Festen – Il gioco della verità
Festen – Il gioco della verità di Thomas Vinterberg, Mogens Rukov & BO Hr. Hansen, adattamento per il Teatro di David Eldridge, prima produzione Marla Rubin Productions Ltd, a Londra, per gentile concessione di Nordiska ApS, Copenhagen, versione italiana e adattamento di Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi con Danilo Nigrelli e Irene Ivaldi, e con (in o. a.) Yuri D’Agostino, Elio D’Alessandro, Roberta Lanave, Carolina Leporatti, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Angelo Tronca, regia Marco Lorenzi.
Uno spietato affresco della società, tra ipocrisia e potere dell’alta borghesia con “Festen / Il gioco della verità”, trasposizione teatrale, firmata da David Eldridge, del celebre e pluripremiato film di Thomas Vinterberg, anche autore della sceneggiatura insieme con Mogens Rukov & BO Hr. Hansen, nella versione italiana di Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi, in cartellone martedì 5 marzo alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e da mercoledì 6 marzo fino a domenica 10 marzo al Teatro Massimo di Cagliari (tutti i giorni da mercoledì a venerdì (turni A, B, C) alle 20.30, sabato alle 19.30 (turno D) e domenica alle 19 (turno E) – venerdì 8 marzo doppia recita con la pomeridiana alle 16.30 – turno P) sotto le insegne della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna, del Comune di Cagliari e del Comune di Sassari e il contributo della Fondazione di Sardegna.Sotto i riflettori Danilo Nigrelli (volto noto del grande e del piccolo schermo, da “Il mostro” di Roberto Benigni, a “Voci” di Franco Giraldi, “Tickets” di Abbas Kiarostami, Ken Loach e Ermanno Olmi e “Hotel Meina” di Carlo Lizzani, “Parlami d’amore” di Silvio Muccino e “Il giovane favoloso” di Mario Martone, a serie tv come “Incantesimo”, “Distretto di Polizia”, “Romanzo Criminale”, “Pane e libertà”, “Enrico Mattei”, “R.I.S. – Delitti imperfetti”, “Squadra antimafia” e “Rocco Schiavone”) e Irene Ivaldi (diplomata alla Scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi, all’attivo un’intensa carriera teatrale, dal debutto con Gabriele Lavia, agli spettacoli diretti da Mauro Avogadro, Attilio Corsini, Walter Pagliaro e Valter Malosti, a films come “Il nostro matrimonio è in crisi” di Antonio Albanese, “Al cuore si comanda” di Giovanni Morricone, “Senza Fine” e “Our Days After” di Roberto Cuzzillo e “The Repairman” di Paolo Mitton e la partecipazione a serie tv come “Il maresciallo Rocca”, già a La Notte dei Poeti di Nora ne “Le Relazioni Pericolose – tra matematica e letteratura” con Piergiorgio Odifreddi) accanto a (in ordine alfabetico) Yuri D’Agostino, Elio D’Alessandro, Roberta Lanave, Carolina Leporatti, Barbara Mazzi, Raffaele Musella e Angelo Tronca per la regia di Marco Lorenzi.
“Festen / Il gioco della verità” – prima edizione italiana dello spettacolo, dopo il successo della versione inglese firmata Marla Rubin Productions Ltd, a Londra, realizzata per gentile concessione di Nordiska ApS, Copenhagen – è una produzione di TPE / Teatro Piemonte Europa con Elsinor / Centro di Produzione Teatrale, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Teatro delle Briciole / Solares Fondazione delle Arti, in collaborazione con Il Mulino di Amleto. Tra i dieci spettacoli imperdibili del 2022 per la rivista Birdmen, “Festen” – come suggerisce il titolo – descrive una solenne riunione di famiglia, in occasione del genetliaco del patriarca Helge, fondatore della ricca e potente dinastia de “i Klingenfeld”, in cui l’atmosfera della cerimonia, già incrinata per l’inattesa presenza del figlio minore Michael, non invitato a causa dei suoi trascorsi e della sua eccessiva inclinazione per l’alcool, muta improvvisamente in seguito alle rivelazioni del primogenito Christian, il quale nel suo discorso accusa il padre di aver inflitto delle molestie a lui e alla sorella Linda, morta suicida, durante l’infanzia, con il silenzio complice della madre, al corrente ma incapace di reagire e denunciare o anche solo ostacolare il marito. La reazione di sconcerto e sgomento davanti alle affermazioni inaccettabili dell’uomo, lascia il posto a una comune volontà di dimenticare lo spiacevole episodio, invocando la giustificazione di una manifestazione di squilibrio psichico se non di follia.
