“I vestiti nuovi del principe Amleto” domenica 10 marzo alle 18 a Cagliari per “Il Teatro delle Meraviglie”
Una moderna favola tra echi shakespeariani e rimandi a una celebre fiaba di Hans Christian Andersen con “Il Teatro delle Meraviglie”: domenica 10 marzo alle 18 nel Teatro degli Intrepidi Monelli in viale Sant’Avendrace
Le avventure di due buffi personaggi invitati a corte per restituire l’allegria e il sorriso al malinconico figlio del re di Danimarca, ne “I vestiti nuovi del principe Amleto” del Teatro del Cerchio con drammaturgia e regia di Mario Mascitelli, anche protagonista sulla scena insieme con Mario Aroldi (assistente alla regia Silvia Nisci): il divertente e coinvolgente spettacolo è in cartellone DOMANI (domenica 10 marzo) alle 18 alTeatro degli Intrepidi Monelli in viale Sant’Avendrace n. 100 a Cagliari per il sesto appuntamento con la XXII edizione de “Il Teatro delle Meraviglie”, la rassegna dedicata alle bambine e ai bambini e alle famiglie organizzata dal Teatro Actores Alidos con la direzione artistica di Valeria Pilia.
Una pièce intrigante adatta a un pubblico di grandi e piccini, incentrata su Rosencrantze Guildenstern, due giovani intraprendenti, due simpatici imbroglioni «anche se loro preferiscono definirsi “trasformatori di verità”» – come spiega l’autore Mario Mascitelli – «che, forse al castello non ci arriveranno mai persi come sono nel loro continuo gioco “a testa e croce” per inventare qualcosa di spiritoso e geniale, come spacciarsi per sarti prestigiosi, ma nel corso del viaggio che là dovrebbe condurli sapranno sicuramente divertire il pubblico presente».
“I vestiti nuovi del principe Amleto” evoca fin dal titolo molteplici rimandi, dalla celebre tragedia di William Shakespeare all’incantevole e arguta fiaba di Hans Christian Andersen, ma specialmente alla fortunata commedia di Tom Stoppard “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, presentata al Fringe Festival di Edimburgo e approdata anche sul grande schermo, con l’omonimo film vincitore del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Focus sui due protagonisti dell’opera del brillante drammaturgo, sceneggiatore, regista e scrittore britannico, Premio Oscar per la sceneggiatura di “Shakespeare in Love” che proietta due giovanotti spregiudicati, coetanei e (presunti) amici di Amleto, tali Rosencrantz e Guildenstern, dal dramma elisabettiano dove diventano strumenti forse inconsapevoli dell’usurpatore Claudio e complici del tentato omicidio del principe e erede al trono e poi a loro volta verranno giustiziati al suo posto dopo la scoperta della congiura, al centro di una pièce metateatrale, dove recitano la parte di se stessi, con un gioco di specchi tra vita e arte.
Sulle tracce della commedia di Tom Stoppard, che fa di due figure marginali il fulcro di un nuovo racconto, ne “I vestiti nuovi del principe Amleto” s’incontrano ancora quei due giovani allegri e scanzonati, tutti presi nei loro giochi e nelle loro fantasticherie, in cammino per il castello di Elsinore e pronti a fingersi maestri di taglio e cucito, per creare per il ragazzo ammantato di tristezza abiti portentosi e mirabili, attribuendo alle stoffe pregiate il dono di mettere a nudo la verità. Quale sarà l’esito dell’impresa, e se davvero i due raggiungeranno la meta o invece si perderanno lungo la strada, si potrà sapere soltanto alla fine dello spettacolo: «Venite a scoprire cosa inventeranno questi furbacchioni per allietare il principe» è l’invito rivolto dall’autore alle ragazze e ai ragazzi e alle famiglie.
Un’occasione per (ri)scoprire la trama dell’“Amleto” di William Shakespeare, uno dei capolavori della storia del teatro, sulla vicenda del giovane principe di Danimarca, richiamato in patria alla morte del padre e giunto a tempo per sapere delle nuove nozze della madre, turbato dalle apparizioni del fantasma del genitore e tormentato dal dilemma se agire e combattere o rinunciare e seguire invece le proprie inclinazioni, soffrendo in silenzio per «le pietre e i dardi scagliati dall’oltraggiosa fortuna», insieme alle alle situazioni comiche e surreali e le molteplici citazioni di “Rosencrantz e Guildenstern sono morti” di Tom Stoppard e la favola de “I vestiti nuovi dell’imperatore” narrata da Hans Christian Andersen, prezioso apologo sulla vanità del mondo e la stoltezza e la cecità degli adulti, finché risuona la voce dell’innocenza e un bambino rivela a tutti la verità. Tre storie si intrecciano per dar forma a uno spettacolo affascinante: la storia de “I vestiti nuovi del principe Amleto” permette di compiere un viaggio immaginario in compagnia degli spericolati Rosencrantz e Guildenstern e di confrontarsi con le insidie e gli inganni dei millantatori e con le false promesse, per ricordarsi che se «fidarsi è bene, non fidarsi è meglio» e ce non si deve sottovalutare l’importanza di riuscire a distinguere il vero dal falso, tanto più nell’era delle fake news, ma soprattutto un’opportunità per lasciarsi coinvolgere nel meraviglioso gioco del teatro, dove la finzione permette di portare alla luce la verità.