“Questa importante crescita delle imprese artigiane è uno dei risultati tangibili di 5 anni di lavoro e di confronti seri, e anche duri, da parte di Confartigianato Sardegna con la Regione per rifinanziare la Legge Artigiana 949 con ben 80milioni di euro, e per portare il fondo perduto dal 10 al 40%. In tutto questo tempo siamo sempre stati dalla parte degli artigiani, dei loro dipendenti e delle loro famiglie. Questi dati ci dicono che abbiamo lavorato bene e che avevamo ragione. Questi sono gli unici risultati che contano”.
E’ questo il commento di Fabio Mereu e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, sui dati relativi alla demografia delle imprese artigiane sarde nell’anno appena concluso, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che registra 34.350 realtà, in rappresentanza del 20,1% di tutte le imprese sarde. Sull’Isola con gli oltre 80 mila addetti che operano nelle realtà artigiane rappresentano il 20,7% del numero totale di occupati sul territorio. In particolare, operano nell’artigianato sardo il 42,2% dei lavoratori del Manifatturiero esteso, il 57,2% dei lavoratori delle Costruzioni e l’11,8% dei lavoratori dei Servizi.
Demografia imprese artigiane – 34.350 aziende e crescita del +1,13% rispetto al 2022: la Sardegna al secondo posto nazionale
Numeri che pongono l’Isola al secondo posto in Italia per crescita di questo comparto con +1,13% rispetto al 2022 e un saldo di +387 imprese, la risultante delle 2.072 nuove aperture e delle 1.685 cessazioni. La Sardegna si piazza seconda solo dopo la Provincia Autonoma di Trento che cresce dell’1,69% sul 2022 e ma prima del Friuli con il + 1,03%, del Lazio, dell’Emilia Romagna e della Lombardia.
A livello territoriale, la più rappresentativa è la Provincia di Sassari-Gallura con 12.673 imprese artigiane registrate con un tasso di crescita dell’1,23% rispetto al 2022 (classificandosi all’8 posto nazionale per incremento delle imprese artigiane) con un saldo di +115 imprese dato dalle 804 iscrizioni e dalle 649 cancellazioni. Al secondo posto Cagliari con 7.257 imprese registrate, con una crescita dell’1.36% (6° posto nazionale) rispetto al 2022 e un saldo di +99 unità dato dalle 468 iscrizioni e dalle 369 cessazioni. Terzo il Sud Sardegna con 6.107 aziende e una crescita del 0,99% (15esimo posto nazionale), un saldo di 61 imprese dato dalle 371 iscrizioni e 310 cancellazioni. Segue Nuoro con 5.582 imprese, una crescita dell’1,09% (11esimo posto nazionale), e un saldo di +60 dato dalle 306 aperture e 246 chiusure. Chiude Oristano con 2.731 aziende, una crescita dello 0,44% (37esimo posto nazionale), e un saldo di +12 dato dalle 123 iscrizioni e 111 chiusure.
“Non possiamo nascondere anche il fatto come negli ultimi 10 anni il settore abbia sofferto pesantemente e Confartigianato Sardegna, lavorando per ridurre al minimo i disagi verso gli imprenditori, sia stata sempre al fianco di chi produce, crea reddito e lavoro e, soprattutto, di chi non si è mai arreso a crisi, pandemie e guerre – prosegue il Presidente Fabio Mereu – in questi due lustri, paradossalmente, una ripresa si è vista proprio negli ultimi 3 anni con la spinta fortissima arrivata dal sostegno della Regione e dagli Assessorati al Bilancio e Artigianato, dietro le richieste di Confartigianato Sardegna. Non dimentichiamo neanche il contributo delle garanzie finanziarie statali, i “Sostegni” e i “Ristori”, e il Superbonus gli altri bonus che nel mercato del “sistema casa”, tra imprese dirette e indotto, interessando la quasi totalità delle attività artigiane, hanno creato lavoro e immesso una notevole quantità di liquidità”. “Di positivo c’è anche la nascita di nuove imprese strutturate ma c’è anche una interessante crescita di imprese di servizi per la casa, il cui titolare, nella maggior parte dei casi, è anche l’unico dipendente”.