Nell’ideologia borghese il timore dello scandalo vince sul desiderio di affrontare verità scandalose, e i segreti di famiglia, purché ben custoditi e celati agli occhi del mondo, è meglio rimangano tali invece di venir resi pubblici, tanto più se si tratta di eventi così tremendi e in fondo non riparabili, come le ferite sull’anima e la corruzione dell’innocenza. La festa infatti continua, sia pure in tono minore, dopo l’allontanamento di Christian, reo di aver offeso la sensibilità dei presenti e violato le regole della cortesia e del buon gusto, esponendo in pubblico, sia pure nella cerchia ristretta degli invitati, le sue pesanti insinuazioni contro il genitore, cui attribuisce indirettamente la responsabilità per il dolore che tormentava la sorella e per la sua tragica fine.
Il successo di “Festen”, film cult di Thomas Vinterberg (Premio della Giuria al Festival di Cannes e Prix Fassbinder per la miglior rivelazione a Thomas Vinterberg agli European Film Awards nel 1998, miglior film straniero agli Independent Spirit Awards nel 1999, oltre ai vari riconoscimenti agli attori Ulrich Thomsen, Thomas Bo Larsen e Birthe Neumann e per la sceneggiatura, la fotografia e il montaggio al Premio Robert, sempre nel 1999), prima opera cinematografica aderente al manifesto del Dogma 95 elaborato da Lars von Trier e dallo stesso Vinterberg, riguarda non soltanto la feroce critica sociale insita in una storia emblematica che mette a nudo la finzione e il moralismo della borghesia, come schermo dietro cui si nascondono indicibili misfatti, a partire dalle violenze domestiche, ma anche la cifra stilistica innovativa, fondata sulla recitazione e sull’argomento, senza indulgere a virtuosismi tecnici e effetti speciali, né a un’immagine calligrafica. Una “verità” cinematografica in cui etica e estetica si fondono, in una narrazione lineare e diretta, priva di orpelli e falsificazioni, in contrasto con la tendenza verso un cinema spettacolare con investimenti miliardari, per ritrovare una poetica più “semplice” e moderna, più aderente alla realtà della vita.
Nella mise en scène firmata da Marco Lorenzi, “Festen” conserva un forte impatto visivo, attraverso l’utilizzo delle telecamere per le riprese in diretta di quel che avviene sulla scena, offrendo agli spettatori la possibilità di decidere se soffermarsi sull’azione o sulle proiezioni, in una prospettiva individuale dettata dal gusto e dalla sensibilità di ciascuno. Una pièce multimediale, con la collaborazione della dramaturg Anne Hirth, con visual concept e video a cura di Eleonora Diana, costumi di Alessio Rosati e sound design di Giorgio Tedesco, disegno luci di Link-Boy (Eleonora Diana & Giorgio Tedesco), consulente musicale e vocal coach il compositore Bruno De Franceschi, assistente alla regia Noemi Grasso e foto di scena di Giuseppe Distefano (direttore tecnico Rossano Siragusano, direttore di scena Francesco Dina, fonico Denis Petraglia, datore luci Alessandro Palumbi) per un viaggio nei labirinti della mente e del cuore. Tra raffinatezze mondane e sfoggio di ricchezza, la festa che dovrebbe celebrare il trionfo della dinastia si trasforma in un dramma: in occasione del sessantesimo compleanno del padre, il figlio maggiore, Christian, decide di gettar via la maschera, davanti ai genitori e ai fratelli Michael e Helene ma anche agli imbarazzati ospiti: “Festen” affronta antichi tabù come le relazioni incestuose, ma anche gli equilibri di potere in seno alla famiglia, il ruolo simbolico del padre e della madre, che rimandano ai miti e ai dilemmi di tragedie classiche, come l'”Edipo Re” di Sofocle e l'”Orestea” di Eschilo, oppure l'”Amleto” di William Shakespeare, una materia incandescente e perturbante fatta di segreti e bugie, con l’invalicabile muro di silenzio che ripara colpevoli e vittime dagli sguardi estranei.
NOTE DI REGIA
«”Festen” è un abisso» – afferma il regista Marco Lorenzi, fondatore de Il Mulino di Amleto (compagnia vincitrice del Premio della Critica A.N.C.T. 2021) – «Anzi, mi torna in mente una battuta incredibile del Woyzeck di G. Büchner “Ogni uomo è un abisso, a ciascuno gira la testa se ci guarda dentro”. Ecco, “Festen” mi fa questo effetto… “Festen” ci chiama in causa, ci sposta dall’indifferenza in cui pericolosamente rischiamo di scivolare ogni giorno di più, soprattutto in un tempo costellato da paure e incertezze come il nostro, un tempo di divertissement e entertainment mentre intorno a noi tutto si sgretola, un tempo in cui è facile voltare lo sguardo dagli orrori per continuare a dire: “Dopo questo piccolo – come potremmo definirlo – intermezzo, possiamo riprendere i nostri posti per proseguire la festa”, come i personaggi dello spettacolo, così come noi.
