Il decreto licenziato dal Governo lo scorso 25 gennaio è arrivato oggi a Palazzo Madama. Nel corso del proprio intervento in Aula, il senatore del Partito Democratico Marco Meloni ha sottolineato la necessità di estendere il diritto di voto ai fuori sede, non limitandolo esclusivamente agli studenti, ma ampliandolo a tutti coloro i quali – per ragioni lavorative o sanitarie – vivono o si trovano fuorisede
«Il DL elezioni avrebbe dovuto avere la funzione di fissare alcune disposizioni essenziali, quali la data delle elezioni e la revisione dell’anagrafe della popolazione. In realtà mostra la tendenza della maggioranza e del Governo ad alterare l’equilibrio delle istituzioni: mi riferisco alle modifiche strutturali del sistema di governo degli enti locali, come il terzo mandato e il quorum per l’elezione al primo turno dei Sindaci, che richiederebbero invece un ampio e approfondito dibattito parlamentare.Come fa da mesi con autonomia differenziata e premierato, il Governo usa i provvedimenti per giochi politici. Ci appelliamo al Presidente La Russa, affinché impedisca questo scempio.
Vi è una nota positiva: sebbene si tratti di un intervento sperimentale e per larghi tratti insufficiente, questa legge istituisce per la prima volta il diritto degli studenti fuorisede di votare là dove studiano. È una battaglia che, assieme a “Voto dove Vivo” e “The Good Lobby”, portiamo avanti da molti anni, io personalmente dal 2014, quando presentai una proposta di legge sul voto a distanza.
Abbiamo presentato emendamenti e continueremo a lavorare affinché sia data la possibilità anche alle persone che vivono lontano dal luogo di residenza per ragioni di lavoro o di cura, estendendo così i diritti di tutti a partecipare, attraverso il voto, alla vita democratica».
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