“Il teatro vive solo se brucia”, presentazione del documentario dal 13 al 15 marzo in Sardegna
Il documentario dedicato all’epopea dei teatri viaggianti, realizzato con il contributo della Fondazione Sardegna Film Commission, sarà presentato dal 13 al 15 marzo a Cagliari e a Sassari.La regia è di Marco Zuin, produzione Ginko Film, con la voce narrante di Andrea Pennacchi.
“Il teatro vive solo se brucia”, presentazione del documentario dal 13 al 15 marzo in Sardegna
C’è stato un tempo in cui il teatro non restava ad aspettare il suo pubblico, ma si metteva letteralmente in viaggio e andava a cercarlo nei piccoli e nei grandi paesi, facendo uscire le persone dalle case, radunandole nelle piazze. L’epopea dei teatri viaggianti in Italia, dal primo dopoguerra fino all’avvento della televisione, con un’incursione nel presente, viene raccontata dalla voce di chi quegli anni li ha vissuti: i Carrara.
La storia di una delle ultime famiglie d’arte, attive da più di 10 generazioni, è al centro del documentario Il teatro vive solo se brucia (Italia 2022, 60’) che dal dal 13 al 15 marzo 2024 arriva nelle sale della Sardegna.
Prodotto da Ginko Film per la regia di Marco Zuin, il film è stato realizzato anche grazie al sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission (Location Scouting) che ha dato l’opportunità di individuare alcune location sarde dove è stato girato il documentario: l’antica Tonnara di Portoscuso e la Casa campidanese Maria Luisa Matta a Nuraminis.
Tra Cagliari e Sassari, tre le proiezioni in programma alla presenza del regista
Il tour del film in Sardegna parte il 13 marzo alle 21 al Cinema Spazio Odissea a Cagliari: interverranno anche Mauro Mou di Cada Die Teatro e Gianluca e Noemi Medas della Compagnia Figli d’arte Medas, erede della più antica tradizione familiare di teatranti nell’isola, attivi fin dai primi del ‘900 e pionieri del teatro in lingua sarda.
Il 14 Marzo alle 21.30 tappa a Sassari, al Cinema Moderno, con una proiezione in collaborazione con l’associazione 4CaniperStrada nell’ambito della 5° edizione del Festival Asincronie, con la partecipazione di Stefania Muresu (ideatrice artistica).
Infine, appuntamento il 15 Marzo alle ore 20, al Sirio Teatro Sardegna di Monserrato (CA) nell’ambito della 12° edizione di Buon Compleanno Faber.
Le riprese alla Tonnara, dove il protagonista Titino Carrara ha proposto il suo spettacolo “Strada Carrara”, hanno visto anche la partecipazione di alcuni professionisti sardi: il direttore della fotografia Francesco Piras, Federica Ortu come focus puller e Roberto Cois come fonico di presa diretta. Completa la compagine isolana del film il produttore Andrea Mura della Ginko Film.
Con la voce narrante di Andrea Pennacchi, attraverso i ricordi dei fratelli Titino, Annalisa, Armando Carrara e della madre Argia Laurini, il film vuole ricostruire non solo l’ultima stagione di un teatro popolare che non c’è più.
La storia dei Carrara, dinastia teatrale che discende direttamente dalle antiche compagnie itineranti del Cinquecento, è anche la storia di un Paese, il nostro, che dal secondo dopoguerra alla metà degli anni ’60 è cambiato radicalmente. In un viaggio picaresco dal sud al nord, partendo dalla Sicilia e arrivando in Veneto, nell’ultimo secolo i Carrara hanno attraversato tutto lo stivale portando il teatro laddove il teatro mai sarebbe stato.
Tra passato e presente, i Carrara sono figli del mondo e cambiano con lui
La loro epopea viaggiante inizia già nei primi anni del Novecento, quando il nonno paterno di Titino, Salvatore Carrara, detto Totò, decide di lasciare la Sicilia, dove la famiglia era rimasta per 8 generazioni, e di emigrare. Ha solo 20 anni e durante il viaggio fa tappa in piazze e teatrini fissi e con la famiglia si esibisce per la gente dei tanti luoghi attraversati.
Si arriva così, ben presto, alla nona generazione e a questo punto compare Tommaso, detto Masi, padre di Titino, Annalisa e Armando. Quando Totò comincia a perdere l’entusiasmo per il teatro, Masi ne fonda un altro, sempre viaggiante, con la moglie Argia e i suoceri Armando e Anna Laurini: costruisce un nuovo padiglione, inchiodando personalmente le assi.
Ma l’Italia sta cambiando, e così gli interessi della gente, arriva la televisione e tutto il resto inizia a sembrare meno attraente. Il teatro da 500 posti fatto di assi di legno, chiodi raddrizzati e riutilizzati e fondali di carta dipinti viene schiodato, tagliato, fatto a pezzi da ciascuno dei membri della compagnia e infine bruciato. «Il teatro non si vende – dice Masi – non si lascia marcire in un magazzino. Non possiamo buttarlo via, questo mai. Meglio bruciarlo».
Sembra tutto finito, ma i Carrara non mollano: si reinventano diventando interpreti della grande tradizione della Commedia dell’Arte con tournée in tutto il mondo, da Istanbul a Londra, da Tokyo a Parigi, da Buenos Aires a Montreal.
La loro storia viene raccontata in questo film con la madre Argia, classe 1930, la prima donna a vestire i panni di Pantalone, e i fratelli Armando, attore e regista, Annalisa, organizzatrice teatrale, e Titino, attore, che fa da filo conduttore al documentario: un pezzo di storia del teatro popolare d’arte italiano.
Trailer: https://vimeo.com/799521433