Rischia di saltare la festa di San Giorgio a Ragusa, la festa non è stata infatti inserita nel calendario liturgico
L’impossibilità di trovare notizie attendibili sul personaggio ha costretto infatti la Chiesa a prendere progressivamente le distanze dal leggendario eroe, fino alla cancellazione della sua festa dal calendario liturgico avvenuta nel 1969, con l’ambigua classificazione voluta da Paolo VI di “memoria facoltativa”. Che poi è un po’ come dire: se volete pregatelo pure, ma anche no.
Rischia di saltare la festa di San Giorgio a Ragusa, visto che non è stata inserita nel calendario liturgico. Si è ancora in attesa di conferma dal Vaticano, se San Giorgio è anche Patrono della Città, oppure lo è solo San Giovanni. In attesa di conferma o meno, il comitato organizzativo sta valutando l’ipotesi di rinunciare all’organizzazione dei festeggiamenti. Certo è, che in questo clima di incertezza i tanti fedeli cominciano a sentirsi traditi e fortemente amareggiati. Se davvero la festa dovesse saltare, sarebbe un vero problema per la città, ma anche per i tanti turisti, che aspettano di assistere a questo evento storico. Intanto, il Vescovo di Ragusa Mons. Giuseppe La Placa, dal canto suo, pur non avendo ancora ricevuto nessuna comunicazione da parte del Dicastero, si era impegnato in prima persona a perorarne la causa. Ma a tutt’oggi, nessuna buona nuova.
Una Festa molto sentita in molte parti in Europa
Quanto alla festa, pur avendo perso la sua connotazione religiosa, è ancora molto sentita dagli inglesi: ogni anno il 23 aprile le vie di Londra si riempiono di austeri gentlemen che indossano ai polsini della camicia i St. George’s cufflinks (i gemelli con lo stemma inglese o la raffigurazione del santo), gruppi di giovani suonano in ogni dove, i giocolieri si esibiscono davanti al Covent Garden Market, le bandiere bianche attraversate da una croce rosso fuoco sventolano ovunque, mentre per le strade marciano le bande delle Forze Armate.
Per quanto riguarda l’Italia, disseminate per la penisola ci sono ben 21 città che portano il suo nome (tra queste quella che ha dato i natali a Massimo Troisi). Eppure se la riforma gregoriana ha allontanato il San Giorgio ortodosso e quella protestante quello inglese, la controriforma cattolica – con il suo approccio storico-archeologico – ha finito per separare il santo cavaliere anche da sé stessa.