In un’intervista radiofonica con protagonista Nardi si torna a parlare di liste civetta, si afferma in maniera errata che esiste un vuoto normativo per la presentazione delle liste dei candidati nei comuni con popolazione sotto i mille abitanti, si consiglia ai sindaci dei piccoli comuni di creare una monocrazia nel proprio paese e si accusano di truffa quelle liste che contengono al loro interno operatori delle forze dell’ordine.
La dura risposta dell’Italia dei Diritti al Sindaco di Castel San Pietro Romano
Roma 11 marzo 2024: Si avvicinano le elezioni amministrative che nel prossimo giugno vedranno coinvolti molti comuni italiani ed ecco che si torna a parlare delle famigerate liste civetta. A innescare la polemica è il sindaco di Castel San Pietro Romano Giampaolo Nardi che già in passato si è fatto portavoce di quella frangia di sindaci che vorrebbero le sottoscrizioni delle liste dei candidati consiglieri anche nei comuni con popolazione inferiore ai 1000 abitanti. Carlo Spinelli Segretario Provinciale romano e responsabile per la Politica Interna del movimento presieduto dal giornalista romano Antonello De Pierro, in risposta a un’intervista radiofonica che ha visto protagonista proprio il sindaco di Castel San Pietro Romano, interviene sul tema:” Siccome ci siamo sentiti chiamati in causa pur se il sindaco Nardi non ha fatto il nostro nome ma ha comunque fatto intendere che anche noi eravamo i destinatari del suo messaggio, ci sentiamo in dovere di dare delle risposte a questo signore che continua a parlare delle liste che si presentano nei piccoli comuni senza raccogliere firme tra l’altro affermando anche cose non veritiere dando informazioni sbagliate.
Durante un’intervista radiofonica, oltre a sbandierare le sue doti da portiere di calcio che rendono praticamente inviolabile la porta della nazionale dei sindaci durante le loro performance calcistiche, ha parlato ancora una volta delle liste civetta affermando che esiste un vuoto normativo che permette la loro partecipazione alle elezioni amministrative nei piccoli comuni. Parlare di vuoto normativo è quanto di più sbagliato si possa fare, infatti vorrei dire al sig. Nardi e a coloro che hanno condotto questa intervista che gli hanno dato ragione, che di vuoto normativo si potrebbe parlare se la norma che regola la presentazione delle liste nei comuni sotto i mille abitanti non ci fosse, invece la norma esiste e dice che si possono presentare liste senza bisogno che queste vengano sottoscritte; della serie documentarsi prima di parlare e avere coscienza di ciò che si afferma.
Parla poi di liste composte soltanto da forze dell’ordine con l’unico interesse di poter usufruire dell’aspettativa speciale di trenta giorni della quale questi soggetti possono usufruire, ma questo non ci riguarda, ci sentiamo chiamati in causa – prosegue Spinelli – quando invece parla di partitini, ebbene vorrei dire sempre al sindaco Nardi che il movimento Italia dei Diritti, sta diventando una realtà che sta crescendo e che è presieduta da un giornalista, il sig. Antonello De Pierro che ricopre la 47° posizione nella pagina dei politici italiani più seguiti con oltre 280 mila followers, il sig. Nardi invece mi sembra ne abbia poco più di 2500; certo paragonati al suo PD, siamo una formichina ma se mettiamo a confronto la popolarità e il seguito di Nardi con la popolarità e il seguito di De Pierro chi è la formichina? Ci teniamo a mettere in evidenza una cosa, a noi non interessa più di tanto eleggere dei consiglieri comunali, anche se dall’interno possiamo controllare meglio e dire la nostra sull’amministrazione della cosa pubblica, ma con la figura dei consiglieri ombra creata a suo tempo, riusciamo comunque a scovare e a denunciare le storture amministrative facendo molto rumore e portando all’attenzione dell’opinione pubblica e degli enti superiori come Prefettura, Giunta regionale e, quando occorre anche i vertici parlamentari, dell’incapacità amministrativa di alcuni sindaci che non sanno nemmeno che il giuramento in consiglio va fatto davanti alla Costituzione Italiana. Non solo ma ci sono sindaci, in particolare uno e questo non lo abbiamo denunciato e abbiamo commesso un errore, che durante l’elezione del CAL ( Consiglio Amministrazioni Locali ) si sarebbe permesso di dire a un nostro consigliere che, non votando per chi questo sindaco caldeggiava, poteva anche non presentarsi alla votazione.
Non facciamo nomi e cognomi ma naturalmente questo sindaco sarà sorvegliato speciale e al prossimo errore non staremo certo zitti. Tornando all’intervista in questione – va avanti ancora l’esponente IdD – vorrei segnalare anche il comportamento dei giornalisti che hanno intervistato il sindaco Nardi che si sono resi protagonisti di affermazioni del tipo che le liste composte da militari sono liste truffa cosa che potrebbe assomigliare tanto a un’accusa di truffare lo Stato da parte di chi, come operatore delle forze dell’ordine, si candida a consigliere comunale facendo valere il proprio diritto all’elettorato passivo. Inoltre, sempre questi giornalisti, si sono permessi di consigliare al sindaco Nardi di presentare una seconda lista in modo che possa prendere anche i tre consiglieri di minoranza e tenere fuori possibili rompiscatole.
Vorrei dire a questi signori che praticamente così facendo si mina la democrazia prospettando a Castel San Pietro Romano un futuro monocratico con un solo uomo a decidere le sorti di un paese. La democrazia si basa sul contraddittorio e sull’espressione di più pensieri e avere in un consiglio comunale dieci consiglieri che votano sempre si qualunque cosa il sindaco proponga, che non esprimono le proprie idee anche se contrapposte a quelle della maggioranza e che non danno soluzioni alternative a quelle proposte dal sindaco, è quanto di più antidemocratico possa esistere.
La nostra presenza nei consigli comunali, espressione del voto popolare sia pure in una percentuale minore rispetto a quella del sindaco eletto, vuole essere rappresentativa per tutti quei cittadini che la vedono in maniera diversa da chi vince le elezioni e che quindi hanno il diritto di essere rappresentati; chiedere per conferma a quei sindaci dove siamo presenti in consiglio che inizialmente si sono dimostrati poco virtuosi ma che nel corso del loro mandato, grazie ai nostri interventi, hanno perlomeno adottato un comportamento più consono a una carica istituzionale. Per ciò che riguarda l’aspettativa di trenta giorni degli operatori delle forze dell’ordine, noi una nostra idea l’abbiamo e più volte è stata espressa e continueremo a farlo ma in separata sede. Chiudo dicendo – chiosa Spinelli – che anche le formichine a volte si arrabbiano e potrebbero rompere le uova nel paniere a chi pensa di poter esercitare il proprio mandato amministrativo in maniera poco consona ai canoni istituzionali”.