Regionali, Luigi De Magistris a Radio Cusano: “Il Csx ha tradito i suoi elettori. Schlein parla ma poi nel concreto si barcamena. Ricandidarmi a Napoli? Ci sto pensando seriamente”
“I dati sull’astensionismo sono veramente una fotografia triste
dell’Italia. La classe dirigente politica degli ultimi anni è la
principale responsabile del calo di partecipazione al voto. E questo non
conviene porlo all’attenzione, perché meno partecipazione ci sta, meno
ricambio politico esiste. Poi alcune leggi elettorali non hanno aiutato
e si è creata disaffezione tra le persone. Ma se non vai a votare
andrà sempre peggio”.
Così ha dichiarato in merito ai risultati delle elezioni in Abruzzo
l’ex magistrato Luigi De Magistris nel corso de ‘L’Italia s’è desta’,
programma in onda su Radio Cusano Campus condotto dal direttore del
giornale radio Gianluca Fabi e Roberta Feliziani.
“Questo è il primo governo di destra che ha avuto la repubblica, del
quale non condivido assolutamente nulla e penso che stia andando anche
peggio di quello che si poteva immaginare, ma ha comunque una sua
impostazione politica – ha sottolineato De Magistris – il
centrosinistra, invece, ha tradito i suoi valori. Se uno vede il
tradimento della costituzione negli ultimi 30 anni non ci vede solamente
i governi di centrodestra anzi, forse le operazioni di principale
smantellamento della costituzione, caposaldo della nostra repubblica, le
ha fatte la sinistra. Se tu fai questo, perdi coerenza e fiducia degli
elettori. Si deve fare un lavoro complesso, di radicamento sul
territorio, di coerenza ritrovata, di cambio di classe dirigente”.
E riferendosi poi alla Schlein, “quando la senti parlare, pensi che
faccia una svolta che sembra di sinistra, poi però quando vai a vedere
il concreto si barcamena, un colpo al cerchio e uno alla botte,
equilibri interni e poi le azioni sono diverse dalle parole. Per questo
dico che la sinistra c’è, ma non nel palazzo”.
Sulla mancanza poi della sinistra nell’ottenere un riscontro nel
consenso, De Magistris ha però voluto precisare: “Unione Popolare è un
progetto che non è né un partito né un movimento e per questo ha
bisogno di tempo. Noi vedremo in Abruzzo vincere la destra, poi magari
si va in Basilicata e vince un’altra volta, poi vai da un’altra parte e
vincerà il centrosinistra, ma non vedi quel respiro che fa entusiasmare
gli elettori. Gli unici che a livello nazionale avevano suscitato questa
voglia prima di incastrarsi nel sistema governando prima con Salvini,
Berlusconi, poi Draghi e il PD, erano stati quelli del Movimento 5
Stelle una decina di anni fa”, ha evidenziato De Magistris.
E riguardo a un possibile ritorno in qualità di primo cittadino a
Napoli: “Sono molto affezionato a quell’esperienza – ha dichiarato l’ex
magistrato riferendosi a quando era sindaco di Napoli – è una città
che quando c’è stata una proposta credibile, popolare, di sinistra ha
risposto. Di Napoli mi occupo sempre, perché vivo a Napoli, due anni
in politica sono tanti, ma anche pochi per certi aspetti, e quindi dire
oggi mi candido è una sciocchezza, ma non lo escludo. Posso però dire
che è una prospettiva non solo ipotetica ma anche possibile. Il vero
motivatore di questa scelta che sto maturando è l’attuale sindaco – ha
sottolineato De Magistris riferendosi a Gaetano Manfredi – che sta
svuotando di energie la città e sta amministrando in maniera
assolutamente fallimentare. Tornare indietro dopo quello fatto in 10
anni mi indegna da cittadino oltre che da politico. Manca ancora tanto
però ci sto pensando seriamente”, ha concluso De Magistris.
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