Per Fabio Mereu “molte aziende proseguono un complesso e difficile percorso di resistenza e stanno facendo di tutto per provare a venire fuori dal tunnel buio: noi imprenditori abbiamo il dovere di crederci fino in fondo e l’incidenza della nascita delle nuove imprese è un segnale di conforto. Crediamo che questo 2024 davvero possa essere l’anno decisivo per la ripartenza. Possiamo affermare come i piccoli imprenditori credano nella ripartenza, stiano sfruttando tutte le attuali opportunità e si stiano preparando per quelle che arriveranno a breve. Segno che stanno interpretando le nuove esigenze del mercato”.
“Il sentiment che ci arriva dalle imprese è la voglia di riprendere il cammino – prosegue Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Sardegna – speriamo ora che quella voglia, che è palpabile in questi primi giorni dell’anno, non venga delusa. Abbiamo bisogno di quell’iniezione straordinaria che è il PNRR ma anche degli investimenti per far ripartire l’economia e abbiamo bisogno di regole chiare e snelle, che ci lascino lavorare, liberi dalle zavorre della burocrazia”. “Riteniamo in ogni caso fondamentale non lasciare soli i nostri artigiani – conclude Serra – che stanno affrontando proprio in questi mesi un periodo cruciale per la sopravvivenza delle loro attività. La sfida che dovremo affrontare nei prossimi mesi e anni sarà quella di consentire sia alle imprese che aprono, sia a quelle che resistono, di poter stare sul mercato, creare reddito e di poter competere con il resto del mondo. Gli incentivi per le imprese e i processi di internazionalizzazione, per i quali abbiamo sempre lavorato, rappresentano punti fermi dai quali continuare a lavorare e sui quali bisogna puntare con sempre maggior forza”.
Prendendo a riferimento il numero di imprese artigiane registrate, quelle più rappresentative del comparto quelle che operano nei Lavori di costruzione specializzati con 7.907 imprese, pari al 23,1% del totale artigianato. Seguono quelle della Costruzione di edifici, con 5.073 imprese, pari al 14,8% del totale, Altre attività di servizi per la persona con 3.764 imprese, pari al 11,0% del totale, Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli con 2.304 imprese, pari al 6,7% del totale, Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte, con 1.964 imprese, pari al 5,7% del totale, Attività dei servizi di ristorazione con 1.954 imprese, pari al 5,7% del totale, Industrie alimentari con 1.389 imprese, pari al 4,1% del totale, Attività di servizi per edifici e paesaggio con 1.285 imprese, pari al 3,7% del totale, Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) con 1.202 imprese, pari al 3,5% del totale, Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio, con 933 imprese, pari al 2,7% del totale, Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa, con 719 imprese, pari al 2,1% del totale, Altre industrie manifatturiere con 719 imprese, pari al 2,1% del totale, Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature con 696 imprese, pari al 2,0% del totale, Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi con 572 imprese, pari all’1,7% del totale, Altre attività professionali, scientifiche e tecniche con 356 imprese, pari all’1,0% del totale e Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici con 340 imprese, pari all’1,0% del totale.
La dinamica rispetto al 2019, per i principali settori dell’artigianato dell’Isola risulta in crescita per: Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (+16,2%), Attività di servizi per edifici e paesaggio (+8,2%), Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici (+7,9%), Altre attività di servizi per la persona (+7,3%) e Lavori di costruzione specializzati (+5,2%); all’opposto, trend di decrescita più ampi si osservano per: Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (-15,0%), Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte (-14,5%), Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-10,1%), Altre industrie manifatturiere (-9,9%) e Altre attività professionali, scientifiche e tecniche (-9,9%).
Mentre nell’ultimo anno 2022/2023– variazioni tendenziali positive e di tenuta si rilevano per: Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (+3,4%), Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici (+3,3%), Altre attività di servizi per la persona (+1,9%), Lavori di costruzione specializzati (+0,1%) e Attività di servizi per edifici e paesaggio (0%); e negative, più accentuate, per: Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte (-5,6%), Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (-5,1%), Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-4,5%), Altre industrie manifatturiere (-4,1%) e Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa (-4,1%).