Federazione Fare – La Toscana contro l’extralberghiero e gli affitti brevi
La Giunta regionale della Toscana ha approvato la proposta di Legge di modifica della Legge Regionale 86/2016″ Testo Unico del sistema turistico regionale” che sarà portata all’attenzione del Consiglio Regionale.
“Qualche mese fa – si legge in una nota della Federazione FARE – avevamo richiesto un incontro all’ Assessore regionale al turismo Leonardo Marras il quale, alla nostra delegazione, aveva comunicato che ai Tavoli di confronto avrebbero potuto partecipare solo le Associazioni che comprendevano al loro interno tutte le tipologie di ricettività”.
“Quella risposta ci ha lasciato perplessi, poichè non comprendevamo il motivo per cui veniva ignorato tutto il settore extralberghiero e delle locazioni turistiche rappresentato dalla delegazione F.A.R.E. – Federazione a carattere Nazionale – dal momento che, come ribadito in più occasioni, il nostro settore oramai risulta essere un perno fondamentale della ricettività sul territorio nazionale”.
“Leggendo la proposta di modifica appena licenziata dalla Giunta Regionale – continua la Federazione – adesso ne scorgiamo i reali motivi, ossia, la volontà di estromettere la maggiore sigla rappresentativa dell’extralberghiero Nazionale e diverse altre Rappresentative regionali e locali, solo perché l’intero impianto delle modifiche che impattano sul settore extralberghiero e delle locazioni brevi-turistiche è un palese atto di boicottaggio verso queste attività. Nella proposta di riforma, infatti, risulta evidente la volontà di negare ai cittadini il diritto di disporre dei propri immobili come ritengono più opportuno”.
“Con la modifica introdotta non si potranno più avviare e gestire nuovi B&B e Affittacamere in maniera occasionale ma solo in forma imprenditoriale danneggiando così anche quei piccoli Comuni che vedranno sparire l’opportunità di avere maggiori posti letto fondamentali per lo sviluppo turistico del territorio, snaturando una tipologia di accoglienza che trova la sua specificità nella gestione “familiare”, rendendone non profittevole l’apertura in un contesto in cui i bassi flussi turistici non rendono sostenibile una attività imprenditoriale per via dei costi legati alla p.iva, mentre sostenibilissimi in caso di attività occasionale familiare. Si manifesta una disparità tra i gestori creando forte disuguaglianza e squilibrio all’interno della medesima categoria”.
“Si conferisce ai Comuni, d’intesa con la Regione, la possibilità di individuare criteri puntuali per l’attività di locazione breve. Ancora una volta le Regioni vorrebbero entrare a gamba tesa in un ambito di competenza esclusivamente nazionale senza tener conto degli aspetti Costituzionali e civilistici a cui invece bisogna rifarsi, e dell’ultima norma Nazionale sul tema locazioni brevi di cui all’art. 13-ter legge 191/2023, di conversione del decreto-legge “Anticipi”, recante la «Disciplina delle locazioni per finalità turistiche, delle locazioni brevi, delle attività turistico ricettive e del codice identificativo nazionale»”.
“Quello che ci lascia più sorpresi – continua FARE – è leggere che agli esercizi alberghieri sia concesso di aumentare la propria capacità ricettiva fino al 40% con l’utilizzo di immobili residenziali posti nelle vicinanze della struttura. La scelta di concedere alle strutture alberghiere questa possibilità e al contempo negarla ai proprietari di singoli immobili con le medesime caratteristiche è totalmente assurda e incomprensibile. Adesso la risposta per noi è molto semplice: questa strategia è fortemente politica e dimostra ancora una volta che alcune Istituzioni favoriscono una categoria a scapito di un’altra”.
“Letto e analizzato il testo definitivo invieremo anche all’Assessore le nostre puntuali considerazioni – conclude la Federazione- per manifestare il più totale dissenso su quanto deciso e soprattutto sulla inspiegabile volontà di escludere il comparto extralberghiero da ogni confronto sui temi di ricettività turistica in senso stretto”.
Per altre notizie clicca qui