia ma anche le Dolomiti non sono lontane da qui. Vorrei sempre trasmettere a chi viene in visita in cantina, tutto l’amore e la passione che ogni giorno mettiamo in ogni fase della nostra produzione, dal vigneto alla bottiglia, raccontando un territorio, la sua storia e il suo valore culturale che è poi quello che si ritrova nei nostri vini, passando anche il messaggio che il consumatore di vini italiani è da sempre il più tutelato”.
Seguendo il fil rouge della comunicazione, Rebecca guarda avanti pensando anche ai giovanissimi, che dialogano sulle più recenti piattaforme social come TikTok; uno strumento da non trascurare e che può diventare strategico per la diffusione della cultura del vino italiano. Perché il profilo dei consumatori del futuro è quello di persone sempre più informate, che berranno meno ma punteranno molto di più alla qualità e non solo dal punto di vista prettamente organolettico, ma con occhio attento anche all’etica ambientale, alla sostenibilità e al sociale.
Questi propositi non le impediranno certo di mantenere il focus sulla produzione. Ricordiamo infatti che Rebecca è riuscita, nonostante la sua giovane età, a creare un proprio vino, l’Enologa. Un blend ottenuto da uve Tocai Friulano (60%) e Chardonnay (40%), proveniente dai terreni del Lison Classico DOCG, che porta con sé un messaggio forte di affermazione identitaria e di equità trasversale a processi e generazioni.