“Pasquetta sull’Arcipelago” 2024 a Palau
Aria di primavera ed è già Pasquetta! A Palau va in scena la 3^ edizione di “Pasquetta sull’Arcipelago”. Dalle 10:00 alle 19:00, nei celebri siti Naturalistici e Museali visitati ogni anno da oltre sessantamila persone, si potranno trascorrere le vacanze pasquali tra visite guidate e panorami mozzafiato sull’Arcipelago de La Maddalena. Buon cibo negli agriturismi del territorio ed in tanti punti ristoro a Palau (museipalau.com/info-visite.html), per completare una giornata diversa e divertente, trascorsa tra passeggiate in luoghi spettacolari ed approfondimenti culturali.
A Pasquetta, tra le più ambite gite fuori porta dei sardi c’è da sempre la policroma costa gallurese. Rosei graniti, sbucano tra cupi e brillanti toni di verde macchia mediterranea, puntinata di fiori, o nell’infinità dei toni azzurri del mare. Come ogni primavera, si ripropongono gli spettacolari e selvaggi panorami sulla miriade di isole dell’Arcipelago de La Maddalena, rigorosamente da ammirare dai due colli esterni a Palau, su cui sorgono la Roccia dell’Orso e la Fortezza Militare di Monte Altura. Da sabato 30 marzo i tre siti naturalistici e museali di Palau, resteranno aperti ininterrottamente, 7giorni su 7, sino almeno a domenica 3 novembre 2024.Ammirarli, con una gita prima del grande afflusso estivo, sarà ancora più unico.
La Roccia dell’Orso (www.rocciadellorso.com), soprattutto per chi conosce il nord della nostra isola, è il simbolo stesso della Sardegna. Dal parcheggio, come in un giardino fiorito, con periodiche panchine lungo il percorso in granito, attraverserete la macchia mediterranea, rigogliosa e interrotta da mozzafiato affacci sul mare policromo dell’Arcipelago.
La Maddalena, Santo Stefano, Caprera e tutte le isolette minori, saranno ai vostri piedi. Le imponenti rocce granitiche, tafonate dalle forze della natura, ispirano la fantasia, che vi scorge esseri ed oggetti inattesi. Grazie ai puntuali cartelli esplicativi delle piante che incontrate lungo l’itinerario, potrete scoprire curiosità ed imparare a riconoscerle. Gli Addetti, lungo il percorso, vi racconteranno di questi luoghi che nel II secolo d.C. il geografo greco Claudio Tolomeo battezzò (pare per primo) “Arcti Promontorium”, appunto “Promontorio dell’Orso”. Vi racconteranno della popolazione dei Lestrigoni, mangiatori di uomini che, secondo l’Odissea di Omero (X libro), qui incontrò Ulisse, sbarcatovi per approvvigionare le sue tre navi in una fonte detta ‘Artacia’ (ossia “dell’Orso”).
La Fortezza Militare “Opera Altura” (www.fortezzamontealtura.com), appuntisce la punta dell’imponente collina granitica alle spalle di Palau, spiccando nel paesaggio circostante, pur integrandosi magistralmente con esso. Dall’alto, la Corsica è davanti a voi, anticipata solo dalle isole dell’Arcipelago. Le isole di La Coluccia e dei Gabbiani, “acchiappate” dalla Sardegna con una coda di spiaggia, modellata dal vento e dalle onde. Il regno dei surfisti. L’auto si lascia ai suoi piedi, nel comodo parcheggio. Varcato il grande portale di granito, iniziano le visite guidate, dal piazzale d’arma, al centro delle imponenti mura, su cui trovano fitta collocazione camere e garitte.
Per l’occasione di Pasquetta sarà visitabile la grande “polveriera”, scavata direttamente dentro la roccia. Maestosa, la rampa gradonata ci fa risalire il piano inclinato, sino alla parte sommitale. Qui troverete domitori, altri depositi di armi e magazzini di viveri, lavatoi, bagni, spazi comuni e le postazioni di tiro. Tutto visitabile. Costruita sul finire del 1800 dai Savoia, per proteggere la Sardegna dalle flotte francesi comandate da Napoleone Bonaparte, vigilò a lungo sulle navi inglesi comandate dall’ammiraglio Nelson, con cui i Savoia scambiarono aiuto e protezione.
Per chi vorrà ritrovare le “orme lasciate dall’uomo” in questa Gallura del nord est, “alla periferia di Tempio Pausania”, dentro Palau, vi attende il Museo Etnografico (www.etnograficopalau.com). La cultura gallurese più autentica abita qui. Nella sua collezione di storie, dove sembra che il mare non esista, dove nel candore degli stazzi isolati, inizia la storia della civiltà che li abitò. Gli oggetti sono intrisi di vite, tramandano sensazioni, regalano esperienze immersive nel passato. Torchi, aratri e gioghi, richiamano che gli uomini s’impegnavano alacremente con i lavori nei campi. La “busciaccara” rammenta che poche erano le distrazioni della donna gallurese, sempre indaffarata nel suo ruolo di amministratrice, in quel mondo misterioso fatto di amuleti e cristiana devozione.
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