“Festen” ha a che vedere con il nostro rapporto con la verità, con il potere e con l’ordine costituito. Sono sempre più sicuro che il nostro “Festen” sia una comunità di esseri umani che recitano una commedia mentre uno di loro (Christian) combatte come un pazzo per mostrare che in realtà sono tutti in una tragedia. Per questo, “Festen” è radicalmente politico. Sento che in questa tensione tra due forze, così opposte e profonde, ci sia la forza del nostro spettacolo che ci porterà a mostrare quanto sia necessario strappare quel velo di Maya, quel diaframma che impedisce di vedere realmente le cose come stanno.
Mi sembra molto toccante, attraverso “Festen”, poter chiedere al pubblico: «Perché non abbiamo la forza di vedere le cose come stanno? Perché accettiamo tutta questa finzione? Quanto coraggio richiede la verità?». Certo, sono domande grandissime e non saremo noi a dare le risposte. Ma penso che l’onestà e il gioco profondo del nostro spettacolo stia nel condividerle con gli spettatori, con tutte le paure, le fragilità, la tenerezza e l’ironia che le accompagnano.
Ma “Festen” ci ha fornito anche un incredibile materiale di ricerca e di sperimentazione del linguaggio. Ci siamo spinti verso un radicale uso drammaturgico della cinepresa per sfruttare la possibilità di costruire costantemente un doppio piano di realtà che consegnasse allo sguardo degli spettatori la condizione di scegliere tra quello che viene costruito sul palcoscenico e la “manipolazione” che l’occhio della cinepresa rielabora in diretta e che viene proiettato. Con un gigantesco piano-sequenza che lungo tutto lo spettacolo verrà girato dagli stessi attori e proiettato davanti allo sguardo della platea, cerchiamo di amplificare, ironizzare, dissacrare e approfondire il senso delle domande di “Festen”. . Qual è la verità? Cosa scegliamo di guardare? A cosa scegliamo di credere?».
Oltre la Scena – incontri con gli artisti: giovedì 7 marzo alle 17.30 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari, Danilo Nigrelli e Irene Ivaldi insieme con gli altri attori e attrici della compagnia, ovvero Yuri D’Agostino, Elio D’Alessandro, Roberta Lanave, Carolina Leporatti, Barbara Mazzi, Raffaele Musella e Angelo Tronca, in un dialogo con il pubblico coordinato da Marco Zurru (professore associato, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro presso l’Università degli Studi di Cagliari), racconteranno “Festen / Il gioco della verità”, con una riflessione sui temi delicati e scottanti al centro della storia, come sugli intrecci e le reciproche influenze tra cinema e teatro e sul rapporto tra arte e società. – INGRESSO GRATUITO (fino a esaurimento posti)
INFO & PREZZI
SASSARI / La Grande Prosa & Danza
biglietti:
Platea intero € 25 – ridotto € 20
Galleria intero € 20 – ridotto € 18 – ridotto studenti 15
Loggione intero € 15 – ridotto studenti € 10
info: cell. 339/1560328 – 376/0876154 – e-mail: [email protected]
prevendite biglietti: Le Ragazze Terribili – via Roma 143 – Sassari – tel. 079/278275
biglietteria online: www.vivaticket.com
LINK: https://www.vivaticket.com/it/Ticket/festen-il-gioco-della-verita/227214
La Grande Prosa & Danza al Teatro Massimo di Cagliari
biglietti – La Grande Prosa | Danza
platea I settore: intero 35 euro – ridotto 27 euro
platea II settore: intero 30 euro – ridotto 22 euro
Loggione 15 euro
La Grande Prosa | Turno P (ore 16.30) – posto unico 15 euro
Prevendite: Biglietteria del Teatro Massimo di Cagliari (dal lunedì al venerdì dalle 17 fino alle 20) – cell. 345/4894565 – e-mail: [email protected] – www.cedacsardegna.it
Box Office Sardegna – viale Regina Margherita n. 43 – Cagliari
prevendite online www.vivaticket.com
LINK: https://www.vivaticket.com/it/Ticket/festen-il-gioco-della-verita/215887